La caduta di Costantinopoli e i turchi in Europa

Storia dei turchi in Europa, ovvero dell'invasione ottomana in Europa e della caduta di Costantinopoli. Protagonisti, cronologia degli eventi, conseguenze
La caduta di Costantinopoli e i turchi in Europa
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1La crisi dell'Impero Bizantino e l'avanzata ottomana

Abbigliamento di un Imperatore bizantino
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L’Impero bizantino, conosciuto anche come Impero romano d’Oriente, fu per secoli un luogo di incontro del mondo occidentale e cristiano con quello orientale e mussulmano. A partire dal XII secolo però l’Impero bizantino cominciò progressivamente a indebolirsi politicamente e a vivere ripetute crisi economiche che minarono a poco a poco la sua egemonia.   

Ridimensionato anche territorialmente dalla costituzione di nuovi stati come il regno di Bulgaria o i regni crociati nati in Medioriente, l’Impero bizantino si avviò inevitabilmente allo sfaldamento territoriale e politico.      

In questo quadro, nella prima metà del XIII una nuova popolazione cominciò a spingere sui confini orientali dell’Impero bizantino: i turcomanni. Questa popolazione nomade, convertitasi all’islam, aveva lasciato il Turkestan nel XIII secolo e si era stabilita in Asia minore. Nel 1301 il principe Othman, si era proclamato sultano e aveva fondato l’Impero ottomano, con l’intenzione di espandere i propri domini verso occidente

Timur-i lang, noto come Tamerlano (1336-1405)
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Dopo essersi assicurati il controllo di gran parte della penisola anatolica, gli ottomani intrapresero la conquista dei Balcani, occupando Macedonia, Bulgaria e Serbia. I popoli balcanici tentarono di resistere al tentativo di conquista ottomana, ma nel 1389 la vittoria a Kosovo Polje delle truppe mussulmane del sultano contro una coalizione di serbi, bulgari, croati e albanesi, garantì all’Impero ottomano l’egemonia della regione balcanica.  

Circondato sia ad est che a ovest dai domini ottomani, quel che rimaneva dell’Impero bizantino, sembrava prossimo alla caduta. Ad arrestare l’avanzata ottomana intervenne, però, l’invasione da parte dei mongoli di Timur i Lang (conosciuto come Tamerlano) che nel 1402 sconfissero gli ottomani ad Ankara.  

2La conquista di Costantinopoli e la fine dell'Impero Bizantino

Svanita rapidamente come era comparsa la minaccia rappresentata dai mongoli, gli ottomani ripresero la loro politica di espansione verso occidente. Consapevole di essere il prossimo obiettivo, l’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo, cercò di chiedere il soccorso dei cristiani d’Occidente per resistere all’imminente conquista ottomana. Perseguendo tale proposito l’imperatore bizantino, acconsentì di sottomettere la Chiesa di Costantinopoli al Papa di Roma, riunificando nel concilio di Firenze del 1439 ortodossi e cattolici.  

Tale operazione non diede però i frutti sperati. Francia e Inghilterra erano prostrate dalla Guerra dei cent’anni, l’Italia e il Sacro Romano impero erano divisi e deboli, e Bisanzio venne abbandonata a sé stessa.  

L'assedio di Costantinopoli da parte delle truppe ottomane di Maometto II, 1453
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Nel 1444, l’esercito del sultano ottomano di Murad II sconfisse nella battaglia di Varna un esercito di serbi, polacchi e ungheresi, eliminando di fatto l’ultima difesa esterna in cui l’Impero bizantino poteva sperare. Pochi anni dopo, nel 1451, il nuovo sultano Maometto II cinse d’assedio Costantinopoli, riuscendo a conquistarla nel 1453, dopo una strenua resistenza protrattasi per due anni.

Finiva così l’Impero bizantino, ultimo retaggio dell’Impero romano d’Oriente, e Costantinopoli, mutando il nome in Istanbul, diventava la capitale dell’Impero ottomano.  

3L'espansione dell'Impero ottomano

Dopo la conquista di Costantinopoli, l’Impero ottomano si assicurò in pochi anni il dominio della sponda orientale del Mediterraneo. Trebisonda, ultima città cristiana in Asia minore venne conquistata nel 1461; il dominio dei Balcani venne consolidato con la trasformazione di Serbia e Bosnia in provincie ottomane e Venezia, che voleva mantenere rapporti commerciali con gli ottomani, dovette cedere molti avamposti in Grecia con la pace di Istanbul del 1479.  

Maometto II (1432-1481), imperatore ottomano
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Lo strapotere navale e militare degli ottomani arrivò a minacciare anche la penisola italiana: nel 1480, infatti, gli ottomani sbarcano in Puglia e conquistano Otranto. La morte di Maometto II nel 1481 chiude questa prima fase di conquiste dell’Impero ottomano

Nella prima metà XVI secolo l’espansione ottomana riprese con vigore. Durante il sultanato di Selim I (1512-1520) gli ottomani conquistano la Siria, l’Arabia e l’Egitto, ma fu sotto il regno di suo figlio, Solimano il Magnifico (1520-1566), che l’Impero ottomano raggiunse il suo massimo splendore.  

Selim I (1466-1520), imperatore ottomano che regnò dal 1512 al 1520
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Solimano conquistò Rodi, cacciando i cavalieri giovanniti che vi risiedevano, poi estese il suo dominio nei Balcani, conquistando Belgrado nel 1521

Nel 1526 sconfisse le truppe del re d’Ungheria (che morì nello scontro) nella battaglia di Mohàcs assoggettando gran parte del paese; successivamente si si spinse ancor di più verso il cuore dell’Europa, arrivando ad assediare Vienna nel 1529 e nel 1532. 

Dopo essersi assicurato la supremazia nel Mediterraneo nord-orientale Solimano il Magnifico estese l’egemonia ottomana alle coste dell’Africa settentrionale, dove i pirati barbareschi avevano costituito degli Stati vassalli del sultano, facendo del Mediterraneo un «lago ottomano». 

4L'organizzazione dell'Impero ottomano

Solimano il Magnifico, sultano dell'Impero ottomano
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L’Impero ottomano si fondava su una solida struttura statale. Il potere del sultano era assoluto anche se era coadiuvato nella sua azione di governo dal divan, un gran consiglio formato dai visir, dei funzionari a cui assegnati degli incarichi di governo, e presieduto dal Gran visir, una sorta di Primo ministro scelto direttamente dal sultano. 

I domini ottomani erano poi divisi in provincie al cui vertice erano posti dei governatori che rispondevano direttamente al sultano. Tutto il personale amministrativo dell’Impero era ben addestrato e legato al sultano con un vincolo di fedeltà. 

Giannizzeri della fine del XVII secolo
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Parte delle ragioni della travolgente ascesa dell’Impero ottomano risiedono anche nell’efficienza del suo esercito e del suo celebre corpo di fanteria: i giannizzeri. Questo corpo di soldati scelti era sottoposto a una rigida disciplina e obbligato a una vita comunitaria e al celibato. I suoi membri, come gran parte del personale amministrativo dell’Impero, erano arruolati tramite il devshirme (il prelievo), ovvero una sorta di tributo umano che le famiglie cristiane dei Balcani dovevano pagare allo Stato, consegnando i loro fanciulli.  

Proseguendo nel solco dell’Impero bizantino che avevano sostituito, i turchi ottomani conservarono un carattere multietnico e multireligioso nel loro Impero. All’interno dei confini ottomani convivevano varie etnie e culture. Non ci fu nessun tentativo da parte dei sultani di turchizzare le zone conquistate, ma vennero rispettate tradizioni e culture locali e chiunque poteva continuare a professare una religione diversa dall’islamismo pagando una tassa.   

Per gestire questa varietà di culture e religioni diverse dall’islamismo, gli ottomani si affidarono al sistema dei millet, ovvero la divisione della popolazione dell’Impero in gruppi di fedeli controllati dai rispettivi capi religiosi, che spesso svolgevano anche funzioni di mediazione con il potere centrale. Per tali motivi per secoli l’Impero ottomano rappresentò un luogo di accoglienza di tutti coloro che fuggivano dalla ben più intollerante Europa cristiana. 

5Guarda il video sulla storia dell'imperatore dei mongoli: Gengis Khan