Traduzione De Inventione, Cicerone, Versione di Latino, Libro 02; 151-160
Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 02; paragrafi 151-160 dell'opera De Inventione di Marco Tullio Cicerone
DE INVENTIONE: TRADUZIONE DEL LIBRO 02; PARAGRAFI 151-160
[151] poi si affermerà che in molte leggi molti dettagli sono stati tralasciati, dettagli che nessuno reputa tali, in quanto sono desumibili dagli altri casi che sono stati citati; poi, dovrà essere dimostrata lequità della propria tesi, come se fosse uno stato di causa giudiziale assoluta. Al contrario, lavversario dovrà indebolire lanalogia; e lo farà, se dimostrerà che il termine di paragone è vario per genere, natura, significato, importanza, circostanza, luogo, persona, opinione; spiegherà in quale considerazione bisogna ritenere ciò che verrà introdotto come paragone; e in quale considerazione scopo per cui è stato creato il paragone; poi si chiarirà la differenza esistente fra un caso e laltro, in modo che diventi palese che i due casi non possono essere considerati simili. [152] Poi se egli stesso sarà in grado di usare lanalogia, utilizzerà gli stessi argomenti che sono stati elencati in precedenza; se ciò non gli sarà possibile, affermerà che è necessario considerare soltanto la lettera; e aggiungerà che vi sono molte leggi attinenti simili questioni, ma tuttavia esistono leggi singole per ogni caso: è dimostrabile che tutto è dimostrabile simile e diverso. Ecco i luoghi comuni: in favore dellanalogia, si deve arrivare, mediante la congettura, dal caso previsto nella legge a quello che non lo è; nessuno può abbracciare tutto in un testo scritto, ma è un ottimo redattore quello che fa sì che certe cose siano comprese da altre. [153] Contro lanalogia si affermerà,: la congettura è la stessa cosa della divinazione, e non saper contemplare tutti i casi, che vorremmo, è la dimostrazione che il redattore è uno stolto. La definizione si ha quando nel testo appare una parola di cui stiamo cercando il significato, così: esista questa legge: QUELLI CHE, DURANTE UNA TEMPESTA, ABBANDONERANNO LA NAVE, PERDERANNO TUTTO; LA NAVE E IL SUO CARICO DIVENTERANNO PROPRIETA DI COLORO CHE SONO RIMASTI SULLA NAVE. Due uomini, proprietari uno del carico e laltro della nave, mentre stavano navigando in alto mare, videro un naufrago, che nuotava e chiamava aiuto; mossi dalla pietà gli si avvicinarono e lo issarono a bordo. [154] Dopo un certo tempo la tempesta iniziò a scuotere anche loro al punto che il proprietario della nave, che ne era anche il nocchiero, trovò la salvezza in una lancia e di là, con una piccola gomena legata alla poppa, che tirava la lancia, guidò la nave come meglio poteva; il padrone del carico, al contrario, rimasto sulla nave, si colpì con la spada. Allora il naufrago prese il timone e tentò di controllare la nave. Non appena il mare si placò e il tempo ritornò sereno, la nave arrivò in porto. Quello che si era colpito con la spada e che si era soltanto ferito in modo leggero, si riprese facilmente. Ognuno dei tre afferma che la nave con il carico è di sua proprietà.
A questo punto, tutti e tre, facendo fede del testo della legge, vanno in tribunale, e la controversia nasce dal senso di una parola. Infatti verranno cercate delle definizioni per precisare cosa voglia dire abbandonare la nave, rimanere sulla nave, e lo stesso significato della parola nave. Questa controversia sarà trattata con gli stessi luoghi utilizzati per lo stato di causa definitivo. [155] Ora, dopo lesposizione degli argomenti che convengono al genere giudiziale, indicheremo qui i luoghi e le norme dellargomentazione per il genere deliberativo e dimostrativo, non perché ogni causa non faccia sempre parte di un certo stato di causa, ma perché queste cause possiedono luoghi propri, che non sono divisi dal loro stato, ma sono adattati agli scopi di questi generi. [156] Infatti alcuni ritengono che, nel genere giudiziale, il fine sia lequità, vale a dire una parte dellonestà. Per il genere deliberativo Aristotele ritiene che il suo scopo sia lutile, ma noi crediamo che siano allo steso tempo lutile e lonesto; per il genere dimostrativo, lonesto. Quindi, in ogni [questo] genere di causa, certi argomenti verranno trattati utilizzando norme comuni e simili, altri, speciali, verranno aggiunti in vista dello scopo a cui si deve riferire tutto il discorso. E faremmo volentieri qualche esempio per ciascun tipo di causa , se non sapessimo che, come le questioni oscure, grazie alla discussione, diventano più chiare, similmente le questioni chiare diventano più oscure mediante le troppe parole. Arriviamo adesso alle norme del genere deliberativo. [157] Le categorie di cose che devono essere ricercate sono tre, e dello stesso numero sono quelle che, per motivi opposti, sono da evitare. Infatti esistono alcune cose che ci attraggono per il loro valore intrinseco, che ci attirano non per qualche eventuale vantaggio, ma grazie al loro prestigio, come, per esempio, la virtù, la scienza e la verità. Una seconda categoria va ricercata non per il suo valore intrinseco e per la sua natura, ma per i vantaggi e lutilità: a questo appartiene il denaro. Esiste inoltre una categoria che riunisce le prime due, in quanto ci attira per il suo valore e il suo prestigio, ma dà anche un certo vantaggio, che la fa divenire più desiderabile: di essa fanno parte lamicizia e la buona reputazione. Da tali categorie saranno deducibili facilmente, anche se non le spieghiamo, le categorie contrarie. [158] Ma per trattare in modo estremamente più facile, questa teoria, forniremo brevemente un nome alle categorie che abbiamo indicato. Infatti quello che appartiene alla prima categoria verrà definito onesto, quello che fa parte della seconda, utile. Per ciò che riguarda la terza categoria, poiché ha in sé, una parte di onestà e poiché vi prevale il carattere dellonestà, anche se risulta chiaro che essa riunisce i due elementi, e partecipi delle prime due categorie, dovremmo applicargli la definizione migliore e classificarla come la categoria dellonestà. Da queste definizioni nasce che lonesto e lutile sono le qualità delle cose che dobbiamo ricercare, mentre il disonesto e linutile fanno parte di quello che si deve evitare.
A queste due parti vanno aggiunte altre due importanti: la necessità e lo stato danimo: di queste due una viene considerata in relazione allineluttabilità, laltra, al fatto e alle persone. Parleremo poi questi due punti in modo più ampio: per adesso chiariamo in che cosa consiste lonestà. [159] Definiremo onesto ciò che è desiderato, del tutto o in parte, per le sue doti intrinseche. Ma, in quanto sono due le parti dellonesto, luna semplice, laltra mista, prendiamo in considerazione prima la semplice. In questa categoria, quella che da sola, e soltanto con un nome, comprende tutte le qualità dellonesto e la virtù. Infatti la virtù è un comportamento attinente alla regola naturale e alla ragione. Quindi, dopo averne analizzato tutte le singole parti, si conoscerà tutta lessenza dellonestà alo stato puro. Essa quindi possiede quattro parti: la prudenza, la giustizia, la fortezza, la temperanza. [160] La prudenza è la capacità di conoscere quello che è bene e quello che è male e quello che non è nessuno dei due. Le sue parti sono: la memoria, lintelligenza, la previdenza. La memoria è quella che consente alla mente di ricordare il passato; lintelligenza di capire il presente; la previdenza, di conoscere il compimento di una cosa prima ancora che accada. La giustizia è lambito mentale, che, senza pregiudizio per il bene comune, assicura a ognuno la propria dignità. Il suo principio deriva dalla natura: esistettero regole accolte nella consuetudine, secondo un criterio di utilità; poi, la paura delle leggi e il legame religioso sanzionarono ciò che era scaturito dalla natura e reso valido dalla consuetudine