Violenza sulle donne: l'informazione arriva a scuola
Violenza, stalking, body shaming, cyberbullismo. La violenza sulle donne ha varie forme, anche a scuola. Se ne parla in occasione del 25 novembre
#RISPETTALEDIFFERENZE: LA CAMPAGNA DEL MIUR
Il 25 novembre si celebrerà come ogni anno la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il Miur decide di scendere in campo in versione “social”. Fino a quella data, infatti, il Ministero proporrà giorno dopo giorno sui propri profili online i princii che costituiscono le linee guida proposte dalla ministra Valeria Fedeli lo scorso 27 ottobre nell’ambito del lancio del Piano nazionale per l’educazione al rispetto.
www.noisiamopari.it è il portale di riferimento per la campagna informativa sulla parità di genere. Sui social gli hashtag dedicati saranno #noisiamopari e #rispettaledifferenze. Lo scopo? Sensibilizzare gli studenti al tema della violenza sulle donne.
VIOLENZA SULLE DONNE: I DATI
Secondo le ultime stime Istat, riferite al 2015, sono 6 milioni 788 mila le donne che nella loro vita hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% tra i 16 e i 70 anni. Nel dettaglio:
- il 20,2% ha subìto violenza fisica
- il 21% ha subito violenza sessuale
- il 5,4% ha subito forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri
A proposito di questi ultimi, sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri.
Le violenze, stima l'Istat, non si fermano nemmeno in gravidanza: in alcuni casi non solo non sono diminuite, ma sono addirittura aumentate (o iniziate).
I dati sullo stalking sono ugualmente preoccupanti: il 16,1% delle donne dichiara di averlo subito nel corso della propria vita.
Alto anche il numero dei femminicidi: nel 2016 le donne vittime di omicidi volontari in Italia sono state 149.
VIOLENZA E FEMMINICIDIO: CHI LI COMMETTE
A discapito del pensiero comune, è stimato che la maggior parte delle violenze fisiche e sessuali sulle donne siano opera di familiari, partner attuali o precedenti (62,7% degli stupri), mentre le molestie sessuali sono effettivamente opera di sconosciuti (qui il numero sale a 76,8%).
Il dato positivo che emerge è che negli ultimi anni il numero di violenze è effettivamente in declino. Perché?
- Per un'informazione capillare data anche dal lavoro sul campo delle associazioni e dagli operatori impegnati nel settore
- Per una migliore capacità delle donne di prevenire e fronteggiare il fenomeno
- Per un clima generale di più aperta condanna della violenza
VIOLENZA: PERCHÉ PARLARNE A SCUOLA
L’ambiente scolastico non affatto è esente dal fenomeno della violenza di genere.
Recentemente il Telefono Azzurro è tornato sul tema cyberbullismo con una preoccupante indagine condotta fra i preadolescenti, ma già Microsoft a febbraio presentava statistiche delicate: si parlava di 2 adolescenti su 3 vittima di cyberbullismo.
Purtroppo, gran parte delle minacce online investono proprio le ragazze e la sfera sessuale o quella del body shaming, ovvero la derisione di una persona in pubblico per motivi legati all'aspetto fisico. Le conseguenze sono immaginabili: si va da disturbi dell'ansia o alimentari a forme di depressione e tendenze autolesioniste.
Ma come si può affrontare il tema con creatività e intelligenza?
Un esempio c'è. Nel 2016 la Regione Lazio ha sviluppato con alcune scuole il tema della violenza delle donne a partire dal fumetto, e i risultati sono stati impressionanti. Le storie rappresentate dagli studenti sono tutte creative e ricche di sfumature.
Che possa diventare uno spunto per una tesina a tema per la maturità 2018?