Vacanze studio all'estero: l'esperienza che fa la differenza sul tuo CV

Di Veronica Adriani.

Per dare una svolta alla propria vita, le vacanze studio all'estero sono l'esperienza più consigliata. E non solo per imparare l'inglese

VACANZE STUDIO ALL'ESTERO PER RAGAZZI

I programmi di studio Intercultura permettono di organizzare la propria vacanza all'estero fuori dalle rotte tradizionali
I programmi di studio Intercultura permettono di organizzare la propria vacanza all'estero fuori dalle rotte tradizionali — Fonte: istock

Imparare una nuova lingua e conoscere persone da tutto il mondo: per chi sceglie di fare un'esperienza alternativa, sono questi gli obiettivi principali delle vacanze studio all'estero. I ragazzi sembrano saperlo bene: secondo una ricerca della Fondazione Intercultura, infatti, conoscere le lingue è un asset fondamentale per avere successo e soddisfazioni per il 46% degli adolescenti italiani fra 14 e 19 anni. Ma c'è una sorpresa: subito dopo l'inglese, i ragazzi indicano come lingua fondamentale per il lavoro il il cinese. Seguono lo spagnolo (7%) e il tedesco (6%).

Se questo da un lato potrebbe stupire, dall'altro risponde a una logica ferrea: le lingue asiatiche sono entrate a pieno titolo nel mondo globalizzato, e conoscerle attraverso corsi di lingua specifici che insegnino anche i fondamenti delle culture nelle quali si inseriscono, diventa davvero un vantaggio competitivo nel mondo del lavoro.

È quello che fa Intercultura, organizzando corsi di studio all'estero nel periodo estivo anche in zone del mondo lontane dalle mete tradizionali delle vacanze studio. Proprio in questi giorni sono in scadenza tre programmi di studio (Canada, Finlandia e Giappone), ma tra marzo e aprile si raccoglieranno le iscrizioni per altre mete: tra le altre, l'India, gli Stati Uniti, la Tunisia, la Russia.

 

DINAMICHE INTERCULTURALI: GLI ERRORI CHE POTRESTI COMMETTERE

Fare una vacanza studio all'estero in una meta "esotica", significa anche entrare a contatto con culture estremamente diverse dalla nostra, rischiando talvolta anche qualche brutta figura.

Intercultura ha raccolto fra i suoi studenti alcune delle esperienze più significative. Le vuoi scoprire?

  • Silvia, che è stata in vacanza-studio in India, racconta che la sua "mamma indiana" voleva conoscere la sua giornata nei dettagli. Il motivo? "Knowing is caring": ovvero, solo se mi permetti di sapere cosa fai, posso aiutarti e tutelarti.
  • Mattia, che ha trascorso un mese in Cina, ha imparato che i nomi cinesi vengono sempre indicati dopo il cognome.
    Dunque, volendo usare un registro formale con Han Jihao, il suo professore, non doveva dire "Mr. Jihao ma Mr. Han. Ha anche imparato che per i cinesi è molto complicato dire un "no" secco: dunque, quando qualcuno risponde con "sì" ad una richiesta di permesso, ad esempio, spesso sta solo usando un modo educato per negarla.
  • Maria ha imparato che in Giappone dopo cena c'è l'usanza per tutta la famiglia di rilassarsi con un bagno nella vasca. Ma la gerarchia di utilizzo è strettissima: guai a non rispettarla!
  • Camilla, dopo un mese in Giappone, ha acquistato delle buste per poter spedire delle lettere in Italia. Peccato che quelle buste avessero tutt'altro scopo: vengono infatti usate durante i funerali per raccogliere i soldi per il defunto. Immaginate la faccia del prof quando lo ha scoperto. . .