Traduzione De natura deorum, Cicerone, Versione di Latino, Libro 02; 101-110
Traduzione in italiano del testo originale in Latino del Libro 02; paragrafi 101-110 dell'opera De natura deorum di Cicerone
DE NATURA DEORUM: TRADUZIONE DEL LIBRO 01; PARAGRAFI 101-110
[101] In secondo luogo l'aria, che segue nell'ordine la massa marina, è sede dell'alternanza del giorno e della notte: ora, dispersa e rarefatta, sale verso l'alto, ora si condensa a formare delle nubi e, immagazzinando acqua, alimenta e corrobora la terra con le piogge, ora, scorrendo qua e là, determina i venti. A lei si deve l'annuale alternarsi del caldo e del freddo e ugualmente lei sostiene il volo degli uccelli e, inspirata, dà vita e nutrimento agli esseri viventi. XL Resta il cielo o etere che dir si voglia, il più lontano ed il più alto sopra i luoghi da noi abitati, che tutto cinge ed abbraccia nel suo amplesso, estrema piaga ed ultimo confine del mondo in cui delle masse di fuoco percorrono orbite mirabilmente regolari. [102] Fra tali masse il sole, molte volte più grande della terra, percorre attorno ad essa la sua orbita, e lui sorgendo e tramontando determina l'alternarsi del giorno e della notte e che ora avvicinandosi, ora allontanandosi dalla terra compie ogni anno due opposte conversioni dai suoi limiti estremi e durante tali conversioni avvolge la terra in un alone di deprimente tristezza per poi tornare a rallegrarla sì ch'essa appaia partecipe del sorriso del cielo. [103] Quanto alla luna che, a detta degli scienziati, supera per grandezza la metà della terra, percorre le stesse vie del sole, ma ora ne accompagna il cammino, ora se ne discosta ed invia sulla terra la luce che riceve dal sole attraversando essa stessa, varie fasi nella sua opera di illuminazione e collocandosi talora sotto il sole ed opponendogli la sua propria massa ne oscura i raggi luminosi, invece altre volte è la luna ad imbattersi nell'ombra della terra quando questa è dalla parte del sole ed in tal caso, per l'interposizione della massa terrestre, improvvisamente scompare. Identiche sono le orbite delle stelle cosiddette erranti e allo stesso modo anch'esse sorgono e tramontano, ma ora accelerano il loro movimento, ora lo rallentano e non è infrequente il caso che restino immobili, [104] uno spettacolo di cui nulla vi può essere di più meraviglioso, nulla di più bello. Segue la grandissima moltitudine delle stelle fisse i cui raggruppamenti sono stati determinati in modo da essere denominati sulla base della loro somiglianza con oggetti noti XLI A questo punto rivolgendosi a me: " Ricorrerò " disse " ai carmi di Arato che, da te tradotti quand'eri ancora ragazzo, tanto mi hanno dilettato, proprio perché resa in veste latina, che ne ricordo parecchi brani a memoria. Sotto i nostri occhi senza alcun mutamento o variazione "scorrono tutti i corpi celesti con celere moto mentre in cielo sempre s'alternano i giorni e le notti", [105] uno spettacolo di cui l’animo di chi ami osservare l'uniformità della natura non riesce mai a saziare. " Il vertice sommo agli estremi dell'asse prende il nome di Polo". Attorno ad esso si muovono le due orse che non tramontano mai.
"L'una è chiamata dai Greci col nome di Cinosura, Elica l'altra," di quest'ultima si contemplano ogni notte le fulgide stelle che " i nostri soglion chiamare Sette Trioni ". [106] Con ugual numero di stelle raggruppate nello stesso modo la piccola Cinosura occupa nel cielo l'identica posizione terminale. " A questa si affidano i Fenici la notte in alto mare. Ma prima quella diffonde luce più intensa delle stelle si distingue presto da lungi dal primo calar della sera. Questa é piccolissima, ma è utile ai marinai; infatti con un orbita più interna rende breve il suo corso". XLII Ma un altro elemento contribuisce a rendere ancor più fascinosa la visione di quelle stelle, " fra loro si snoda a guisa di un fiume dal rapido gorgo il Serpente dagli occhi grifagni che in alto ed in basso si torce svolgendo le spire sinuose". [107] Tanto è rimarchevole la sua visione d'insieme, quanto occorre soprattutto ammirare la configurazione del capo e l’ardore degli occhi: "non una sola stella ne adorna il capo con vivo splendore, ma due fulgidi lumi ne segnai; le tempie e dagli occhi crudeli sfavillano ardenti due faci e sul mento gli irraggia una stella: ma piegando il collo fornito rivolge in basso la testa e sembra diriger lo sguardo alla coda dell'Orsa Maggiore". [108] Ogni notte vediamo anche la parte restante del corpo dei serpente," d'un tratto il suo capo scompare alla vista là dove oriente ed occidente insieme si fondono". E su questo capo "stanca si muove, par, nell'aspetto, ad un uomo dolente" quella che i Greci " chiamano Engonasi poiché si trascina poggiando sui ginocchi. Qui la Corona rifulge di tutto splendore". Questa trovasi alle spalle del Serpente, mentre presso il suo capo giace il Serpentario, [109] " che i Greci con nome già illustre chiamano Ofiunco. Questi tiene stretto il serpente con ambe le mani ed avvinto è a sua volta dalle ampie sue spire; infatti il serpente gli avvolge la cintola al di sotto del petto. Pure resiste e s'avanza con passo deciso e calpesta gli occhi ed il petto di Nepao". Ai Sette Trioni tien dietro " il custode dell'Orsa detto comunemente Boole perché la pungola e scuote quasi l'avesse legata al timone". [110] Seguono altre stelle:" sotto il petto di Boote spicca immobile un astro lucente, Arturo dal nome famoso; e sotto i piedi di questo" la Vergine dal corpo fulgente reca una spiga di luce". XLIII Inoltre le costellazioni sono distribuite con tale sapienza che dai loro ordinati schieramenti emerge inequivocabilmente l'intervento di una azione divina:" e i due Gemelli scoprire potrai sotto il capo dell'Orsa, ma sotto sta lo Scorpione nella parte mediana e calpesta coi piedi il grande Leone da cui si diparte una tremula fiamma". L'Auriga. " Si muoverà nascosto dal fianco sinistro dei Gemini. A lui, con sguardo feroce, l'Elica volge il suo capo. Sul fatico sinistro si muove la Capra fulgente". E ancora: "Questa per lungo spazio riluce nel cielo, tenue è invece il bagliore che i Capretti inviano ai mortali".
Sotto i suoi piedi " Squadra le corna il Toro dal corpo massiccio ".