Traduzione Metamorfosi, Apuleio, Versione di Latino, Libro 02; 30-32

Traduzione in italino del testo originale in latino del Libro 02; parte 30-32 dell'opera Le Metamorfosi di Apuleio

Traduzione Metamorfosi, Apuleio, Versione di Latino, Libro 02; 30-32
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METAMORFOSI: TRADUZIONE DEL LIBRO 02; PARTE 30-32

XXX Ma quello che il giovane disse subito dopo troncò ogni incertezza, Così, infatti, fra gemiti sempre più alti riprese: 'Vi darò, sì, vi darò le prove inconfutabili che questa è la verità, vi rivelerò cose che nessuno all'infuori di me può sapere' .e indicando me alla folla, 'mentre costui faceva una guardia scrupolosissima al mio corpo, le streghe in agguato sulle mie spoglie, invano presero più volte aspetti diversi, Non riuscendo a trarlo in inganno per la sua straordinaria diligenza, alla fine, lo avvolsero in una nuvola di sonno e lo fecero piombare in un profondo letargo; poi cominciarono a chiamarmi per nome, finché le mie giunture inerti e le mie gelide membra fra continui tentativi non sentissero i richiami della magia. Costui però che ha il mio medesimo nome, vivo com'era, morto infatti soltanto di sonno, sentendosi chiamare si levò in piedi, senza riprendere coscienza, e si avviò come un fantasma verso la porta della stanza, Questa era chiusa a dovere, ma le streghe, si vede, attraverso qualche fessura, riuscirono egualmente a tagliargli prima il naso, poi le orecchie, Così la mutilazione l'ha subita lui al posto mio. Inoltre perché di quella diavoleria non restasse traccia, con della cera hanno plasmato due orecchie e glie l'hanno applicate al posto di quelle tagliate, la stessa cosa hanno fatto col naso: perfetto, identico al suo.Guardatelo là quel disgraziato: ha fatto un bell'affare con tutto il suo zelo: quel po' po' di mutilazione!'A quelle parole, spaventatissimo, cominciai a tastarmi: mi presi il naso e quello mi restò in mano, mi toccai le orecchie e mi si staccarono. La gente cominciava a guardare nella mia direzione, a indicarmi a dito, finché non scoppiò una risata generale ed io, sudando freddo, riuscii a battermela sgusciando tra la folla.Così conciato e ridicolo non ebbi nemmeno il coraggio di tornare a casa mia; per nascondere le cicatrici delle orecchie mi sono spartiti i capelli lasciandoli cadere ai due lati, e con questa benda legata stretta cerco di nascondere nel modo più conveniente il ribrezzo del mio naso. XXXI Appena Telifrone ebbe finito di raccontare, i convitati, sbronzi com'erano, ricominciarono a sghignazzare e mentre reclamavano nuove bevute in onore del dio Riso, Birrena si rivolse a me: 'Domani' mi disse 'ricorre una solenne festività che risale addirittura alla fondazione di questa città; in questo giorno noi, unici al mondo, con un rito allegro e divertente, ci propiziamo il venerabile dio Riso. La tua presenza renderà più lieta la festa. Se poi tu volessi, a tuo estro, inventare qualcosa di spiritoso per onorare il dio, meglio ancora: potremmo ottenere in misura maggiore i favori di una divinità così potente.'Bene' assicurai 'sarà come tu desideri. E poi, caspita, farebbe piacere anche a me avere una qualche idea che andasse bene per un così grande dio.

'Dopo di che, avvertito dal servo che s'era fatto tardi e sentendomi gonfio per la gran bevuta, decisi di alzarmi e salutata in fretta Birrena, un po' barcollando, mi diressi verso casa. XXXII Ma appena fuori uno sbuffo di vento ci spense la lucerna che ci faceva da guida, tanto che dovemmo faticare parecchio a districarsi al buio, Finalmente, stanchi e con i piedi doloranti per aver dato spesso nei sassi, imboccammo la via di casa. Eravamo quasi arrivati, sorreggendoci stretti l'un l'altro, quando scorgemmo tre omaccioni nerboruti che, con tutte le loro forze, tentavano di forzare la nostra porta, Alla nostra vista non sembrarono per nulla intimiditi, anzi mettendocela tutta, raddoppiarono i loro assalti, Era chiaro che si trattava di briganti, e della peggiore risma.Subito misi mano al pugnale che avevo portato con me per simili evenienze e che tenevo nascosto sotto il mantello, e senza alcun indugio mi gettai su di loro e li affrontai mano a mano che mi vennero sotto, finché, trapassati da parte a parte, non rimasero morti stecchiti ai miei piedi.Al rumore di quel combattimento Fotide, intanto, s'era svegliata e venne ad aprirci, Io, ansante e tutto coperto di sudore, mi infilai dentro: quella battaglia contro i tre briganti mi aveva sfinito come se avessi lottato contro Gerione, così mi lasciai cadere sul letto è mi addormentai.

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