Erasmus, il più amato dagli studenti

Fuggire dalla propria Università e rifugiarsi per un periodo all'estero. Un sogno che ogni anno circa 10.000 studenti italiani coronano con i progetti di scambio internazionale, Socrates/Erasmus in testa

Erasmus, il più amato dagli studenti

La richiesta di partecipazione degli studenti a progetti di mobilità internazionale trova ad oggi molti ostacoli nell'essere raccolta dalle istituzioni. In primo luogo per fattori economici, in secondo luogo per motivi curriculari. Ma andiamo con ordine e partiamo dai progetti più famosi per arrivare a quelli ancora sperimentali.

Come nasce il programma

Nel 1987 la comunità europea diede vita, nell'ambito del programma d'azione per la mobilità studentesca, al Programma Erasmus. L'obiettivo principale, quello dell'educazione delle future generazioni di cittadini in un contesto europeo, comincia a sembrare raggiungibile. Nell'anno in corso si raggiungerà infatti, la fatidica cifra del milione di studenti europei che nell'arco di questi 15 anni hanno svolto un percorso di formazione universitaria in un paese comunitario.

Dove farlo
Il programma in corso, il Socrates/Erasmus prevede la partecipazione dei paesi dell'Unione, dei 12 associati all'Unione (Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca...), della Norvegia, dell'Islanda e del Liechtenstein.

Durata
Il programma Erasmus prevede la possibilità di svolgere all'estero un periodo di studi (dai 3 ai 12 mesi) nei quali lo studente, ovviamente senza pagare le tasse nell'Università ospitante, ma continuando a pagarle in quella in cui risulta iscritto, segue corsi e altre attività nell'Università straniera e può svolgere esami vedendoseli poi riconosciuti nella propria Università attraverso il sistema ECTS (European Credit Transfer System).
Per partecipare al progetto Erasmus devi tenere sotto controllo i bandi pubblicati dal tuo ateneo.

Il bando
Ogni Università partecipante, grazie all'attività di collaborazione tra docenti e agli accordi tra le Università, bandisce ogni anno (verso Febbraio) un certo numero di posti. L'ufficio competente nel tuo Ateneo è l'Ufficio Relazioni Internazionali (URI). Normalmente ogni posto "bandito" è riferito ad uno specifico corso di laurea. Possono partecipare tutti gli studenti indipendentemente dal merito e dal reddito anche se, qualora ci siano più domande che posti a disposizione, si procede normalmente ad una selezione che tenga presente le motivazioni "didattiche e curriculari".

Il learning agreement
In effetti quando presenti la domanda per la partecipazione devi allegare anche il cosiddetto "Learning agreement" nel quale specifichi che esami (o attività, si può andare anche per svolgere ricerche o la tesi) vuoi svolgere nell'Università ospitante. L'accordo stipulato non è immodificabile.

Modificare il piano di studi
Normalmente, qualora tu fossi accettato, potrai modificare il tuo piano di studi per l'estero entro un mese dal tuo arrivo nell'Università straniera, così da poter perfezionare il tutto in base all'offerta formativa che effettivamente troverai (a volte può capitare di "non trovare" più i corsi che hai scelto a distanza).

La borsa Erasmus
Si può partire "con o senza borsa Erasmus". In effetti capita che le Università stipulino accordi per ospitare un numero maggiore di studenti rispetto a quelli "finanziati" dall'UE. La borsa Erasmus è bassissima ma spesso le Università Italiane prevedono integrazioni proprie. Infine c'è la possibilità di accedere alle borse dell'Azienda (o Ente) per il Diritto allo Studio.

La lingua
Prima di partire cercate di migliorare la vostra conoscenza della lingua.

Nei centri linguistici degli Atenei sono previsti corsi di preparazione nei periodi estivi.

L'assistenza sanitaria
Non dimenticate, prima di partire, di chiedere il modello per l'assistenza sanitaria all'estero.
Così come tutti i cittadini europei, prima della partenza, bisogna farsi rilasciare il Mod. E111 dal Servizio Sanitario Nazionale.
Per ottenere l'assistenza medica all'estero, si deve presentare il Mod. E111 alle Aziende Sanitarie Locali che rilasceranno il documento necessario per permettere allo studente di recarsi da un medico.

Cercare casa
Una volta che siete sicuri di aver ottenuto il posto la cosa più complessa sarà il cercare casa a distanza. Gli Atenei del Nord-Europa sono normalmente meglio organizzati e riservano agli studenti Erasmus dei posti negli studentati.
Più complessa è la situazione se scegliete Spagna, Portogallo e in parte anche la Francia. Non scoraggiatevi. Può capitare di partire senza avere una casa già a disposizione. Impiegherete un po' di giorni, ma se saprete muovervi bene non dovreste avere problemi.

Le regole per cercare casa sono sostanzialmente 3: Prendete i giornali con gli affitti e gli annunci nelle Università, andate all'Ufficio Erasmus predisposto per farvi aiutare, ma soprattutto andate alle associazioni studentesche aderenti all' Erasmus Student Network (ESN).
Lì troverete l'aiuto giusto e altri studenti provenienti da tutta Europa disperati come voi. Sarà il segno che l'avventura è cominciata. Per scoprire dall'Italia a quale associazione rivolgervi, contattate la locale Associazione Erasmus aderente all'ESN.

Sistemare il piano di studi
Trovata casa dovrete cominciare a prendere confidenza con l'Ateneo. Rivolgetevi al docente referente e "aggiustate" il vostro piano di studi. Ricordatevi di mandare le correzioni all'URI della vostra Università. La frequenza ai corsi, per superare gli ostacoli della lingua, sarà cruciale. Ancora più importante ai fini dell'apprendimento della lingua sarà la notte, le feste, il vero cuore del progetto Erasmus, la convivenza con studenti di tutti i paesi. Il resto lo imparerete giorno dopo giorno. Un'ultima raccomandazione: dopo i primi mesi tra "Erasmus" sforzatevi anche per integrarvi con gli studenti del paese in cui andate.

Riconoscimento degli esami: i moduli da presentare
Una volta tornati il vostro maggior problema sarà il riconoscimento degli esami svolti all'estero.
Dovrete presentare la modulistica che attesti lo svolgimento dell'esame, il numero di ore dei corsi seguiti, il voto riportato. Per capire che voto dovrà esservi riconosciuto dovete consultare le tabelle di conversione.

La conversione dei voti
I paesi europei hanno scale di valutazione differenti, esiste però una scala internazionale (A-B-C...) e per ogni paese aderente al programma Erasmus esiste una conversione dalla scala usata nei propri Atenei a quella internazionale. L'unico problema è che una fascia di voti rientra nella stessa scala. All'interno della fascia (della scala italiana) corrispondente alla lettera (della scala internazionale) la decisione (per esempio un B può essere un 26, un 27 od un 28) dipenderà da fattori non propriamente definiti. Può essere importante riportare in Italia le statistiche sulla distribuzione dei voti ottenuti per l'esame che voi avete sostenuto.
Affidatevi ai rappresentanti dell'Udu.

La sindrome da Erasmus

Prima di partire: agitazione, nervosismo, confusione, paura. Non vedrete l'ora di partire, ma allo stesso tempo troverete ogni giorno, inconsciamente, un presunto motivo in più per non partire. Resistete e raccogliete informazioni che potranno esservi utili. Numeri di telefono, indirizzi, contatti, e-mail, ....

Appena giunti: vi sentite estranei (e lo siete infatti), non capite una parola della lingua del posto, le case vi sembrano tutte bettole, le persone che incontrate pensate non si lavino, il cibo vi fa impressione, vi manca il/la vostro/a partner (che tra poco dimenticherete), sarete tentati di ripartire...
Resistete e passate il primo periodo con altri nelle vostre stesse condizioni, che saranno principalmente altri italiani. Evitate di prolungare questa fase per troppo tempo.

Prima di ripartire per l'Italia: siete nati per vivere nella città dove vi trovate, non sopportate più gli italiani, vi sentite liberi, volete prolungare il più possibile il vostro periodo di studi all'estero... Valutate correttamente. Potreste pentirvene. Sia che rimaniate, sia che ripartiate.

Dopo il rientro in Italia (se rientrate in Italia): siete estranei, non capite perché devono parlare tutti maledettamente la stessa lingua (l'italiano), vi sembrano tutti troppo ordinati, organizzati, con orari rigidamente prefissati, vi sentite soffocare, volete fuggire, volete tornare nella vostra amata città e a casa vostra (perché quando parlate della vostra camera in Erasmus continuate a definirla la vostra camera, al presente, e, purtroppo, non è più così). Resistete. Una volta tornati in Italia ripartire sarebbe una follia, non trovereste più il vostro mondo, saranno arrivati i nuovi Erasmus, studiate, laureatevi e fate ciò che più vi piace, è scoccata l'ora della costruzione del vostro futuro. Magari pensando ad un post-lauream all'estero.

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