Iliade | Video

L'Iliade è il più antico poema dell'Occidente, dove si narra l'assedio di una città e, implicitamente, si celebra una vittoria storica di enorme prestigio

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L’Iliade circoscrive un episodio di quella guerra decennale che segnò il primo trionfo dell’Occidente sull’Oriente. Un’armata eccezionale fu imbarcata su un' imponente flotta e approdò ai piedi delle mura della “città dalle ampie strade”.

Il mito pone al centro degli avvenimenti una donna di incomparabile bellezza - la greca Elena, moglie del re di Sparta Menelao-, rapita per amore da Paride, figlio di Priamo re di Troia. Per lei si scatena una lunga guerra nella quale combattono guerrieri provenienti dai più lontani e diversi paesi.

Il merito di Omero è di aver estratto dal materiale tramandato, gli eventi più significativi per la tradizione storica della Grecia e di averli accentrati intorno a due figure di eroi destinati a diventate gli emblemi dello spirito ellenico: Achille, ovvero colui che con il suo valore portò gli Achei al limite della vittoria e colui che, dopo la morte di Achille, ne completò l’opera con ideologia e metodi diversi, ovvero Odisseo – anche noto con il nome di Ulisse.

L’Iliade, poema di Ilio come anche viene chiamata Troia, è in realtà un frammento della storia di Achille. A lui appartengono il primo e l’ultimo atto del racconto epico: l’episodio iniziale dell’ira, che serve a disegnare il profilo del personaggio, delle sue qualità e del suo carattere, e lo scontro finale con il principale avversario e nemico acerrimo di Ettore, scontro che suggella insieme la sorte personale di entrambi gli eroi e quella della città stessa: dopo la morte di Ettore, infatti, è fatale che muoia anche Achille e perisca la città di Troia.

Tutta la struttura portante del poema ruota intorno ad Achille. Il primo canto mette in scena l’eroe e lo elimina subito. 

Dopo la sua scomparsa però comincia la l’attesa:

- nel nono canto, quando riceve gli ambasciatori inviatigli da Agamennone per negoziare il suo ritorno in battaglia;
- nel sedicesimo, quando cede all’amico Patroclo le sue armi e lo manda in campo al posto suo;
- nel diciottesimo, quando gli viene annunciata la morte di Patroclo ucciso da Ettore e subito egli decide di ritornare a combattere per vendicare l’amico.

Poi, dal diciannovesimo canto al ventiquattresimo, l’attenzione si focalizza interamente su Achille, in un crescendo di tensione che culmina con lo spettacolare duello con Ettore e si chiude con la scena della restituzione del corpo di Ettore al padre Priamo per gli onori funebri che verranno celebrati a Troia.

Fra questi estremi si inserisce la sintesi di una lunga guerra.
La battaglia si risolve in grandiosi duelli fra nobili, in mirabili imprese di singoli eroi con l’intervento diretto delle divinità, schierate a loro volta in opposte fazioni.

Assistiamo all’incontro fra Ettore e Andromaca, alla scena dell’ambasceria nella tenda di Achille, alla seduzione di Zeus da parte di Era, alla leggendaria fabbricazione delle armi di Achille da parte di Efesto e allo scontro tra gli dei, riflesso nella parodia degli eventi umani.



Tanti quadri che allentano e che allo stesso tempo incrementano la tensione concentrandola sull’obiettivo finale, la vittoria di Achille su Ettore, l’evento che segna la svolta decisiva per Achille e per Troia.
Con l’uccisione di Ettore, il nome dell’eroe entrerà nel mito.

Tutti i re e i principi si battono per la propria gloria personale. Non per la patria, non per Elena. Perché Elena è bella, ma è più bella la gloria, più ambita è Troia, la città che non si concede.
Ed è per questo che l’Iliade, oltre a narrare le gesta di Achille, è anche il canto d’amore di due eroi per una grande città.
In questa vicenda di uomini in battaglia Elena trascorre come un’ombra: schiacciata da presenze più concrete come quella di Ecuba, sposa di Priamo, e Andromaca, sposa di Ettore, e dalle affascinanti apparizioni divine di Era, Atena, Afrodite e di Teti, madre di Achille.

Ne' Elena ne' la schiava Briseide, costituiscono il punto focale del romanzo di Achille: sono piuttosto Agamennone, Patroclo ed Ettore a segnare le tappe del suo destino. La guerra è la “festa crudele” di guerrieri che sfidano la morte ad ogni istante.

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