Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 66-70
Di Redazione Studenti.Traduzione in italiano del testo originale in latino, capitoli 66-70, dell'opera De Domo sua di Cicerone
Calendario scolastico 2022-23
Che succede in Iran? La spiegazione facile|Ponti 2023| I promessi sposi| Podcast| Mappe concettuali| Date maturità 2023| Tema sul ritorno alla normalità dopo il coronavirus| Temi svolti|Riassunti dei libri
DE DOMO SUA: TRADUZIONE DEI CAPITOLI 66-70
[66] E perchè voi sappiate che costui è sempre stato nemico non degli uomini, ma delle virtù, dopo che io ero stato scacciato e Catone allontanato, si rivoltò contro colui stesso con la cui autorità e con il cui aiuto nelle assemblee egli diceva di gestire e aver gestito tutte quelle cose che aveva fatto e faceva: infatti non si riteneva che Gneo Pompeo, che , a giudizio di tutti appariva essere il capo della città, avrebbe concesso ancora per molto tolleranza alla sua follia. Egli, avendo sottratto dalla custodia di lui con dei tranelli un prigioniero nemico, figlio di un suo amico, e avendo provocato, con quella offesa, quelluomo valorosissimo, egli sperò di poterlo combattere con quelle squadriglie con cui io non volevo lottare, a rischio degli uomini onesti,e, in verità, soprattutto poichè cerano i consoli in suo aiuto; in seguito Gabinio ruppe lalleanza, invece Pisone gli rimase fedele. [67] Avete visto quali stragi, quali lapidazioni, quali esliati, costui abbia fatto, e quanto facilmente col ferro e con quotidiani tranelli, essendo stato ormai abbandonato dalla potentissima forza delle squadriglie, privò Gneo pompeo del foro e della Curia e lo rinchiuse in casa: da ciò potete giuducare quanto potente era stata quella forza giovane e unita e quanto, pur ormai distruuta e disunita, abbia spaventato Gneo Pompeo. [68] Queste cose analizzò, emettendo la sentenza, alle kalende di gennaio, quelluomo molto prudente e molto legato alla repubblica, sia anche a me e alla verità, Lucio Cotta, che non trovò ragionevole che la legge riguardante il mio ritorno, si dovesse porre, egli disse che io avevo provveduto al bene della repubblica, mi ero piegato alla sciagura, ero stato più amico vostro e degli altri cittadini che di me stesso, che ero stato scacciato dalla violenza, dalle armi, dalle discordie dei cittadini, a cui era stata imposta la strage e una nuova signoria; disse che niente si era potuto proporre riguardante la mia vita, niente era stato scritto secondo la legge o che potesse avere valore, che tutto era stato fatto temerariamente contro lr leggi e i costumi degli antenati, disordinatamente, con la violenza e con la follia.
- Vai alla traduzione del De Domo sua di Cicerone: capitoli 61-65
- Vai alla traduzione del De Domo sua di Cicerone: capitoli 71-75