Voti a scuola, guardali in modo diverso

Come smettere di preoccuparsi per un brutto voto

I VOTI A SCUOLA - Supponiamo di aver preso un'insufficienza, una sufficienza o magari un ottimo voto. Scommetto che ogni voto è legato ad una persona diversa. Qualunque cosa di positivo, illuminato, pedagogico, possano dire i professori, ad esempio che il voto non è l’espressione del giudizio sulla persona lascia il tempo che trova. Alla fine, diciamocelo, finisce sempre per esserlo, sia da una parte che dall’altra. Da una parte il professore si fa sempre una certa idea su di te, idea che include nel voto, anche inconsapevolmente, ed è difficile poi che la cambi.

come funziona il voto in condotta

E GLI STUDENTI? - Dall’altra parte della cattedra, la mentalità dello studente medio forma in base ai voti due categorie: le persone “normali” e i secchioni. Dal sette in giù sei una persona normale, una persona che si può frequentare, che è al tuo livello e ha sicuramente una buona vita sociale. Dal sette in su allora sei un po’ sfigato. Oppure sicuramente un alieno estraneo a questa società. Qualunque ragione stia dietro al considerare il voto come uno status quo, il fatto stesso è l’indizio che li vediamo in maniera sbagliata e che creano tra gli studenti una competitività del tutto negativa.

come calcolare il numero massimo di assenze

IMPARARE O STUDIARE? - Scuola è imparare, fondamentalmente, non cercare disperatamente di prendere sei; eppure nella frenesia dell’orario settimanale ce ne dimentichiamo troppo spesso. Quando si studia, lo si fa per il voto, quando si fa un compito, è per il voto, è logico quindi che quando ci consegnano una verifica o scrivono il voto sul libretto guardiamo subito quello pensando a cosa abbiano preso tizio o caio. Come se dal voto venisse fatta una graduatoria delle persone.

Eppure il voto, pur essendo necessario perchè costituisce prima di tutto un forte incentivo a studiare e poi perchè standardizza le nostre conoscenze, tiene conto solo dell’aspetto accademico e non invece di molte altre cose, dalla creatività all'intuito, e altre abilità che la scuola non può misurare. Perciò non bisogna fissarsi sul numero scritto in rosso sulla pagina iniziale della verifica. Non bisogna associare necessariamente buoni voti a intelligenza e voti bassi alla stupidità: infatti chi va bene a scuola può semplicemente avere buon senso e voglia di lavorare, mentre l’andare male forse è derivato da problemi di concentrazione o di autostima oppure al fatto di non percepire il valore del lavoro e della costanza nella scuola e quindi non si impegna.

I criteri dei prof per i voti a scuola

IL VOTO NON SEI TU - Il voto insomma non esprime noi stessi e la scuola non è quanto hai di media. Se continuiamo dare alla valutazione così tanta importanza innanzi tutto la nostra autostima sarà sempre troppo legata alla media scolastica, ma la scuola non è la nostra vita. Secondariamente non impariamo nulla: bisogna guardare gli errori, non il voto, soprattutto nelle verifica perché purtroppo nelle interrogazioni non riusciamo mai a capire esattamente dove dovremmo migliorare.

QUAL E' IL TUO OBIETTIVO? - Perché vai a scuola? Se l’obiettivo è un bell’otto, allora puoi benissimo imparare tutto a memoria e scordartelo il giorno dopo; lo studio alloradiventa sempre più superficiale e nozionistico: date, fatti, numeri privi di significato. Se l’obiettivo è un otto, allora puoi tranquillamente scegliere il libro più breve e più semplice o guardare la trama su Wikipedia, così rischi meno di prendere un brutto voto perchè non ricordavi bene la trama o non l’avevi capito bene anche se ti affascinava e ti coinvolgeva.

Quale sarebbe l’utilità di tutto questo però? La differenza tra una persona intelligente e una stupida, secondo me, è che l’ultima studia solo per l’interrogazione del giorno dopo; la prima non spreca i suoi anni e cerca di interiorizzare e capire a fondo quello che studia, cerca insomma di non lasciare ammuffire il suo cervello.

Silvia Meletti studia al Liceo Classico Andrea Doria di Genova