Vittorio Alfieri: riassunto breve
Vittorio Alfieri: riassunto breve della vita, opere e trama delle tragedie principali del poeta
VITTORIO ALFIERI
Considerato il maggiore poeta tragico del 700 Vittorio Alfieri raccontò di sè nella Vita, autobiografia la cui redazione fu iniziata intorno al 1790, nato nel 1749 da una nobile famiglia Alfieri frequentò l'accademia militare di Torino come voleva la consuetudine per un giovane della sua condizione sociale, abbandonò poi la carriera militare e viaggiò molto in tutta europa facendo un'intensa vita di società.
Dopo aver approfondiito la conoscenza dei classici nel 1744 scrisse la tragedia Antonio e Cleopatra ottenendo un grande successo, tra il 1776 e il 1777 soggiornò in toscana dove conobbe luisa stolberg contessa d'albany alla quale si legò sentimentalmente sempre nel 1777 scrisse il trattato della Tirannide in cui diede espressione alla propria avversione per ogni forma di tirannia.
Tra il 1776 e il 1777 scrisse Antigone, Agamennone e Oreste, tra il 1777 e il 1779 videro la luce le cosìdette tragedie della libertà: Virginia, Timoleone e La congiura dei pazzi, nel 1782 scrisse la Merope e la tragedia Saul, considerata il suo capolavoro. Tra le ultime tragedie abbiamo Bruto primo e Bruto secondo e la Mirra. Nel 1790 ASlfieri cominciò la stesura del resoconto della propria esistenza Vita scritta da esso considerato un capolavoro del genere autobiografico, morì nel 1803.
VITTORIO ALFIERI: AUTOBIOGRAFIA
La Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso è stata considerata dalle opere più significative, iniziata nel 1790 e pubblicata postuma nel 1804 è divisa in 4 parti: epoca prima puerizia, epoca seconda adolescenza, epoca terza giovinezza, epoca quarta virilità.
Più che le vicende personali e gli avvenimenti questa autobiografia che ripercorre le tappe principali della sua vicenda umana delinea una figura ideale di uomo e di poeta, un eroe tragico preso da forti sentimenti e forti passioni ribelle e travagliato in conflitto esistenziale con se stesso e con il mondo.
TRATTATI POLITICI DI ALFIERI
Il disprezzo di alfieri per ogni forma di assolutismo e di tirannia è teorizzato in 2 trattati: Della tirannide e Del principe e delle lettere, nel primo alfieri evidenziò i limiti che i regimi tirannici pongono alla realizzazione dei singoli tracciando un quadro senza tempo dell'oppressione e dell'ingiustizia.
Nel secondo sostenne la necessità che il poeta fosse libero in modo che la poesia potesse continuare ad essere la massima espressione di libertà, lo scritto esprimeva anche una formale condanna del mecenatismo poichè non può esistere collabarazione che non incrini la libertà della creazione.
TRAGEDIE DI ALFIERI
Alfieri scrisse 19 tragedie. L'azione nella tragedia alfieriana si svolge in 5 atti, il verso usato è l'enedasillabo sciolto, il linguaggio si presenta estremamente solenne ed enaftico, la vicenda ruota intorno al personaggio principale, l'eroe, che in solitudine si impone su tutti i personaggi minori e contro l'antagonista, il tiranno in una contrapposizione manichea tra bene e male.
in tal senso il teatro alfieriano è piuttosto uniforme nella struttura, nella forma e nella identità dei personaggi, anche la trama risulta alquanto schematica, mentre massima importanza rivestono i sentimenti e le passioni del protagonista in un crescendo di tensione tragica.
Tra le tragedie abbiamo Filippo con esplicito riferimento a Filippo II di Spagna in cui rappresentò per la prima volta il mito del tiranno che esercita una feroce oppressione un incontrastato potere fino all'uccisione del figlio carlo che gli si oppone, il tema di Polinice si ispirava invece alla Tebaide di Stazio: i figli di Edipo Eteocle e Polinice frutto della relazione incestuosa tra Edipo e la madre si uccidono in battaglia per il dominio di Tebe rendendo evidente che un oscuro e tragico destino grava sulla stirpe colpevole di Edipo.
La vicenda trova una sua continuazione nell'Antigone, in cui la protagonista sorella di Eteocle e Polinice cade vittima del re Creonte associando al proprio destino anche quello di Emone figlio di Creonte e innamorato di lei.
Agamennone e Oreste sono tragedie che trattano del medesimo argomento: figura centrale è quella di Clitennestra, moglie adultera di Agamennone, che fa uccidere il marito dall'amante Egisto. Nell'Oreste il figlio di Agamennone vendicherà il padre uccidendo la madre e il suo amante.
Virginia è una tragedia della libertà in cui gli eroi incarnano virtù patriottiche e morali, il personaggio centrale Icilio è l'eroe che si scontra con il tiranno Appio Claudio per difendere l'amata Virginia da lui desiderata, dopo la morte di Icilio e di Virginia il popolo insorge contro il tiranno.
Don Garcia, Maria Stuarda e Rosamunda di ispirazione più letteraria uniscono amore e lotta contro la tirannide.
Dal 1782 al 1785 Alfieri pubblicò altre nove tragedie, tra le quali i suoi capolavori: Saul e Mirra. In questi lavori Alfieri superò lo schema del conflitto esasperato tra due personaggi riunendo in un unico personaggio dominante(esasperato dal conflitto interiore) le figure antitetiche di eroe e tiranno, il protagonista in lotta con il fato rivela tutta la sua forza e la sua carica emotiva.
Saul ha come protagonista il re d'Israele, nel comportamento contradditorio e ambiguo verso David marito della figlia Micol e prescelto da Dio come suo successore, si manifesta il tormento interiore per i successi del giovane, considerata il capolavoro del teatro alfieriano, la tragedia si conclude con il suicidio del vecchio re tiranno-eore sul campo di battaglia.
Mirra, figlia di Ciniro re di Cipro e promessa sposa di Pereo, si suicida a causa dell'incestuoso amore per il padre, tormentata dal suo dramma interiore Mirra è vittima innocente fino alle estreme conseguenze.
RIME DI ALFIERI
Stati d'animo angosciosi e conflitti interiori, idealità politiche e morali, riflessioni generali sulla poesia, notazioni autobiografiche: le Rime si presentano come una raccolta di circa 300 comoponimenti tra sonetti, canzoni, odi, epigrammi, stanze, capitoli in terzine scritte dal poeta a partire dal 1776, I temi trattati spaziano da soggetti mitologici classicheggianti fino a motivi personali e più intimi come la canzone in cui Alfieri afferma di attendere la morte, si dividono in due parti: la prima fu pubblicata nel 1798 e la seconda nel 1804.