Traduzione Res gestae, Augusto, Versione di Latino, parte 6. 13-27

Traduzione in italiano del testo originale in latino, parte 6. 13-27, dell'opera Le Res gestae di Augusto

Traduzione Res gestae, Augusto, Versione di Latino, parte 6. 13-27
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RES GESTAE: TRADUZIONE DELLA PARTE 6. 13-27

Durante il sesto e settimo consolato, dopo che avevo soffocato le guerre civili, pur essendomi impadronito del potere assoluto per consenso unanime, trasferii la cosa pubblica dalle mie mani al potere del senato e del popolo romano. E per questo mio merito, per ordine del senato, fui chiamato Augusto, e gli stipiti della mia casa furono ornati d’alloro per decreto pubblico, e la corona civica fu appesa sulla mia porta, e posto nella curia Giulia uno scudo d'oro, e dall'iscrizione di quello scudo risulta che il senato e il popolo romano me lo donavano per la virtù, bontà, onestà e pietà. Dopo fui superiore a tutti per forza, ma di potere non ne ebbi del tutto più degli altri, che mi furono anche soci nelle magistrature. Quando esercitavo il tredicesimo consolato, il senato, l'ordine equestre e tutto il popolo romano mi nominarono.

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