Traduzione De Inventione, Cicerone, Versione di Latino, Libro 02; 21-30

Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 02; paragrafi 21-30 dell'opera De Inventione di Marco Tullio Cicerone

Traduzione De Inventione, Cicerone, Versione di Latino, Libro 02; 21-30
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DE INVENTIONE: TRADUZIONE DEL LIBRO 02; PARAGRAFI 21-30

[21] E dovrà anche tener conto, molto attentamente, non solamente quanto [laccusato] abbia ottenuto realmente ma, ancora di più, quello che egli credeva di poter ottenere. Non ha importanza infatti che non ci sia stato o non ci sia nessun vantaggio o svantaggio, se è dimostrabile che laccusato labbia creduto. Poiché limmaginazione inganna gli uomini in due modi: quando una cosa è diversa da quella che si crede; o quando il risultato non è quello che abbiamo pensato. La cosa è diversa da quella che si crede, quando si considera un male ciò che è un bene o, al contrario, quando si reputa un bene ciò che è un male, o quando si ritiene un male o un bene ciò che non è né un bene né un male; o non si crede né un male né un bene quello che è invece o un male o un bene. [22] In tale senso, se uno afferma che non cè denaro più importante e più gradito della vita di un fratello o di un amico, o ancora del [proprio] dovere, laccusatore dovrà pure concederlo. Infatti, la colpa e una grande avversione ricadranno su quello che contesterà unaffermazione così vera e così santa. Ma sarà necessario dire che non sembra che laccusato sia di questa opinione; e ciò va tratto da argomenti che concernono la persona, di cui tratteremo in seguito. [23] Il risultato inganna quando accade il contrario di ciò che si afferma abbiano pensato gli accusati; per esempio se si affermasse che uno ha ucciso una persona diversa da quella che egli avrebbe voluto uccidere, poiché fu tratto in inganno dalla somiglianza o dal sospetto o da una falsa descrizione; o che ha ucciso qualcuno perché riteneva di esserne erede per il testamento mentre nel testamento non era per niente citato. Non bisogna infatti giudicare le intenzioni secondo il risultato,ma si deve prendere in considerazione con quale intenzione e con quale speranza luomo è giunto a compiere il crimine; ciò che ha importanza non è il risultato dellazione, ma con quale intenzione ognuno agisca. [24] In tale luogo lo scopo principale per laccusatore sarà quello di poter dimostrare che nessun altro aveva un motivo per compiere il delitto; o, almeno, che nessuno lha avuto in modo così determinante e opportuno. Se poi sembrerà che anche altri abbiano avuto un motivo per compiere il delitto, si dovrà dimostrare che gli altri non ebbero né la possibilità né i mezzi, né la volontà di farlo. La possibilità, se si proverà la loro ignoranza o la loro assenza o limpossibilità di compierlo. I mezzi, se sarà dimostrabile che a qualcuno mancavano il piano, i complici, gli aiuti, e tutto ciò che era necessaria per compiere il delitto. Lintenzione, se si dimostrerà che il suo animo era estraneo a queste azioni e onesto.

Infine, laccusatore userà, per discolpare gli altri, gli stessi argomenti che daremo allaccusato per la propria difesa. Ma ciò deve essere eseguito attraverso un breve discorso, riassumendo in un punto molti argomenti, affinché sembri che laccusatore non incrimina laccusato per difendere un altro, ma difende un altro per incriminare laccusato. [25] Questi sono allincirca i punti che laccusatore deve tenere a mente [rispetto al movente dellazione]; il difensore invece sosterrà prima di tutto che non si è agito assolutamente per passione o, se concederà che un impulso ci sia stato, cercherà di attenuarlo, e spiegherà che fu poco importante o dimostrerà che fatti di tale sorta non derivano da tali stati danimo di solito. E qui si dovrà dimostrare il carattere e la natura di questo stato danimo, in preda al quale si afferma che limputato abbia commesso il crimine; sarà allora necessario introdurre, in questo discorso, esempi e paragoni, e sarà necessario descrivere con attenzione la natura di questo stato danimo, in modo più tranquillo possibile, sotto il suo aspetto più tranquillo, affinché lo stesso fatto, da crudele e torbido, diventi, in qualche modo, più umano e pacifico; ma il discorso nondimeno sarà adattato al carattere del giudice e ai sentimenti, in un certo senso, intimi del suo animo. [26] [Il difensore] inoltre attenuerà il sospetto della premeditazione, affermando o che laccusato non trae nessun vantaggio, o che questo vantaggio è modesto, o che il vantaggio è stato più importante per gli altri, o che non è per niente più grande per laccusato che per gli altri, o che laccusato ne trasse più svantaggi che vantaggi, in modo da arrivare a una conclusione che quel grande vantaggio che si afferma sia stato cercato, non è stato per nulla confrontato con gli inconvenienti che ne sono derivati o con il pericolo corso; tutti questi luoghi saranno trattati allo stesso modo quando limputato è accusato di aver agito per evitare un danno. [27] Se poi laccusatore ha affermato che laccusato aveva come scopo ciò che gli sembrava un vantaggio o che aveva evitato ciò che credeva un danno, per quanto si ingannasse, il difensore dovrà dimostrare che nessuno è così sciocco da ignorare, in queste circostanze, la verità. Ma se concede tale punto, non concederà laltro, e cioè: laccusato non ha avuto nessun dubbio su ciò che era giusto, e non ha esitato un attimo a giudicare vero ciò che non lo era; poiché se avesse dubitato, sarebbe stata una grande follia esporsi a un pericolo sicuro, provocato da una speranza incerta. [28] Come laccusatore, quando discolperà gli altri, userà dei luoghi di difesa, così laccusato quando vorrà togliersi della responsabilità, dandola agli altri, utilizzerà dei luoghi che sono stati dati dallaccusatore. Si trarranno delle congetture dalle persone, se saranno considerati in modo accurato i loro attributi, che abbiamo trattato in modo completo nel primo libro.

Infatti talvolta nascono dei sospetti anche dal nome - e quando parliamo del nome, dobbiamo intendere anche il cognome, in quanto il nome è la nota caratteristica e propria di un individuo-; come quando affermiamo che un tale è chiamato Caldo, perché decide in modo azzardato e brusco; o che qualcuno ha tratto in inganno i Greci, poco esperti in queste cose, perché si chiama Clodio o Cecilio o Muzio. [29] Si può desumere qualche sospetto anche dalla natura. Infatti, tutti questi dati se sia uomo o donna, se appartenga a questa o quella città, chi siano gli antenati, i parenti, che età abbia, quale carattere, quale fisico,- che sono tutti attributi della natura, permetteranno di fare qualche congettura. Si possono dedurre delle ipotesi anche dal tipo di vita, quando si indaga come e preso chi sia stato educato e istruito, con chi viva, con quali principi di vita, con quali abitudini private. [30] Spesso la congettura nasce anche dalla condizione, quando ci si chiede se laccusato sia, sia stato o sarà schiavo o libero, ricco o povero, famoso o sconosciuto, fortunato o sfortunato, uomo privato o pubblico ufficiale; insomma, quando si indaga su qualche elemento che si riferisce alla condizione. Poiché il modo di vivere è un atteggiamento spirituale e fisico, definitivo e stabile, , nel cui genere rientrano la virtù, la scienza e i loro contrari, il fatto stesso, appena istruita la causa, indicherà quali motivi di congettura dia anche questo luogo. Infatti lo studio delle forme affettive, come lamore, la collera, la molestia, dà solitamente dei sospetti evidenti, poiché queste passioni lasciano comprendere la loro forza e è facile capire quali siano gli effetti provocati da ognuna di esse

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