Ultime lettere di Jacopo Ortis: riassunto dell'opera di Ugo Foscolo

Ultime lettere di Jacopo Ortis: riassunto dettagliato dell'opera di Foscolo, primo vero romanzo epistolare italiano ispirato al Werther di Goethe

Ultime lettere di Jacopo Ortis: riassunto dell'opera di Ugo Foscolo
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Ultime lettere di Jacopo Ortis

Le ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo è un romanzo epistolare ispirato a Goethe
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Le ultime lettere di Jacopo Ortis è considerato non solo uno dei capolavori di Ugo Foscolo, ma anche il primo vero esempio di romanzo epistolare italiano.

La storia è raccontata infatti attraverso le lettere che il protagonista Jacopo Ortis, ha inviato all'amico Lorenzo Alderani, che ne riporta la storia dopo il suicidio.

Il romanzo è considerato spesso parzialmente autobiografico: l'impeto romantico del giovane Ortis è infatti tipico anche di molti dei componimenti foscoliani. L'ispirazione chiara è comunque ai Dolori del giovane Werther di Goethe.

Ultime lettere di Jacopo Ortis: edizioni

La storia editoriale del romanzo non è semplicissima.

  • La prima versione viene pubblicata nel 1798 a Bologna. L’opera risulta incompleta e antecedente al trattato di Campoformio, che ha invece degli importanti effetti sull'opera foscoliana. La ragione è che Foscolo, che all'epoca era ufficiale dell'esercito napoleonico, partito per il fronte non completa il romanzo. L'edizione di Bologna, quindi, non è terminata dall'autore, ma da Angelo Sassoli attraverso gli appunti lasciati da Foscolo.
  • La pubblicazione di Milano risale a quattro anni dopo la prima. Foscolo sconfessa la prima pubblicazione e paga questa a sue spese. Questa seconda pubblicazione è caratterizzata dal cambiamento della protagonista, una giovane di nome Teresa, e al'ampliamento del tema politico. Dal 1802, anno della versione milanese, il romanzo fu stampato più volte e la sua diffusione andò ben oltre i confini italiani.
  • L’edizione di Zurigo subisce invece una profonda revisione linguistica e affronta ancora maggiormente il tema politico, che ora comprende anche importanti critiche dell'autore a Napoleone.

Ultime lettere di Jacopo Ortis: trama

Jacopo Ortis è un ufficiale napoleonico che, dopo la firma del trattato di Campoformio fra Napoleone e gli Austriaci, lascia Venezia e si rifugia sui colli Euganei. Il suo unico sfogo, oltre alla lettura, è scrivere delle lettere all'amico Lorenzo.

In breve tempo Jacopo conosce Teresa. Se ne inamora, ma scopre che è promessa in sposa a un tale Odoardo, giovane di alta estrazione sociale. Resta, finché può, dove si trova. Ma quando riesce finalmente a baciare Teresa e lei gli confessa di voler comunque sposare Odoardo per non disobbedire al padre, capisce che per lui non c'è posto: non è in grado di sopportare la situazione e sceglie quindi di partire.

Va a Firenze, dove porta il suo omaggio ai grandi del passato seppelliti a Santa Croce, incontra Parini a Milano, e con lui ha una lunga conversazione. Continua a viaggiare finché non scopre che Teresa e Odoardo si sono effettivamente sposati: è lì che decide allora di uccidersi, e di dichiarare la sua infelice condizione anche al suo amico Lorenzo, attraverso le sue ultime lettere.

Ultime lettere di Jacopo Ortis: analisi e spiegazione

Una delle particolarità dell’Ortis è la presenza di due narratori interni:

  • Jacopo, anima passionale
  • Lorenzo, anima razionale.

Il fatto che si tratti di un romanzo autobiografico è evidente non solo dai fatti raccontati, ma anche dall'ambientazione: i colli Euganei sono stati infatti uil luogo di soggiorno di Foscolo a Padova.

Centrale nel romanzo è infatti il continuo conflitto fra cuore e ragione, che si sviluppa fra Jacopo e Lorenzo ma anche fra la vita e la morte, vista come liberazione dalle sofferenze.

Jacopo è perennemente alla ricerca di una ragione nella vita, che sente tale solo quando può sentire i conflitti amorosi e quelli politici.

Ortis e Werther: somiglianze e differenze

Il romanzo è spesso comparato a I dolori del giovane Werther di Goeth, altro romanzo epistolare romantico che termina con il suicidio del protagonista. 

Secondo Foscolo, però, i due differiscono sulle motivazioni del suicidio: Werther si uccide a causa di una delusione d'amore, mentre per Jacopo Ortis la delusione è anche politica: è la mancanza delle ideologie che svuota di significato la sua vita. Qui Foscolo raggiunge il punto più profondo del suo pessimismo.

Dal punto di vista linguistico, il romanzo assume spesso tono lirico, con l’aggiunta di stili diversi. Prevale la paratassi e tra le figure retoriche spicca l'antitesi

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