Vincenzo Monti: biografia e opere

Biografia, opere e poemi di Vincenzo Monti, scrittore e drammaturgo italiano, esponente del Neoclassicismo
Vincenzo Monti: biografia e opere
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1Vincenzo Monti e il Neoclassicismo

Vincenzo Monti
Vincenzo Monti — Fonte: getty-images

In un primo momento le istanze neoclassiche vengono espresse, in ambito letterario, dall'Accademia dell'Arcadia che, con il suo razionalismo, la sua linearità e chiarezza espressiva, dà una prima risposta agli eccessi del barocco ed una prima forma, anche se immatura, di recupero classicista.   

A rendere le istanze neoclassiche più definite e consapevoli arriva, a metà Settecento, il periodo delle grandi indagini archeologiche che in Italia si svolgono principalmente a Roma ed in Campania: è in questo periodo vengono riportate alla luce le rovine di Pompei ed Ercolano e cominciano le prime grandi teorizzazioni sulla Storia antica.   

Winckelmann, uno dei più grandi archeologi dell'epoca, definisce per la prima volta una storia dell'arte classica basandola su criteri stilistici e stabilendo che la sua espressione più compiuta si è avuta nella scultura greca del V e IV secolo a. C, mentre quella romana è un'arte decadente. Secondo l'interpretazione di Winckelmann le statue elleniche del periodo trasmettono un ideale di equilibrio, di una grandezza quieta e semplice, che non subisce l'influenza di emozioni violente, tutte caratteristiche estetiche vengono riprese ed adottate dalla letteratura neoclassica. 

La scelta del tedesco Winckelmann di assegnare alla Grecia il primato della classicità si spiega anche con una sorta di contrapposizione nazionalista alla Francia post-rivoluzionaria che, repubblicana prima ed imperiale sotto Napoleone, si rappresenta come erede della tradizione romana. In Italia l'idea che la perfezione stilistica sia un affare prettamente greco, e che l'arte romana venga considerata decadente, viene contrastata dagli intellettuali italiani che si sentono eredi diretti dell'esperienza storica e culturale romana: si formula quindi una soluzione di compromesso che parifica l'arte greca e quella romana.   

Il neoclassicismo italiano conosce principalmente due centri di diffusione: il primo, naturalmente, è Roma, dove si esprime in due forme: la prima, culturale, è favorita da Pio VI e si basa sul recupero del mondo classico e biblico; la seconda, che ha uno dei suoi maggiori rappresentanti in Ennio Quirino Visconti, esalta i valori civici favorendo, sotto l'influsso delle idee rivoluzionarie, l’opposizione politica al papato. Il secondo centro di diffusione è Milano, dove le istanze neoclassiche diventano il megafono del potere napoleonico che mira a rinnovare i fasti della Roma imperiale.  

2Vita di Vincenzo Monti

Vincenzo Monti nel 1809
Vincenzo Monti nel 1809 — Fonte: getty-images

Vincenzo Monti nasce il 19 febbraio 1754 ad Alfonsine, vicino Ravenna, nel territorio dello Stato della Chiesa. Durante il periodo all’università di Ferrara si distingue per alcuni componimenti poetici e alla fine degli studi, nel 1778, il cardinale Scipione Borghese lo invita a trasferirsi a Roma. In quel momento la città sta vivendo il momento più alto della sua stagione neoclassica, spinta dal volere di Pio VI, che intende sfruttare il rinnovato interesse per l’antico per esaltare l’Urbe contemporanea.  

Nel 1799 compone La prosopopea di Pericle, dedicata al Visconti, e la recita in Arcadia. Nel 1781, in occasione del matrimonio del nipote del papa Luigi Braschi Onesti, scrive la cantica La bellezza dell’universo, che colpisce lo sposo che lo prende come segretario. Inseritosi in breve tempo negli ambienti dell’alta aristocrazia romana, diventa una delle sue voci più importanti componendo diverse opere poetiche e due tragedie ispirate a Shakespeare: l’Aristodemo e il Galeotto Manfredi.  

Le notizie che arrivano a Roma sulla Rivoluzione francese spingono in un primo momento il Monti su posizioni conservatrici: da qui nasce l’idea del 1793 di comporre un poema, la Bassvilliana, in cui vengono raccontati gli eccessi della Rivoluzione. In seguito però, inizia ad avvicinarsi agli ideali repubblicani e giacobini, al punto di decidere, nel 1797, di abbandonare una Roma ormai sempre più preda dei fermenti anticlericali.  

Ennio Quirino Visconti
Ennio Quirino Visconti — Fonte: getty-images

Si trasferisce a Milano, dove inizia una nuova fase della sua vita. Divenuto sostenitore del potere napoleonico, ottiene vari incarichi nella Repubblica cisalpina e la cattedra di eloquenza all’università di Pavia, che mantiene fino al 1804: questo periodo è segnato da una fitta produzione letteraria che si limita, però, ai toni puramente celebrativi come ad esempio la Musogonia (1797), che narra la nascita delle muse, e che viene dedicata a Napoleone. Notevoli, invece, sono i risultati raggiunti nelle opere di traduzione: nel 1800 traduce la Pucelle d’Orléans (La pulzella di Orléans) di Voltaire, e dieci anni dopo pubblica una celebre traduzione dell’Iliade che lo rende famoso a livello europeo

Nel 1815 Milano ritorna sotto il regno asburgico con cui Monti accetta di collaborare: nel 1816 entra a far parte della rivista filoaustriaca “Biblioteca Italiana” mentre continua la sua produzione letteraria. Tuttavia il clima culturale è radicalmente cambiato ed è ormai egemonizzato dalle istanze e dalle posizioni romantiche, cosa che, di fatto, lo emargina dal dibattito intellettuale

Muore a Milano il 13 ottobre 1828, dopo aver dedicato gli ultimi anni della sua vita a stendere la traduzione dell’Iliade

3L'opera di Vincenzo Monti

Tra i massimi esponenti della corrente neoclassica, l'opera di Monti si caratterizza per la forte attenzione alla contemporaneità, cosa che lo spinge a comporre opere che sono in profonda relazione con gli eventi sociali e culturali del suo tempo. Ne sono un esempio i versi Sciolti a Sigismondo Chigi e i Pensieri d'amore per la cui stesura si lascia fortemente influenzare dalla lettura de I dolori del giovane Werther di Goethe e dalle Poesie di Ossian di MacPherson

Ritratto di Papa Pio VI
Ritratto di Papa Pio VI — Fonte: getty-images

L'influenza dei due autori si avverte soprattutto nelle liriche dei Pensieri d'amore, una serie di componimenti in cui parla del suo amore per Carlotta Stewart, in cui si ritrovano alcuni dei temi e delle atmosfere di queste opere. Che Monti si sforzasse di imitare stili che riteneva particolarmente eleganti ed efficaci non deve stupire, dato che la poetica classicista si basa sui princìpi dell'emulazione e dell'imitazione. 

Del periodo romano va anche ricordata l'ode Al signor Montgolfier, dedicata all'impresa dei due fratelli francesi che, per primi, fanno alzare in aria un pallone aerostatico: quest'ode è particolare anche per il fatto che l'autore decida di affrontare argomenti scientifici. 

L'attenzione di Monti alla nuova realtà politica che stravolge tutta Europa in seguito alla Rivoluzione francese si concretizza dapprima nella Bassvilliana, poema rimasto incompiuto in cui porta avanti posizioni reazionarie, e poi nelle varie liriche composte nel primo periodo milanese e dedicate a Napoleone e al potere francese.  

3.1Monti e l'Iliade

Un'importante esperienza letteraria di Monti è la traduzione dell'Iliade. Il poeta ci mette mano per la prima volta nel 1788, ma abbandona presto il progetto per poi riprenderlo in maniera definitiva nel 1806. Monti conosce bene il greco antico, ma non a tal punto da poter affrontare una traduzione completa del poema e, per realizzarla fa uso di altre traduzioni, su tutte quella in latino di Melchiorre Cesarotti

Foscolo polemizza con Monti criticandone l’approccio scarsamente filologico, ma la correttezza filologica non è nelle intenzioni del poeta ravennate: come scrive nelle Considerazioni sulle difficoltà di ben tradurre la protasi dell’Iliade le sue intenzioni sono quelle di fornire una versione del poema omerico in grado di coniugare l’antica poesia greca con la tradizione letteraria italiana, arrivando ad un risultato armonico ed elegante, piacevole e lontano dalla correttezza e dalla durezza «spartana» della versione foscoliana.