Zaha Hadid: vita, stile e opere dell’archistar “Regina delle curve”
Indice
1Chi è Zaha Hadid?
Dame Zaha Hadid Mohammad (1950-2016), nota semplicemente come Zaha Hadid, è stata una degli architetti più rilevanti, innovativi e apprezzati del XX e del XXI secolo, nonché protagonista assoluta del Decostruttivismo architettonico.
Di origini irachene e naturalizzata inglese, Hadid si è imposta sulla scena dell’architettura contemporanea sia per le sue idee e forme architettoniche inedite e inconfondibili, che per la sua personalità singolare e dirompente, divenendo così anche una delle donne più influenti al mondo.
2Biografia
2.1Giovinezza
Zaha Hadid nacque il 31 ottobre 1950 a Baghdad in una famiglia colta e benestante. Si laurea in matematica all’American University of Beirut, in Libano, per poi trasferirsi a Londra nel 1972 e frequentare la Architectural Association School of Architecture, dove si diploma nel 1977.
Fu in questa scuola che Hadid ricevette lezioni di architettura decostruttivista dei suoi professori Elia Zenghelis (1937), Rem Koolhaas (1944) e Bernard Tschumi[7] (1944), per i quali lavorò preso lo studio OMA di Rotterdam dopo il diploma.
2.2Esordi
Hadid tornò a Londra nel 1979 dove fondò il proprio studio: lo Zaha Hadid Architects. Inizialmente i suoi progetti furono rifiutati perché ritenuti irrealistici e poco pratici. In questo periodo difficile fu supportata dall’ingegnere Peter Rice (1935-1992), conosciuto nell’esperienza all’OMA.
Una delle prime soddisfazioni di Hadid fu la vittoria nel 1983 di un suo progetto in una competizione internazionale: la Peak Leisure Club in Hong Kong, mai realizzata. Parallelamente alla pratica, Hadid insegnò fino al 1987 presso l’Architectural Association, la sua vecchia scuola.
Il primo importante complesso edilizio di Hadid fu la Vitra Fire Station a Weilm am Rhein, in Germania, realizzata tra il 1990 e il 1993. Da questo momento in poi inizia l’ascesa dell’architetta.
2.3Affermazione
A cavallo tra gli Anni Novanta e Duemila, ad Hadid furono affidati dei cantieri rilevanti, come la realizzazione del Lois & Richard Rosenthal Center for Contemporary Art (1997-2003) a Cincinnati e del Mind Zone (1998-2000) nel Millennium Dome a Londra.
La novità e la visionarietà della ricerca architettonica di Hadid fu internazionalmente riconosciuta con l’assegnazione del prestigioso Pritzer Prize nel 2004. A seguito del premio le commissioni richieste al suo studio aumentarono copiosamente.
Nel primo decennio del Duemila i nuovi musei più importanti al mondo erano targati Hadid: il Phaeno Science Center (2000-2005) di Wolfsburg, il MAXXI (1998-2010) di Roma, l’Opera House di Guangzhou (2004-2010) e il Riverside Museum (2004-2011) di Glasgow.
2.4Ultimi anni
La ricerca architettonica di Hadid è probabilmente ancor di più incarnata nei suoi lavori degli Anni Dieci del Duemila: l’Heydar Aliyev Center (2007-2012) per Baku, il Galaxy Soho (2009-2012) e la Leeza Soho Tower (2015-2019) per Pechino.
Se da una parte Hadid e la sua architettura erano acclamate da una grande fetta dell’opinione pubblica, dall’altra vi era anche una parte di essa che invece le si contrapponeva: numerose furono le riprovazioni per la sua personalità, i suoi virtuosismi ed i suoi eccessi.
Una delle ultime opere importanti di Hadid è stato l’Opus (2012-2020) per Dubai, complesso che non fece in tempo a veder terminato, poiché morì il 31 marzo 2016 a Miami Beach a causa di un attacco cardiaco, all’età di sessantacinque anni.
3Stile
3.1Modelli e influenze
Inizialmente, l’architettura di Hadid prese ispirazione dall’arte dell’avanguardia russa, in particolare l’esperienza del Suprematismo di Kazimir Malevič (1878-1935), esplorando il potenziale del dinamismo e della distorsione.
La ricerca architettonica di Hadid fu poi influenzata dalla lezione decostruttivista dei suoi professori Zenghelis (1937), Koolhaas (1944) e Tschumi (1944), dove poté indagare ancor di più la rielaborazione dell’equilibrio e dell’unità attraverso delle forme disarticolate, inusuali e geometrie asimmetriche.
3.2Caratteristiche formali
I progetti architettonici di Hadid partivano spesso da una fase preliminare di produzione pittorica astratta. Tuttavia, tanti altri invece venivano progettati grazie agli avanzati strumenti tecnologici di design e computazione propri dell’architettura parametrica.
Il tratto distintivo dell’architettura di Hadid è la curvatura dei suoi edifici: strutture, dove sono assenti linee rette, dalle forme[6] fluide e anamorfiche spettacolari che trasmettono un forte senso di dinamismo e movimento. Per questo Hadid è chiamata anche la “Regina delle curve”.
Le linee e le forme di Hadid presero ispirazione dagli elementi naturali come l’aria, l’acqua e la terra, mentre la struttura architettonica dalla tettonica, intesa come strati geologici sovrapposti. Tutto ciò al fine di consegnare al pubblico nuovi spazi di vita sociale esteticamente piacevoli.
4Opere
4.1MAXXI di Roma
Costruito nel quartiere Flaminio, il MAXXI (1998-2010) di Roma è la prima opera in Italia di Hadid, concepita secondo «un nuovo tipo di fluidità spaziale e di molteplici punti prospettici […], progettato per incarnare la fluidità caotica della vita moderna». Il MAXXI di Hadid vinse lo Stirling Prize nel 2010.
Gli elementi principali del MAXXI sono: cemento a vista, vetro, metallo, bianco, nero e grigio. All’esterno, come “un delta con vari fiumi”, l’edificio si articola su tre livelli che si sviluppano orizzontalmente a L. L’interno presenta scale sospese, spazi fluidi e ambienti avvolgenti.
4.2Heydar Aliyev Center di Baku
L’Heydar Aliyev Center (2007–2013) è un complesso culturale che si trova a Baku, in Azerbaigian, ed è il simbolo della riqualificazione della capitale iniziata nel 1991. Nel 2014 il Center si aggiudicò il primo posto nel Design of the Year Award, facendo diventare Hadid la prima vincitrice donna del premio.
Quest’opera rispecchia il culmine creativo di Hadid: esempio del suo stile parametrico, l’Heydar Aliyev Center si presenta in continuità con la piazza circostante, su cui si solleva come un’elegante onda del mare. Elementi distintivi sono i pattern calligrafici e ornamentali che rivestono soffitti, pareti, cupole, vetri e tappeti.