Consulenti del lavoro, allarme trentenni: 4 su 10 sono laureati ma senza lavoro

I consulenti del lavoro lanciano l'allarme: 4 trentenni su 10 in Italia sono laureati ma non lavorano. Tanti svolgono mansioni che non richiedono la laurea

Consulenti del lavoro, allarme trentenni: 4 su 10 sono laureati ma senza lavoro
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TRENTENNI LAUREATI

Una fotografia dei trentenni italiani: 4 su 10 non lavorano o sono sottoccupati. E non tutte le lauree garantiscono gli stessi guadagni
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Giovani, preparati e con una laurea in tasca. È il ritratto dei trentenni italiani, che, secondo l'Osservatorio dei Consulenti del lavoro, non è però così roseo come potrebbe sembrare. Quattro trentenni laureati su dieci sono senza lavoro: questo il dato più preoccupante dell'indagine, che racconta però, nel dettaglio, qualcosa in più.

Secondo lo studio, degli oltre 1,7 milioni di trentenni laureati residenti in Italia, il 19,5% (pari a 344 mila persone) è privo di un’occupazione, mentre un ulteriore 19% (circa 336 mila) lavora in posizioni professionali che non richiedono la laurea. Il restante 61,5%, invece, lavora mettendo a frutto il titolo di studio conseguito.

LAUREA E OCCUPAZIONE

Punto ancora più importante dell'analisi è quello che riguarda l'occupabilità per classe di laurea. Tra le classi di laurea che registrano un incremento maggiore del numero di laureati:

  • Medicina (+55 mila)
  • Scienze Economiche (+21 mila)
  • Scienze Sociali (+19 mila)
  • Psicologia (+15 mila)

Aumento, però, non sempre guidato da una effettiva richiesta da parte dei datori di lavoro in Italia. Infatti i dati sull'occupabilità dicono che mentre il 96,3% dei laureati in Scienze Statistiche è occupato, lo stesso non può dirsi dei laureati in Lingue: di questi, solo tre su quattro lavorano. E fra quelli che lavorano, il 44% fa un lavoro per cui non è richesta la laurea.

Diminuiscono i laureati in Giusrisprudenza, probabilmente per la consapevolezza di avere scarse possibilità occupazionali. Tasso di occupazione invariato invece per i laureati in Medicina, per ragioni molto specifiche:

Nel campo sanitario la forte domanda di medici ha trovato nel bacino dei laureati trentenni una ampia disponibilità, tanto che i laureati aggiuntivi (+34%) sono stati “assorbiti” dal settore che ha registrato un aumento dell’occupazione di mezzo punto percentuale. La forte espansione della domanda del settore sanitario è dovuta anche all’uscita per pensionamento di molti medici di famiglia.

LAUREATI MATERIE UMANISTICHE

Discorso a parte per il settore umanistico, dove le statistiche non sono particolarmente incoraggianti. Il report parla di dispersione del capitale umano: sono 287 mila i laureati trentenni in Lettere, Filosofia, Storia (gruppo disciplinare Insegnamento), dei quali il 25% (71 mila persone) non lavorano e solo il 55,6% è occupato in posizioni lavorative in linea con il titolo di studi conseguito.

STIPENDI DIPENDENTI LAUREATI

Infine, l'analisi sugli stipendi medi. Quanto varia la forbice fra laureati e diplomati sulla base della retribuzione percepita?

La retribuzione mensile è pari a 1.632 euro, ovvero il 30% in più di un occupato con la licenza media (1.139 euro) e del 20% di un diplomato (1.299 euro), scrivono nel report. Tuttavia, le differenze si notano in alcuni settori più di altri: se in quello dell'ingegneria e della medicina le differenze sono ancora notevoli (un ingegnere guadagna 1.850 euro e un medico 1.869 euro, ovvero circa 550 in più di un coetaneo non laureato), un trentenne psicologo guadagna mensilmente 1.351 euro, solo 52 euro in più di un coetaneo diplomato).

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