Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 81-85

Di Redazione Studenti.

Traduzione in italiano del testo originale in latino, capitoli 81-85, dell'opera De Domo sua di Cicerone

DE DOMO SUA: TRADUZIONE DEI CAPITOLI 81-85

[81] Ma tu anche, rapinatore della cittadinanza, facesti una legge sulle pubbliche offese, graditissima a non so quale Menula di Anagni, che, per quella legge, da te stabilita, pose una statua nella mia casa, affinchè lo stesso luogo, nella tua così grave offesa, smentisse la legge e liscrizione della statua; la qual cosa al municipio di Anagni dispiacque più ancora delle scelleratezze che quello aveva fatto in Anagni. [82] Che cosa? Se neppure è stato mai scritto in questa tua stessa proposta di legge, che Sedulo nega di aver confermato,- tu invece, per rendere più onorevoli gli atti del tuo nobilissimo tribunato con la dignità di questuomo, te ne arrogherai il prestigioma tuttavia, se non hai fatto alcuna legge per la quale non solo io non fossi annoverato tra i cittadini, ma neanche in quella posizione in cui mi collocano le onoroficenze del popolo romano, con le tue parole offenderai colui che, dopo la nefasta rovina dei consoli precedenti, tu vedi oggi onorato dai giudizi del senato, del popolo romano, di tutta lItalia, colui che neppure allora, quando io ero lontano, potevi negare che fosse senatore anche con la tua legge? Dove infatti tu avevi proposto che mi fossero interdetti il fuoco e lacqua? è ciò che Caio Gracco propose riguardo a Publio Popilio, e Saturnino per Metello, ed altri uomini molto turbolenti nei riguardi di uomini onestissimi e valorosissimi: proposero che ci fosse uninterdizione, cosa che non si poteva fare, ma che si proibisse. Dove hai tu disposto che il censore non mi leggesse al mio posto in senato? ciò è stato scritto nelle leggi per tutti, anche per quelli per i quali, essendo condannati, ci fu uninterdizione. [83] Domanda ciò a Clodio, tuo legislatore, ordina che sia presente; se ne sta completamente nascosto, ma se ordinerai che sia ricercato, troveranno quelluomo presso tua sorella, a testa china.

Se nessuno, sano di mente, giammai chiamò esule tuo padre, cittadino sicuramente più affidabile ed egregio, molto dissimile da voi, il quale, avendo il tribuno della plebe proposto che si deliberasse su di lui, non volle essere presente, a causa delliniquità dei tempi di Cinna, e gli fu tolto il governo- -se contro di lui la legittima pena non fu una vergogna, a causa della violenza dei tempi, contro di me, a cui mai fu assegnato il giorno della sentenza, potè esserci la pena di un condannato, e particolarmente quella che neanche fu scritta nella stessa proposta di legge? [84] E vedi quale sia la differenza tra il caso molto ingiusto di tuo padre e questa nostra fortunata condizione. Il censore Lucio Filippo, nel leggere la lista dei senatori, tralasciò suo nonno, tuo padre, onestissimo cittadino, figlio di un uomo molto nobile, il quale, se fosse ancora vivo, per la severità che dimostrò, tu certo non vivresti. Niente infatti poteva dire riguardo al motivoper il quale non fossero state convalidate quelle cose che erano state fatte in quella repubblica in cui egli, proprio in quei tempi aveva voluto essere censore: Lucio Cotta, uomo censorio, disse, con giuramento in senato, che se lui fosse stato censore, quando io ero lontano, mi avrebbe letto al mio posto come senatore. [85] Chi mise al mio posto come giudice? chi dei miei amici, alla mia partenza, fece testamento di non attribuirmi quello stesso ruolo, come se io fossi stato presente? quale cittadino, ma anche quale alleato dubitò di ricevermi e aiutarmi contro la tua legge? E infine il senato al completo, molto prima che fosse posta le legge su di me, non deliberò che si ringraziassero quelle città che avrebbero accolto Marco Tullio - -non solo ma anzi - -quel cittadino ottimamente meritevole della repubblica? E tu soltanto, dannoso cittadino, neghi che sia reintegrato come cittadino colui che, benchè scacciato, il senato al completo reputò non solo cittadino, ma anche egregio cittadino