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Ad alta voce: lo sportello di ascolto per le studentesse dell'Università Statale di Milano
In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, l’Università Statale di Milano lancia Ad alta voce, uno servizio di ascolto e orientamento rivolto alle studentesse, per intercettare precocemente il rischio di violenza fisica e psicologica all’interno delle relazioni. Lo sportello di ascolto si inserisce nell’ambito delle iniziative attuate dall’Ateneo a supporto del benessere psicologico degli studenti.
L'Ateneo, in passato ha fondato l'Osservatorio Violenza sulle donne e lo scorso anno, invece, ha promosso il corso interdisciplinare “Violenza di genere: percorsi formativi interdisciplinari” volto al riconoscimento, alla prevenzione e al superamento della violenza di genere in tutte le sue forme. Inoltre, è sede di Human Hall, centro di eccellenza per la ricerca che promuove azioni concrete per favorire l’inclusione.
Ad alta voce: annunciato in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne
Lo sportello Ad alta voce è stato annunciato durante l'evento "Violenza di genere e stereotipi – Educare per prevenire", realizzato nell'Ateneo in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Il servizio è promosso da Marilisa D’Amico, Prorettrice delegata a Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti e da Marina Brambilla, Prorettrice delegata ai Servizi per la Didattica e agli Studenti dell’Università degli Studi di Milano.
Ad Alta voce: cosa prevede il servizio
Il servizio verrà attivato nell'ambito delle attività di supporto psicologico offerto dell'ateneo che prende in carico circa duemila studenti ogni anno attraverso attività di orientamento e counseling, grazie agli accordi stretti dall’Ateneo con realtà territoriali specializzate.
Inoltre, Ad alta voce si avvarrà della collaborazione con il centro antiviolenza pubblico SVSeD (Soccorso violenza sessuale e domestica) fondato da Alessandra Kustermann presso la clinica Mangiagalli. L'Università prevede in un primo momento la realizzazione di una rete di ascolto volta ad accogliere e intercettare precocemente il disagio di donne coinvolte in relazioni che mostrino tratti manipolatori, ossessivi o di possessività, condizioni troppo spesso minimizzate ma che purtroppo molto frequentemente preludono ad atti di violenza psicologica e fisica. In un secondo momento verrà attivato l’orientamento verso il SVSdE.
“L’attivazione di uno sportello informativo sulla violenza di genere, collegato a un vero centro antiviolenza, come quello della Mangiagalli, già della Statale - commenta Marilisa D’Amico - consente di intervenire ancora più in profondità su questo drammatico fenomeno su cui anche le nostre studentesse e i nostri studenti ci chiedono aiuto. Allo sgomento e all’impotenza che si sta manifestando in questi giorni, in università possiamo rispondere sul piano degli strumenti concreti, dall’insegnamento, alle attività informative e formative sul territorio, come questa”.
“Aggiungiamo con ciò un ulteriore tassello alle diverse azioni messe in campo a favore del benessere studentesco. Faremo in modo che l’ateneo sia sempre più un luogo capace di supportare gli studenti in tutti gli ambiti della loro formazione e crescita personale, un luogo in cui trovare ascolto, aiuto e supporto anche in relazione agli episodi di molestie e violenza, che vanno contrastati senza indugio”, afferma Marina Brambilla.
Conclude il Rettore della Statale Elio Franzini: “Il tragico epilogo della vicenda di Giulia Cecchettin, giovane donna, studentessa brillante, sta generando un profondo movimento di opinione, il richiamo ad interventi di diversa natura, che non possono più attendere. L'università, luogo di crescita di uomini e donne, ha un ruolo fondamentale, di educazione, formazione, studio, sensibilizzazione. In Statale abbiamo all'attivo molte iniziative sul tema del contrasto alla violenza di genere. Oggi con questo servizio vogliamo fare un altro passo, dare alle nostre studentesse un canale di ascolto e di aiuto fattivo, essere loro alleati nel contrasto ad ogni minaccia di violenza e nella crescita della sempre più piena consapevolezza dei loro diritti”.
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