Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 76-80

Traduzione in italiano del testo originale in latino, capitoli 76-80, dell'opera De Domo sua di Cicerone

Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 76-80
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DE DOMO SUA: TRADUZIONE DEI CAPITOLI 76-80

[76] Pertanto quel solo giorno in cui il popolo romano mi onorò dalla porta, nel Campidoglio e poi verso la casa, accompagnato dalla folla in festa, ebbi tanta gioia che quella tua violenza scellerata non solo non mi sembrava che fosse stata da respingere, ma anche da . Per la qual cosa quella sventura, se così si può dire, annullò tutto questo genere di insulto, affinchè nessuno osi ormai criticare il mio consolato, approvato tante volte da tanti giudici onorevoli, testimoni, autorità. Poichè, se in questa tua maledicenza, non solo non mi obietti nessun rimprovero, ma anche celebri la mia lode, che cosa si può ritenere o si può fingere più folle di te? Concedimi, infatti, che con un solo insulto per due volte la patria sia stata salvata da me: la prima volta, quando feci ciò che nessuno nega che debba essere consegnato allimmortalità, se è possibile, e che tu giudichi che si dovesse punire col supplizio, la seconda, quando sostenni con la mia persona, il tuo urto e quello dimolti, divampato, grazie a te, contro tutti gli onesti, per non esporre, con le armi, al pericolo quella città che avevo salvato, senza le armi. Mi sia concesso, non ebbi alcuna condanna per la colpa; ma per il giudizio. Di chi? chi mi interrogò senza alcuna legge? chi mi querelò? chi mi assegnò il giorno? Può dunque tollerare la pena di un colpevole colui che non ha colpa? è questo il dovere di un tribuno, di un amico del popolo? Del resto, quando puoi dire di essere stato amico del popolo, se non quando hai fatto qualcosa per il popolo? Ma, essendo tramandato dagli antenati questo diritto, cioè che nessun cittadino romano possa perdere o la libertà o la cittadinanza, se egli stesso non sia consenziente, cosa che tu stesso hai potuto apprendere nella tua causa ( credo, infatti, sebbene in quella adozione non si fece nulla legittimamente, tuttavia ti fu chiesto se tu fossi consenziente che Publio Fonteio avesse su di te potere di via o di morte, come su di un figlio), chiedo, se tu avessi detto di no o fossi rimasto in silenzio, se tuttavia le trenta Curie te lo avessero ordinato, quel comando poteva essere convalidato? certo che no. Perchè dunque? perchè il diritto, tramandato dai nostri antenati, che non furono amici del popolo in modo superficiale e falso, ma in realtà e con la saggezza, è stato istituito in modo tale che nessun romano possa perdere la libertà contro la sua volontà. [78] Oltre a ciò, nel caso i decemviri avessero giudicato ingiusta la causa contro la libertà, tuttavia vollero che chiunque e quante volte volesse, la potesse ripromuovere a giudizio, soltanto in questo caso; ma nessuno mai, per alcun ordine del popolo, potrà perdere i diritti di cittadinanza conro la sua volontà.

I cittadini romani che andavano nelle colonie latine non potevano diventare Latini, se non erano consenzienti e non davano il loro nome: coloro che erano condannati per assassinii non perdevano questo diritto prima di essere accettati in quella città, in cui erano venuti perchè dovevano emigrare, cioè andare in esilio. E inoltre a dover fare ciò, non li costringevano con la privazione del diritto di cittadinanza, ma con linterdizione dellacqua e del fuoco. [79] Il popolo romano, per la legge del dittatore Lucio Silla, nei comizi centuriati, sottrasse la cittadinanza ai municipi: e tolse a loro anche i possedimenti agricoli. Per quanto riguarda i possedimenti agricoli fu ratificato, infatti era in potere del popolo; ma per quanto riguarda la cittadinanza, non ebbe valore, neppure per tutto il tempo in cui ebbero valore le armi di Silla. Ma Lucio Silla, pur essendo allora ancora in armi, e vincitore, essendo stata ripristinata la repubblica, nei comizi centuriati, non potè sottrarre la cittadinanza agli abitanti di Volterra, ed oggi gli abitanti di Volterra non solo sono cittadini romani, ma nchw ottimi cittadini, e godono con noi di questa cittadinanza: e Publio Clodio, ad un uomo consolare, rivoltando la repubblica, potè togliere la cittadinanza, dopo aver convovato unassemblea, assoldato dei mercenari, non solo tra i miserabili, ma anche tra i servi, con a capo Sedulio, che asserisce di non essere stato a roma quel giorno? [80] Poichè egli non si trovò a Roma quel giorno, chi è più temerario di te, che facesti il suo nome? chi più disperato, che neppure mentendo potesti raffigurare un capo migliore? Se invece lui lo seppe per primo, cosa che potè fare facilmente, poichè a causa della mancanza di un tetto, pernottava nel Foro, perchè non giura che era a Cadice, avendo tu affermato di essere stato a Terni? Da questo diritto, dunque, tu, amico del popolo, ritieni che la cittadinanza e la nostra libertà debbano essere fortificate, affinchè se un tribuno della plebe chiede Vogliate, comandate e cento Seduli rispondano di volerlo e di comandare, uno qualunque di noi possa perdere la cittadinanza? Allora dunque i nostri antenati non furono amici del popolo, perchè sulla cittadinanza e sulla libertà sancirono quei diritti che nè la violenza dei tempi, nè lautorità dei magistrati, nè i decreti dei pretori, nè infine il potere di tutto il popolo romano, che in tutte le altre decisioni è sovrano, potessero cancellare.

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