Vita di Senofonte

Senofonte: riassunto della vita di uno dei più importanti scrittori poligrafi dell'antichità, seguace della filosofia di Socrate e famoso per la sua personalità poliedrica e imprevedibile

Vita di Senofonte
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VITA DI SENOFONTE: RIASSUNTO

Senofonte
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In lui si concentrano molti elementi contrastanti che delineano una personalità piuttosto complessa e difficile da comprendere con certezza; infatti, Senofonte fu ateniese e al tempo stesso un sostenitore di Sparta, è considerato un uomo di azione e di cultura, un avventuriero militare e un amante della tranquilla vita di campagna accanto alla moglie e ai figli. Tutti questi caratteri contrastanti, però, non appaiono più incomprensibili se si considera che essi non sono altro che il riflesso di un'epoca di trapasso e pertanto ricca di contraddizioni.

SENOFONTE E SOCRATE

Senofonte nacque ad Atene verso il 430 a. C. da una famiglia di origine equestre, che quindi era molto ricca e aristocratica. Gli anni della sua formazione, che per noi risultano ignoti a causa della mancanza di notizie, furono indubbiamente segnati dall'incontro con Socrate, il quale diventò per Senofonte, così come per la maggior parte dei giovani ateniesi, un vero e proprio idolo e una guida da ascoltare, da seguire e da cui ricavare importanti insegnamenti di vita. Senofonte dimostrò subito di avere un carattere inquieto e uno spirito aristocratico e sognava, come gli antichi eroi, avventure in terre lontane e gloriose imprese di guerra.

SENOFONTE: MERCENARIO ATENIESE

L'evento centrale della sua vita fu la partecipazione, nel 401 a. C., alla spedizione militare organizzata da Ciro il Giovane, un potente satrapo dell'Asia Minore, contro il fratello Artaserse II, re di Persia. Quando un suo amico, il beota Prosseno, lo esortò ad arruolarsi come soldato mercenario nell'esercito capeggiato da Ciro, Senofonte accettò senza esitazione; questa fu la grande occasione della sua vita. Infatti, la spedizione fallì e Ciro morì sul campo di battaglia, a Cunassa

Dopo la morte di Ciro, Senofonte fu prescelto per guidare la ritirata dei diecimila soldati mercenari greci e compì memorabili imprese, al termine delle quali, riuscì a consegnare il contingente agli spartani, nella primavera del 399 a. C. Inoltre, Senofonte compì grandi imprese in Tracia, alleandosi all'esercito di Seute, il re degli Odrisi, si consegnò alla spartano Tibrone e strinse una profonda amicizia con il re spartano Agesilao, il quale era in lotta con Farnabazo.

Combattendo accanto a Ciro, che era un grande sostenitore degli Spartani, Senofonte si era avvicinato molto a Sparta; il suo atteggiamento filospartano diventò ancora più evidente quando egli decise di unirsi alle milizie di Agesilao che stavano combattendo in Asia Minore, e ancora di più quando, alleandosi con il re spartano, partecipò con lui alla battaglia di Coronea, avvenuta nel 394 a. C., impugnando le armi contro Tebe e contro Atene, la quale, per questo motivo, lo bandì dalla città. 

L'ESILIO E LA MORTE DI SENOFONTE

Allora, esiliato dalla sua patria, Senofonte non combatté più e si ritirò a vita privata con la moglie e con i suoi figli, Grillo e Diodoro, a Scillunte, vicino Olimpia, dove ricevette in dono dagli Spartani un podere, come risarcimento dei beni confiscati e come ricompensa dei suoi servigi. In questo podere, Senofonte trascorse vent'anni a fare il proprietario terriero e a dedicarsi alle occupazioni agricole, alla caccia, alla raccolta e alle cure della famiglia.

Sicuramente, in quel periodo, egli cominciò a scrivere le sue memorie e, come emerge dall'affettuosa rievocazione del luogo in occasione della festa annuale in onore di Artemide, quelli furono anni felici. Dopo la sconfitta degli Spartani nella battaglia di Leuttra, avvenuta nel 371 a. C., Senofonte fu costretto ad abbandonare Scillunte e a rifugiarsi prima a Lepreo e poi a Corinto.

L'aumentare della potenza di Tebe spinse Atene a riconciliarsi con Sparta e quindi, a revocare il decreto dell'esilio di Senofonte, il quale, però, decise di non tornare più nella sua patria. I suoi figli, invece, tornarono ad Atene e uno dei due, Grillo, morì nella battaglia di Mantinea, conclusasi nel 362 a. C., combattendo valorosamente per la patria. Dopo la morte del figlio Grillo, Senofonte si riavvicinò ad Atene, come testimonia la sua opera Poroi ("Entrate"), scritta dopo il 355 a. C., nella quale egli elargisce suggerimenti concreti per risanare l'economia ateniese. Senofonte morì dopo il 354 a. C., all'età di novant'anni.

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