La vita di Ugo Foscolo | Video
Ugo Foscolo: vita e opere di un autore passionale, amante della vita e dei suoi vizi. Video a cura di Emanuele Bosi
UGO FOSCOLO: VITA E OPERE
Se dovessi immaginare un eroe passionale, amante della vita e dei suoi vizi, inquieto e costantemente all’inseguimento dei propri ideali, a chi penseresti? Ok, forse hai pensato a Batman, Iron man o a qualche altro grande eroe cinematografico. Ma cosa diresti se ti dicessimo che la risposta più vicina ce l’hai nel libro di letteratura? Il personaggio di cui parliamo oggi è un eroe moderno, molto più di quello che potresti immaginare: parliamo di Ugo Foscolo.
Foscolo non nasce in Italia, ma in Grecia, sull’isola di Zante, ovvero Zacinto. Il padre è italiano, la madre greca. Ecco, tieni a mente che all’epoca di Foscolo Zante era sotto il dominio veneziano, proprio come Spalato, che oggi si trova in Croazia ma che all’epoca era ancora italiana. Foscolo vivrà anche lì per un periodo. Quando il padre muore e Foscolo ha solo 10 anni, la famiglia si trasferisce proprio a Venezia.
Qui il nostro Ugo – che in realtà si chiama Niccolò – inizia a studiare la letteratura, il mondo classico, ma anche quegli ideali illuministi che andavano diffondendosi all’epoca, e che parlavano di ateismo, meccanicismo e materialismo. Sono tutti valori che il nostro scrittore incarnerà nel resto della sua vita, insieme a una profonda inquietudine che farà sempre parte di lui e delle sue peregrinazioni. Foscolo ama il lusso, ama le donne, ama viaggiare e ama follemente i piaceri della vita. Per questo si indebiterà spesso. Ma andiamo con ordine.
Il primo evento che incide sulla poesia di Foscolo, dopo la morte del padre, è il trattato di Campoformio del 1797, con cui Napoleone cede Venezia all’Austria. Foscolo, che credeva negli ideali della Rivoluzione francese e che per Napoleone aveva anche combattuto, si sente profondamente tradito. Inizia a girare senza meta per le città italiane e scrive Le ultime lettere di Jacopo Ortis, che verranno pubblicate nel 1802. Qui Foscolo indaga le vicende politiche che lo hanno deluso, ma anche l’idea del suicidio. È il primo romanzo epistolare italiano, una pietra miliare nella nostra letteratura.
Nel frattempo accadono molte cose: Napoleone riconquista l’Italia e Foscolo viene arruolato come capitano aggiunto nell’esercito della Repubblica italiana. Il nostro poeta in questo periodo ha anche delle relazioni romantiche. Le donne che in qualche modo sono rimaste legate a lui nel corso della sua vita sono Isabella Roncioni, Antonietta Fagnani Arese e infine Fanny Hamilton, madre di sua figlia Floriana, che avrà un grande ruolo nella sua esistenza.
Sempre in questo periodo accade anche un’altra cosa, però. È il terzo evento traumatico nella vita del nostro poeta: nel 1801 il fratello Giovanni muore. Ecco che Foscolo sente il bisogno di mettere questo dolore in poesia, così come farà con A Zacinto quando dovrà ricordare il suo esilio.
Nel 1808 Foscolo ha una breve esperienza come professore universitario a Pavia, ma le entrate sono ancora una volta troppo esigue per le spese che sostiene ogni giorno.
Inoltre l’ambiente universitario lo porta a scontrarsi spesso con altri intellettuali, come Vincenzo Monti, di cui era grande amico. Nel frattempo continua a scrivere: tre anni dopo viene rappresentata a teatro la sua tragedia Ajace, che qualcuno ha visto come una critica velata al dispotismo di Napoleone.
Da questo momento in poi ricordiamo alcune fasi che riassumiamo molto brevemente:
- il trasferimento a Firenze, che darà origine al poemetto Le Grazie, del 1812;
- le traduzioni di alcune opere dalle lingue classiche;
- il ritorno a Milano dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815;
- infine il suo auto-esilio, che si concluderà a Londra dove morirà in povertà nel 1827 assistito da sua figlia. Perché Foscolo fugge dall’Italia? Per non dover giurare fedeltà agli austriaci, che a quel punto avevano ripreso possesso della penisola.