Traduzione De optimo genere oratorum, Cicerone, Versione di Latino, Parte 01-05
Di Redazione Studenti.Traduzione in italiano del testo originale in Latino, parte 01-05, dell'opera De optimo genere oratorum di Marco Tullio Cicerone
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DE OPTIMO GENERE ORATORUM: TRADUZIONE DELLA PARTE 01-05
[I] [1] Si dice che l’oratoria si distingua come la poesia in generi; la cosa sta in modo diverso; perché solo la poesia ha questa molteplicità. Infatti componimenti poetici tragici comici epici lirici e addirittura il genere ditirambico, il quale fu ampiamente trattato dai Latini, hanno ciascuno caratteristiche proprie, diverse dagli altri. Quindi un tratto comico nella tragedia è dannoso e nella commedia un elemento tragico risulta sgradevole; ed anche per quanto riguarda gli altri generi c’è per ciascuno di loro un’armonia ben definita ed un linguaggio ben noto a chi lo sa percepire. [2] Invece se qualcuno enumerasse i numerosi tipi di oratori, gli uni solenni o autorevoli o facondi, gli altri semplici o delicati o concisi, interponendo fra gli uni e gli altri quelli che seguono una linea intermedia, direbbe qualcosa sugli uomini, poco sul genere. Perché nel genere si cerca l’ideale di perfezione, nell’uomo si definisce ciò che è. Quindi è lecito affermare che Ennio è il sommo poeta della poesia epica, se così piace, e Pacuvio di quella tragica e Cecilio forse di quella comica. [3] Io non divido la figura dell’oratore per genere: infatti ricerco quello perfetto. Il genere del perfetto oratore è uno solo, e coloro che vi rientrano, non differiscono per genere, come Terenzio e Accio, ma nel medesimo genere non raggiungono lo stesso livello. Infatti il miglior aratore è quello che con le sue parole sia persuade sia diletta sia porta a commozione gli animi degli ascoltatori. Persuadere è un dovere, dilettare è a titolo d’onore, commuovere è necessario. [4] Si deve ammettere che questi scopi sono raggiunti meglio dall’uno che dall’altro: in verità ciò non accade per genere ma per merito.