La promozione dipende dal voto in condotta
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ritiene che il voto in condotta deve essere preso in considerazione per la promozione degli studenti


Il
ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini,
ritiene che il voto in condotta deve avere
un ruolo determinante per la promozione degli studenti: "Col
forum degli insegnanti e degli studenti stiamo ragionando
sull’ipotesi di legare la promozione anche alla condotta. Io
trovo incomprensibile che non si valuti in alcun modo il
comportamento dei ragazzi. In qualche modo anche la condotta
ha la sua valenza, è importante conoscere
l’italiano o la matematica ma anche il rispetto delle regole
deve avere la giusta considerazione".
Nel prossimo anno scolastico, quindi, la promozione potrebbe dipendere
anche dal voto che ogni studente ottiene per il suo comportamento in
classe.
Mariastella Gelmini ha infatti dichiarato di avere in mente un progetto
importante che presenterà nelle prossime settimane e che
sarà basato sul merito, per premiare gli studenti
che oltre a studiare con profitto, si comportano bene in classe.
E già sono arrivate le prime proteste contro
l'idea del ministro. L'Unione degli Studenti, il sindacato
studentesco che si batte per i diritti degli studenti, ha dichiarato
che il ministro Gelmini "ha commesso una leggerezza che
dimostra la sua poca conoscenza del mondo della scuola e dei diritti
degli studenti, sostenendo di voler valutare il
comportamento ai fini del successo formativo, tramite il voto di
condotta. E' inutile ricordare che il voto di condotta ai fini della
bocciatura è stato abolito con l'istituzione dello statuto
dei diritti degli studenti, una grande conquista del movimento
studentesco e della democrazia nelle scuole".
Per l'UdS "tornare ai vecchi Decreti regi, istituiti sotto la
disciplina fascista, sembra un ritorno al passato che
già il ministro Moratti aveva provato a mettere in atto,
senza successo. Per questo promettiamo battaglia non solo per difendere
i diritti sanciti, ma soprattutto per il rispetto degli stessi".
Anche il sindacato studentesco Rete degli Studenti,
che sottolinea di non aver avuto contatti con il Ministro per discutere
della proposta, si dichiara contrario a questa idea, perchè
"la convivenza democratica ha bisogno di regole che coinvolgano anche
gli aspetti del comportamento, ma questo non può in nessun
modo ledere il diritto inalienabile di ogni studente di
essere valutato per ciò che ha appreso, in modo
separato rispetto alla valutazione sul comportamento e la disciplina".
La Rete degli Studenti ritiene inoltre che "la mancanza di risposte
efficaci per rilanciare la scuola pubblica non può essere
continuamente scaricata sulla negazione dei diritti degli studenti".
Angela Nava, presidente del Coordinamento dei genitori democratici, è contraria alla valutazione del voto in condotta, in quanto "rischia di essere una scorciatoia rispetto ai problemi reali della scuola e del rapporto alunni-docenti. Quella del voto di condotta è una vecchia campagna: ci aveva già provato la Moratti facendo anche dei sondaggi tra le famiglie. La valutazione delle singole discipline di per sè già non è sganciata dalla condotta che il ragazzo tiene in classe, perché quando attenzione e partecipazione non ci sono è impossibile che ci siano le competenze".
Quindi per il Coordinamento dei genitori, pensare di prendere in
considerazione il voto in condotta per la promozione o la bocciatura di
uno studente è "un passo indietro e non è l'unica
strada per ridare credibilità alla scuola e agli
insegnanti".
Per il Ministro però questa proposta non
rappresenta un ritorno al passato, ma una necessità
perchè "di fronte al ripetersi di gravissimi episodi di
bullismo, accanto alla disponibilità a capire e affrontare
il disagio di tanti giovani, va pure ristabilito il principio di
autorità dando strumenti adeguati ai docenti".
E c'è qualcuno che si dichiara favorevole
alla proposta del ministro. Il presidente dell'Associazione
nazionale presidi, Giorgio Rembado, ritiene infatti che l'idea
di un ritorno del voto in condotta ai fini della promozione sia da
prendere seriamente in considerazione, in quanto "la
svalutazione del comportamento degli studenti ha portato risultati
negativi sia nella crescita della disciplina degli alunni che
nella loro educazione. Ritornare semplicemente al passato
è difficile. Occorre quindi una riflessione e una
discussione seria sulla questione, che porti a individuare le
modalità più adeguate per ridare peso a questa
valutazione aggiuntiva".
Inoltre la proposta è stata accolta
favorevolmente dall'Associazione nazionale presidi e dal
Moige. Il Movimento italiano genitori ha
apprezzato l'idea del ripristino di norme ''che non solo
consentono una valutazione più ampia della crescita e della
maturazione dei ragazzi, ma soprattutto mirano a restituire alla scuola
l'autorità che merita attraverso l'ordine, la
legalità e il rigore''. Per il Movimento
Studenti Cattolici "c'è la necessità di
affrontare il tema del comportamento a scuola attraverso regole chiare
e condivise da tutta la comunità scolastica che prevedano
sanzioni disciplinari adeguate".
E voi cosa ne pensate?