Test medicina: fermata l’alternativa romena ad Enna

Medicina: sequestrati ad Enna i locali dove si svolgevano i corsi preparatori per la facoltà di Medicina dell’università romena di Galati. Ecco cos'è successo

Test medicina: fermata l’alternativa romena ad Enna

TEST MEDICINA – Qualche giorno prima del test di medicina 2015 era stata diffusa la notizia che ad Enna stava per essere aperta una succursale dell’università romena Dunarea de Jo di Galati, che avrebbe permesso di frequentare il corso di Medicina e chirurgia e quelli di Professioni sanitarie in romeno senza spostarsi dall’Italia. Per accedere gli studenti dovevano frequentare un corso intensivo di lingua, superare un test e pagare una retta che si aggira intorno ai 9000 euro l’anno. La novità aveva suscitato molte polemiche e il Miur era intervenuto per diffidare i soggetti convolti a proseguire all’apertura del corso. I preparativi però, erano proseguiti lo stesso, ma ora sono stati ufficialmente bloccati dalla procura di Enna che ha sequestrato le stanze dove si tenevano i corsi preparatori di lingua romena.

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MEDICINA ENNA - Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nella mattina dell’11 novembre la Guardia di Finanza ha effettuato un blitz e ha sequestrato i locali dell’Ospedale Umberto I di Enna, dove dal 12 ottobre scorso si stavano tenendo i corsi intensivi di romeno necessari per partecipare al test d’ingresso alla facoltà.
Il motivo del sequestro? Le stanze dell’ospedale sarebbero state occupate senza alcun presupposto legale.

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TEST MEDICINA, FACOLTA’ ROMENA ENNA - Le aule dell’Umberto I, infatti, sarebbero state concesse tramite un protocollo firmato dalla Fondazione Proserpina, promotrice dell’attivazione del corso di laurea, e dall’ex commissario straordinario dell’Asp di Enna. Questo accordo, però, non si troverebbe da nessuna parte, perché non risulta agli atti dell’Asp.
Ora, quindi, dopo le diffide del Ministero e dell’assessorato alla Sanità della Sicilia, le aule sono state sequestrate e le lezioni sono state bloccate. Cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati e la magistratura ha aperto un’inchiesta sulla Fondazione Proserpina.

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