Vladimir Putin: vita e pensiero politico del premier russo dal 2000
Indice
- L’infanzia di Vladimir Putin
- Putin studente brillante
- Putin agente sotto copertura
- Due centri di potere
- L’ingresso in politica di Putin
- Putin e il rapporto con l’oligarchia russa
- Putin guida pro tempore
- Federalismo asimmetrico
- Verticalità del potere
- Putin e la fedeltà come primo valore
- La fine dell’opposizione
- La Russia e l’annessione della Crimea
- Putin e l’avvelenamento di Navalny
- Putin e la guerra ucraina
- Curiosità
- Vladimir Putin: le date importanti della sua vita
- Concetti chiave
1L’infanzia di Vladimir Putin
Vladimir Putin nasce e cresce nel vicolo Baskov di Leningrado, al quinto piano senza ascensore di una kommunalka.
I genitori sono entrambi sopravvissuti al terribile assedio della città , ma a un caro prezzo: Vladimir Spiridonovic Putin subisce una invalidità permanente, Maria Ivanovna Shelomova riporta pesanti conseguenze fisiche dopo la fame patita in guerra, ed entrambi perdono il figlio Viktor per difterite o, più probabilmente, per fame.
La nascita di un altro figlio è una gioia inattesa, ma tutti e due hanno già passato i 40 anni e sono sempre via per lavoro come operai specializzati e (almeno il padre) come funzionario locale di partito, così il piccolo Vova cresce nei cortili con gli altri bambini, all’interno delle gang di strada.
A scuola il bambino dimostra una spiccata intelligenza ma anche molta aggressività tanto da venire spesso punito; Putin stesso racconta che arrivano a escluderlo dai Giovani pionieri ma, negli anni successivi, recupera questo smacco diventando persino presidente di classe.
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Per conoscere e ricordare i concetti, gli eventi e i principali avvenimenti della storia dalle origini a oggi.
Per sfogare l’energia violenta, il ragazzo si iscrive a boxe, dove rimedia un naso rotto, passa così al sambo e infine al judo, diventando cintura nera del sesto dan e campione cittadino.
Poco prima del diploma prende informazioni per entrare nella polizia segreta , ma serve una buona preparazione: dalle elementari ha iniziato a studiare tedesco, che adesso prepara lavorando con il gruppo di studio supplementare per le lingue, gli manca solo la laurea e la migliore per il suo obiettivo è la facoltà di giurisprudenza di Leningrado, tra le più prestigiose dell’URSS ma a numero chiuso.
Sorprendendo tutti, dai genitori agli insegnanti, nel 1970 ottiene l’ammissione alla facoltà e, in vista di una futura carriera, si iscriva al PCUS.
2Putin studente brillante
Figlio e studente esemplare, studia sodo e d’estate lavora come taglialegna in alcuni cantieri al nord; non beve e non gioca, ha pochi amici fidati e pochissime relazioni amorose; in un dato momento programma le nozze con una studentessa di medicina, ma poi le annulla per paura di bloccare un'eventuale carriera nel Kgb.
Per quanto riguarda la politica internazionale, l’URSS vede la sua posizione prevalere su quella degli USA, in grossa difficoltà con la sconfitta in Vietnam e lo scandalo Watergate, e inizia così la fase di distensione dopo la guerra fredda, ma la realtà interna è molto diversa:
- miseria diffusa,
- produzione industriale di scarsa qualità,
- piaga dell’alcol in tutti gli strati della popolazione.
Verso la fine degli studi, Vladimir riceve una telefonata anonima ma dai toni burocratici che lo convoca per un colloquio conoscitivo presso la sua stessa università, dopo qualche incontro con personale al momento sconosciuto, alla fine viene ricevuto da un funzionario Kgb che gli fa la proposta di assunzione.
Dopo la laurea nel 1975 con una tesi in diritto internazionale, viene assegnato alla sede di Leningrado dove segue un corso operativo definito “Scuola 401”, poi viene assegnato alla scuola controspionaggio; viene poi ammesso a un corso a Mosca che accosta una formazione di stampo militare a dei corsi di rafforzamento delle lingue.
3Putin agente sotto copertura
Gli inizi sotto il KGB sono caratterizzati da una condotta distaccata ma allineata, priva di sbavature, con una cauta ma anomala apertura verso il nuovo: l’agente Putin ha una formazione giuridica e crede ancora fermamente nel sistema politico russo, accentratore e (proprio grazie a questo) rapido nelle decisioni, in confronto ad altri stati che vengono rallentati dalle procedure democratiche.
Nel 1983 studia per un anno all’Istituto Krasnoznamensk di Mosca, un’accademia segreta degli agenti Kgb, dove la sua iscrizione è sotto il nome Platov e nello stesso anno si sposa dopo tre anni di fidanzamento con Ljudmila.
Nel 1984 diventa maggiore e passa all’ufficio degli affari internazionali, poi viene mandato in Germania dell’Est nel 1985, con la copertura di direttore dell’Associazione di amicizia sovietico-tedesca; in realtà si occupa della raccolta e della selezione di informazioni utili.
Il clima politico nel frattempo diventa molto incerto: il 10 marzo 1985 un consiglio d’urgenza nomina Michail Gorbaciov successore come segretario di partito.
La riforma elettorale del 1988 consente la formazione di fazioni all’interno del partito comunista e di fatto apre la strada al pluralismo politico.
Nelle elezioni del 3 marzo 1989 Gorbaciov viene eletto presidente dell’URSS; si tratta di un elemento moderato, cha fa della perestrojka (ristrutturazione) il filo conduttore del suo governo, ma la sua visione politica serve solo ad accelerare la trasformazione in atto:
- i cittadini sovietici soffrono sempre di più le differenze con l’occidente;
- l’eterogeneo gruppo di repubbliche che fanno parte della federazione sovietica si sentono ormai pronte al distacco;
- il collasso del sistema amministrativo elimina l’influenza politica sui paesi comunisti, a partire dalla DDR.
4Due centri di potere
Il 9 novembre 1989 crolla il Muro di Berlino, e gli agenti del Kgb presenti in città rimangono privi di direttive a subire il tracollo insieme all’intero sistema.
La folla inferocita si raduna anche nel quartiere dove abita la famiglia di Putin, perché è risaputo che è zona di agenti della Stasi e la coppia torna in fretta e furia a Leningrado, caricando le figlie e più oggetti possibili sulla loro auto.
Con la fine annunciata del comunismo la società sovietica conosce un terremoto senza precedenti:
- vengono introdotti valori prima disprezzati, come la ricchezza e l'indipendenza,
- sparisce gradualmente il controllo statale sulla produzione industriale e sui servizi, lasciando una marea di laureati privi di lavoro e costretti a reinventarsi una professione.
Anche Putin deve ricominciare da zero e torna in patria con pochi mezzi, tra cui una macchina con la quale progetta di fare il tassista abusivo per mantenere la famiglia.
Nelle elezione del 3 marzo 1989 Gorbaciov viene eletto presidente dell’URSS ma contemporaneamente il siberiano Boris Eltsin diventa presidente del congresso dei deputati del popolo a Mosca.
Eltsin fa approvare una dichiarazione di sovranità della Russia e ne diventa presidente nel 1991, ma coesiste con un presidente dell’URSS tuttora in carica, cioè Gorbaciov.
I generali fedeli all’URSS organizzano un golpe militare il 19 agosto 1991, ma va a vuoto e il Pcus viene sciolto per decreto il 6 novembre; Eltsin si innalza agli occhi del popolo come paladino della democrazia e può spodestare definitivamente Gorbaciov:
- il 12 giugno 1991 Eltsin viene eletto come presidente della Repubblica russa,
- il 26 dicembre 1991 finisce ufficialmente l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
5L’ingresso in politica di Putin
Alla fine Putin trova un incarico qualificato come assistente del prorettore dell’università di Leningrado. Qui entra in contatto con Anatolij Sobčak, docente universitario e suo ex insegnante, ben consapevole che si tratta di un agente del Kgb ma interessato a sfruttarne le competenze per contenere le lotte politiche locali in un momento così delicato.
Sobčak diventa primo sindaco democraticamente eletto di San Pietroburgo, ex Leningrado, nomina Putin suo responsabile delle relazioni con l’estero; di fatto lo nomina vice (anche se in realtà Putin perde nell’elezione a vicesindaco) e diventa suo mentore politico.
I tempi stanno cambiando e il 20 agosto 1990 Putin rassegna le dimissioni dal servizio attivo del Kgb per dedicarsi esclusivamente all’attività politica.
I provvedimenti adottati da Eltsin, su raccomandazione del Fondo Monetario Internazionale, scatenano una crisi economica senza precedenti: disoccupazione alle stelle, natalità ai minimi storici, difficoltà a reperire i beni di prima necessità.
Nel 1991 si cerca una soluzione veloce per tamponare la crisi, e la più immediata sembra quella di vendere all’estero le materie prime delle quali la Russia è ricca. Per procurare velocemente beni di prima necessità ai cittadini, il municipio di San Pietroburgo incarica direttamente il funzionario Putin che gestisce la cosa per l’intera Federazione russa.
Per accelerare decide in autonomia (e ai limiti della legalità) a quali società affidare le licenze di vendita delle materie prime, inoltre facilita lo sbarco di società straniere, tra le quali le banche, per attrarre il flusso di denaro necessario per fare investimenti nelle infrastrutture, necessarie per il riavvio economico.
Mentre è assorbito da questo incarico difficilissimo, nel 1992 un terribile incidente automobilistico costa quasi la vita a sua moglie, che resta in ospedale per alcuni mesi e deve fare una riabilitazione di quasi tre anni, la dacia di famiglia in Carelia va a fuoco, insieme ai risparmi di famiglia conservati in una borsa all’interno.
6Putin e il rapporto con l’oligarchia russa
La Federazione russa o Russia adotta la propria costituzione nel 1993 e si delinea una forma di governo semipresidenziale con l’elezione diretta del presidente e dell’Assemblea federale e nel 1994 viene creato il Consiglio di sicurezza per le questioni di politica estera; ma i golpisti tentano un secondo attacco, al quale Putin risponde come coordinatore delle azioni militari: lo scontro è gestito alla perfezione, ai piani alti si segnano il nome dell’ex maggiore del Kgb.
Mentre continua la privatizzazione selvaggia della Russia e aumenta la disoccupazione, nel 1994 comincia a circolare la parola oligarchi, a definire ex uomini del partito comunista riciclati in uomini d’affari a gestire le “nuove” aziende privatizzate, che dalla crisi costruiscono una ricchezza spaventosa.
Nel luglio 1996 Eltsin viene rieletto presidente della Federazione russa (grazie al sostegno degli oligarchi) e, memore dell'efficienza dimostrata in più occasioni, nomina Putin vice capo della Direzione degli affari del presidente, con delega alla direzione giuridica del patrimonio estero dell’ex URSS dall’agosto 1996 al marzo 1997; poi diventa direttore del controllo dell’amministrazione presidenziale.
Continua a salire l’inflazione, i governi federali vendono all’estero senza versare più alla Federazione le tasse dovute per le relative esportazioni, il Fondo Monetario Internazionale interviene con un prestito miliardario, che però confluisce in banche perlopiù estere con filiali in Russia e quasi niente in investimenti strutturali.
Giornalisti politici e funzionari non corrotti iniziano a rimanere “vittime” di incidenti ogni volta che minacciano di alzare un polverone sulla gestione degli aiuti economici alla Russia e sulla gestione delle grosse aziende da parte degli oligarchi.
7Putin guida pro tempore
Viene chiamato a far parte del consiglio di sicurezza come segretario generale e il 25 luglio 1998 viene nominato direttore dell’FSB (ex Kgb): prova a rifiutare l’incarico per non pregiudicarne altri ma non può, allora mette pesantemente mano alla struttura: porta i dipendenti da 6000 a 4000, fa aumentare gli stipendi, riorganizza la gerarchia.
Il suo approccio defilato e zelante viene apprezzato dagli oligarchi, che lo vedono come un funzionario affidabile ma anonimo: il 9 agosto 1999 viene nominato primo viceministro da Boris Eltsin e assume pro tempore la guida del governo, per essere poi confermato come successore alla presidenza il 31 dicembre dalla Duma.
Una nomina apparentemente priva di rischi di un uomo destinato a fare quello che gli viene ordinato, ma che in realtà inizia da subito una colossale operazione di costruzione del consenso.
Le sue azioni e la sue dichiarazioni mettono continuamente la distanza tra lui e il precedente del regime comunista, collassato per colpa delle persone al potere e del quale lui è vittima come tutti i russi:
- recluta laureati con il massimo dei voti dalle migliori università per lavorare al governo;
- fa eleggere una donna come presidente della Duma a sottolineare la parità dei sessi,
- alza del 20% gli stipendi dei dipendenti pubblici.
Il 26 marzo del 2000 ci sono le elezioni per il nuovo presidente e Putin vince con un distacco netto sugli avversari: si tratta del primo leader nato in città, capace di parlare le lingue straniere, laureato in un’università prestigiosa ed estraneo alla vecchia cerchia di potere. Insomma, un uomo nuovo, che può ricostruire qualcosa di buono anche se a partire dalle macerie del precedente governo.
I russi gli danno fiducia, ma Putin si esibisce in una serie di liberalizzazioni economiche e fiscali “disinvolte” come quelle di Eltsin, taglia i fondi alle vecchie basi militari e taglia ogni legame con il vecchio regime costruendo nuove alleanze, per lo più costruite su rapporti di conoscenza personale.
8Federalismo asimmetrico
Nel frattempo iniziano gli attentati ceceni di matrice islamica, il primo a settembre a Mosca ma ne seguiranno appena meno sanguinosi. Putin organizza l’invasione militare della Cecenia in maniera pubblica, sventolando il pericolo di innesto di altri focolai terroristici in altri paesi della federazione e la necessità di un intervento immediato, che arriva a una fase conclusiva con l’annessione nel maggio del 2000.
Considera le regioni della Federazione una minaccia all'integrità territoriale e compie una nuova divisione in sette distretti federali: abolisce l’elezione a suffragio universale dei candidati regionali, le cui candidature vengono presentate dalla presidenza e, per monitorare le aree più lontane dal centro di potere, fa nominare 85 ispettori federali per controllare il loro operato, inoltre esclude i presidenti regionali dalla Duma alta.
Il primo inciampo dal punto di vista mediatico è la gestione della vicenda del Kursk, simbolo del disfacimento dell'enorme apparato militare russo: il sottomarino obsoleto affonda costando la vita a più di 100 uomini mentre Putin rimane in vacanza a Jalta, e i media ricostruiscono in modo impietoso la mancanza di intervento tempestivo dello stato e il ritardo nell’accettare gli aiuti anglonorvegesi.
Nel 2001 consolida la propria maggioranza parlamentare:
- creando il partito di Russia unita, che di fatto elargisce finanziamenti in cambio di voti,
- crea il Consiglio di Stato con rappresentanti degli 85 stati della federazione che si riunisce ogni 3 mesi,
- nel 2002 crea il Consiglio legislativo per armonizzare le leggi delle singole repubbliche con quella a livello federale
- nel 2004 riforma la struttura del governo riducendo i ministeri e le agenzie federali,
- nel 2005 crea la Camera pubblica che raccoglie segnalazioni dai cittadini per la Duma. in modo da coinvolgere la popolazione nel processo decisionale,
- crea anche il Consiglio presidenziale con 41 membri (più il presidente) per discutere le politiche pubbliche con budget prefissato per velocizzare l'iter amministrativo.
9Verticalità del potere
La crisi economica nata nel 1998 ha costretto il governo russo ad adottare soluzioni estreme, come la svalutazione del rublo e l’aumento del prezzo del petrolio, ma alla lunga questi due fattori favoriscono la ripresa economica negli anni 2000-2008.
Dal 1998 al 2008 il petrolio aumenta di ben 8 volte il suo valore, la Cina in espansione inizia ad apparire un possibile partner commerciale e la Russia statalizza nuovamente le compagnie petrolifere per guadagnarci.
Il petrolio e il gas vanno a costituire i due terzi di tutte le esportazioni e trainano l’economia che ricomincia a crescere, permettendo di cancellare il debito con l’estero e di attuare un’ulteriore riforma fiscale.
La lenta ripresa economica non si traduce però in un risanamento dello Stato:
- nonostante il divieto di possedere beni all’estero, i più ricchi a tenere i propri soldi in banche straniere, mantenendo la ricchezza nelle mani di pochi,
- la corruzione è diffusa a ogni livello,
- la macchina amministrativa, anche a causa dell’alta frammentazione del potere, è inefficiente,
- l'enorme apparato militare russo è decrepito, costoso e ai limiti del collasso.
Putin è un maniaco del controllo, diffidente da sempre e nella sua ottica occorre prima di tutto cercare di prevenire eventuali cadute e rivoluzioni, a ogni costo: continua a irrigidire quello che è già un regime conservatore caratterizzato da scarso spazio di manovra per qualunque funzionario, cui si chiede come prima cosa di essere fedele al potere e in secondo luogo di fare il proprio lavoro.
- Comincia a mettere al loro posto gli oligarchi, destinando i loro incarichi nelle grandi aziende ex statali a nuove nomine (governative) e arrivando a fare intervenire l’esercito quando non lasciano i posti di potere di loro volontà.
- Nel 2007 istituisce la giornata della memoria per le vittime delle repressioni politiche, con annesso il culto della vittoria nella Seconda guerra mondiale come una vittoria russa e non comunista.
- Smette di guardare all’occidente come un punto di riferimento, cercando di riconsolidare la società russa a partire dalla sua identità religiosa: inzia una strenua crociata contro i gay, diffonde l’uso delle icone ortodosse, si innalza a difensore della cristianità con l’attivo coinvolgimento politico della chiesa ortodossa e del suo patriarca.
10Putin e la fedeltà come primo valore
Nella comune lotta al terrorismo islamico consente agli USA di invadere l’Afghanistan nell’ottobre 2001 ma la situazione politica all’interno della Federazione rimane incandescente: nell’ottobre del 2002 al teatro Dubrovka di Mosca avviene il sequestro di 850 civili da parte di 40 militanti ceceni; dopo due giorni l’esercito russo interviene con il gas nervino, uccidendo 129 civili e 39 ceceni e rendendo invalidi molti altri ostaggi.
Putin usa senza scrupoli l’esercito per contenere questo tipo di azioni ma intanto cerca ancora un dialogo con l’Europa e l’Occidente; il 17 marzo 2004 viene rieletto con il 71% dei voti e il 1° settembre di quest’anno 32 terroristi ceceni prendono in ostaggio le famiglie degli alunni durante il primo giorno di scuola in un istituto di Beslan: muoiono 386 persone, quasi la metà sono bambini.
Lo shock e lo sconcerto nell'opinione pubblica iniziano a essere poco gestibili e dal 2005 inizia a trasmettere RT-Russia Today, un canale televisivo apposito per difendere l’immagine dalla Russia dagli attacchi mediatici dell’occidente.
Con le nuove elezioni il 7 maggio 2008 viene eletto Medvedev, che diventa il nuovo presidente perché per Putin non è possibile; il neo presidente non tocca nessuno dei fedelissimi di Putin collocati nei ruoli chiave e agisce solo a livello di politica economica.
Nel 2009 la caduta del PIL in seguito alla crisi mondiale, causa una momentanea battuta d’arresto seguita da una lenta ripresa nel biennio 2013-2014, nel quale Putin, rimasto come regista occulto, cerca di evitare i prestiti internazionali.
11La fine dell’opposizione
Il 7 maggio 2012 torna al potere e torna alla carica con i “decreti di maggio”:
- la prima mossa è la riforma costituzionale che consente di estendere il mandato a 6 anni e gli garantisce la possibilità di rimanere al governo fino al 2036;
- reintroduce l’elezione popolare dei governatori regionali mantenendo il controllo presidenziale dei possibili candidati;
- introduce controlli sui social media, talmente stretti da far perdere finanziamenti ad alcuni quotidiani.
La crisi non si attenua e si assiste a una imponente emigrazione di laureati a partire dal 2012, anno in cui, con apposito emendamento costituzionale, Putin legittima l’invasione della Georgia.
In questo anno scoppia anche lo scandalo delle Pussy Riot, gruppo musicale che durante la campagna elettorale suonano nella cattedrale di Mosca criticando la politica presidenziale (le tre componenti vengono condannate a due anni) e quello della protesta delle Femen (attiviste che protestano a seno nudo): entrambi gli eventi e la loro gestione attirano le critiche degli artisti da tutto il mondo, che protestano a gran voce contro la censura governativa.
Intanto tutti i dissidenti da qualunque ambito, vengono processati e incarcerati con accuse fittizie relative a truffa e evasione fiscale, quando non muoiono per “incidenti” o per mano anonima:
- Aleksandr Litvichenko (2006 - avvelenamento);
- Anna Politkovskaja (2006 - arma da fuoco);
- Natalia Estemirova (2009 - arma da fuoco);
- Boris Nemtsov (2015 - arma da fuoco);
- Sergey Skrypal e sua figlia Yulia (2018 - avvelenamento).
12La Russia e l’annessione della Crimea
Nel luglio 2013 la Russia decide di tagliare le importazioni dall’Ucraina, ormai troppo legata ai commerci europei; il presidente ucraino Janukovic, uomo di fiducia del presidente russo, sceglie allora di perseguire la politica filorussa abrogando la zona di libero scambio tra Ucraina e UE, in cambio la Federazione acquista titoli di stato ucraini e abbassa di un terzo il prezzo del petrolio.
Scoppia una rivolta popolare conosciuta come Euromaidan che porta alla Rivoluzione ucraina del febbraio 2014; con la rivoluzione scoppiano disordini nell'area sud-orientale del paese, in particolare nella penisola di Crimea dove la Russia istiga le forze irredentiste, il cui governo è stato esautorato dal presidente ucraino.
Viene organizzato un referendum non legittimo che il 18 marzo 2014 sancisce l'annessione alla Russia; il referendum viene sanzionato in modo trascurabile dall’Unione Europea, che rivendica la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina ma che di fatto delega ai singoli stati membri l’applicazione delle sanzioni (non la fa quasi nessuno).
L’Ucraina deve contenere anche le forze separatiste di Donetsk e Lugansk (i russi d’oriente) con operazioni antiterrorismo ma lungo i confini del Donbass vengono collocati quasi 50.000 soldati russi; nel frattempo il neo eletto presidente ucraino Poroshenko inaugura il suo mandato con una serie di azioni per favorire l’ingresso del suo paese nella UE e nella Nato.
13Putin e l’avvelenamento di Navalny
Secondo molti, le manovre di Putin sono una reazione al mercato unico europeo e allo schieramento di sommergibili e armamenti Nato lungo le frontiere russe; così come la ricerca di partner commerciali alternativi, come la Cina e la Siria.
La gestione della comunicazione con il popolo russo si fa sempre più rigida e manipolatoria:
- il 14 giugno 2018, un’ora prima dell’inizio dei mondiali, annuncia l’aumento del limite d’età per andare in pensione e l’aumento dell’Iva;
- nell’aprile 2019 fa emanare una legge apposita con la quale crea RuNet, una rete informatica russa che permette di utilizzare il web isolandolo da quello del resto del mondo.
Dopo l'elezione a febbraio nel nuovo presidente ucraino, il 9 dicembre 2019 accetta di incontrare il neo eletto Zelenskij in merito alla crisi russo-ucraina ma i tentativi di distensione vanno a vuoto.
Il 20 agosto 2020 Aleksej Navalny, il suo principale oppositore politico, sviene su un aereo di ritorno da un tour elettorale in Siberia. La prontezza del pilota a effettuare un atterraggio di emergenza e i soccorsi tempestivi gli salvano la vita da un avvelenamento, dal quale sopravvive miracolosamente dopo un ricovero in Germania.
Il suo partito denuncia pubblicamente le corruzioni dei politici al potere e usa i media per sollevare la volontà popolare contro Putin. Navalny sopravvive e denuncia pubblicamente il premier russo come mandante, rendendo pubbliche le modalità dell’attentato con date e nomi in un'indagine pubblicata il 12 dicembre 2020.
Torna in Russia dove viene processato con un’accusa pretestuosa, un reato forse mai esistito, ed arrestato e condannato in meno di 48 ore.
Il giorno dopo fa uscire su Youtube il film Il palazzo di Putin, sulla sua reggia sul Mar Nero a Gelendzhik.
14Putin e la guerra ucraina
14.1Le origini del conflitto
Il conflitto tra Russia e Ucraina non è scoppiato improvvisamente, ma ha radici complesse ed è il risultato di una crisi già in corso tra i due Paesi.
Uno degli episodi decisivi è avvenuto nel 2014, quando la Russia ha annesso la Crimea dopo il rovesciamento del presidente ucraino filorusso Viktor Yanukovich. Questo evento ha scatenato tensioni tra i due paesi, portando a una serie di eventi che hanno aggravato il conflitto.
Inoltre, nello stesso periodo, le tensioni si sono acuite anche nelle regioni orientali dell'Ucraina, in particolare nel Donbass, dove gruppi filorussi hanno proclamato la creazione di repubbliche separatiste. Questo ha portato a conflitti armati tra le forze ucraine e i separatisti sostenuti dalla Russia.
Anche la lotta per l'influenza geopolitica nella regione ha giocato un ruolo significativo. L'Ucraina ha cercato di avvicinarsi all'Unione Europea, mentre la Russia ha cercato di mantenere il suo influsso nella regione, portando a una competizione geopolitica.
Infine, la storia complessa delle relazioni tra Ucraina e Russia, inclusi legami storici, culturali ed economici, ha contribuito alle tensioni. Queste relazioni sono spesso influenzate da questioni di identità nazionale, interessi geopolitici e rivalità storiche.
La crisi russo-ucraina scoppia definitivamente il 24 febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina e il bombardamento delle principali città da parte dell’esercito russo.
Dopo diverse avvisaglie, come lo smobilitamento di ulteriori truppe russe ai confini ucraini, a partire dall’ottobre del 2021, a febbraio 2022 la Russia riconosce l’indipendenza della Repubblica Popolare di Doneck e della Repubblica Popolare di Lugansk in aperta violazione dei trattati internazionali.
All’alba del 24 febbraio Putin annuncia quella che da parte russa continua a essere chiamata "operazione militare speciale”, necessaria per denazificare l’Ucraina; Zelenskij promulga la legge marziale, interrompendo ogni trattativa diplomatica con gli invasori. A oggi gli ucraini sfollati sono più di 7 milioni, i rifugiati all’estero sono più di 3 milioni.
Il conflitto ha portato a sanzionare la Russia, che in risposta ha preteso che il pagamento del gas e del petrolio russi venga fatto in rubli; ne è comunque derivata una crisi economica internazionale che ha colpito duramente l’Europa, causando un aumento delle materie prime ed enormi difficoltà di approvvigionamento.
I social media russi sono stati imbavagliati dall’agenzia federale anche sul numero complessivo di vittime del conflitto.
Il premier russo Vladimir Putin, che secondo alcune voci potrebbe essere gravemente ammalato, si sposta in località top secret e sembra che utilizzi una rete dei suoi sosia per evitare attentati.
15Curiosità
- Suo nonno paterno Spiridon Ivanovic è il responsabile di cucina per Lenin e poi per Stalin.
- Viene chiamato come il padre per invocare la buona sorte e viene battezzato di nascosto dalla madre perché il padre comunista militante non avrebbe accettato; il prete che compie il rito è padre Michail, padre dell’attuale patriarca Kirill.
- Nel reparto del KGB dove lavora negli anni ‘80 è soprannominato “piccolo” perché c’è un collega più anziano con lo stesso cognome.
- Nello spionaggio compie un’unica missione all’estero, in Germania, dalla quale torna in patria con una lavatrice usata, dono di amici tedeschi.
- Amante dei cani, a riunione con l’ex cancelliera Angela Merkel, fa entrare il suo labrador nero Connie per metterla a disagio (Merkel ha paura dei cani).
- Gli appuntamento ufficiali sono fissati ai 15 minuti per permettergli di controllare le rassegne stampa (e verificare la correttezza dei comunicati che gli preparano).
- I Puting, da Putin+meeting, sono comizi a favore del presidente con personale statale obbligato a partecipare.
- Con l’arrivo del Covid si è auto isolato e chiunque lavori per lui o vuole avvicinarglisi (interviste o incontri ufficiali) deve fare un isolamento di 14 giorni.
- Vieta i casinò ma ne ha uno personale nel suo palazzo.
- Le figlie legittime hanno cambiato cognome, la maggiore è endocrinologa come Maria Vorontsova, la seconda Ekaterina Tikhonova è ceo di istituto all’università statale di Mosca.
16Vladimir Putin: le date importanti della sua vita
- Nasce a Leningrado nel 1952.
- Si laurea nel 1975 in diritto internazionale e inizia la formazione alla scuola di controspionaggio del Kgb.
- Nel 1985 viene collocato a Berlino come agente sotto copertura, con la caduta del Muro nel 1989 torna precipitosamente a Leningrado e si ritrova disoccupato.
- Nel 1990 rassegna le dimissioni dal servizio attivo del Kgb, diventa funzionario del municipio di San Pietroburgo.
- Nel 1991 gestisce brillantemente la crisi economica, affidando le licenze per la compravendita di materie prime e garantendo alla popolazione il denaro per i beni di prima necessità.
- Nel 1996 Eltsin presidente della Federazione lo nomina vice capo della Direzione degli affari del presidente.
- Il 9 agosto 1999 viene nominato primo viceministro da Boris Eltsin e assume pro tempore la guida del governo, per essere poi confermato come successore alla presidenza il 31 dicembre dalla Duma.
- Il 26 marzo 2000 vince le elezioni presidenziali; nel maggio dello stesso anno la Russia sconfigge e annette la Cecenia.
- Dal 2000 al 2005 riforma gli organi di governo e crea un partito per garantirsi la maggioranza parlamentare.
- Nel 2008 non è eleggibile per il terzo mandato, colloca un suo protetto Medvedev che nel 2012 gli cede il testimone.
- Tornato al potere nel 2012 modifica la costituzione per rimanere in carica fino al 2036 e introduce pesanti controlli sui mezzi di informazione russi.
- Nel 2014 inizia la crisi diplomatica con l'Ucraina, la Russia annette la penisola di Crimea violando trattati internazionali.
- Nel 2020 il mancato omicidio di un oppositore politico e la diffusione pubblica di nomi e date, rende pubblica la gestione degli oppositori da parte di Putin e del suo entourage.
- Nel febbraio 2022 Putin ordina “l'operazione militare speciale", cioè l’invasione dell’Ucraina, diffusa presso la popolazione russa come azione di difesa.