Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 46-50
Traduzione in italiano del testo originale in latino, capitoli 46-50, dell'opera De Domo sua di Cicerone
DE DOMO SUA: TRADUZIONE DEI CAPITOLI 46-50
[46] E se ebbe tanto potere sopra di me, benchè mi proteggessero sia lonore, sia la dignità, sia la causa, sia la repubblica, di me, di cui non si desiderava il denaro, a cui niente si contrapponeva se non un mutamento dello stato delle cose e le miserie comuni dei tempi, che cosa infine capiterà a coloro la cui vita è lontana dagli onori popolari e da questo manifesto favore, ed inoltre hanno un così grande patrimonio che molti miseri, dissipatori e nobili bramano? [47] Date questa facoltà al tribuno della plebe, e considerate attentamente un poco i giovani e soprattutto quelli che sembrano aspirare alla potestà del tribunato: dopo aver confermato questo diritto, si troveranno sicuramente tutti i collegi dei tribuni della plebe a far lega per quanto concerne le sostanze degli uomini più ricchi, essendo stata offerta loro la preda popolare e la speranza di guadagno. Ma che cosa ha proposto quel furbo e accorto legislatore? Volete, comandate che Marco Tullio sia esiliato? E crudele, infame, è intollerabile perfino in un cittadino molto empio e privo di giudizio! Non ha proposto che si interdicesse. Che cosa allora? che fosse stato interdetto? O lurido uomo, o flagello,o scellerato! Clodio ha scritto per te questa legge più sudicia della sua lingua, affinchè fosse interdetto colui che non era mai stato interdetto? Sesto mio, ti prego, poichè sei già diventato dialettico e assaggi anche questo, cioè, si può proporre al popolo o sancire con alcune parole o confermare con le votazioni quello che non è stato fatto come se fosse stato fatto? [48] Con questo scrittore, con questo consigliere, con questo ministro, tu, il più lurido non solo dei bipedi, ma anche dei quadrupedi, hai rovinato lo Stato ; nè tu eri tanto sciocco e privo di senno da non sapere che Clodio era colui che operava contro le leggi, e altri coloro che erano soliti scrivere le leggi; ma tu non avesti potere su nessuno, nè su di loro e neanche sugli altri nei quali ci poteva essere un po di decoro; nè tu hai potuto servirti degli stessi legislatori, di cui si sono serviti gli altri, nè dei promotori delle imprese, nè chiamare il pontefice che volevi e infine non potesti trovare in questa alleanza di rapina neppure uno schiavo o compagno di rapina al di fuori del numero dei tuoi banditi oppure qualcuno che desse il voto in questa tua proscrizione se non un ladrone o un assassino. [49] Pertanto, mentre tu ti mettevi in mostra, florido e potente, in mezzo al foro, come una meretrice, quei tuoi amici, felici e coperti solo da te come loro amico, i quali si erano avventurati tra il popolo, venivano talmente respinti, che mandavano in rovina anche la tua tribù Palatina; coloro che erano venuti in giudizio, sia che fossero accusatori, sia colpevoli, nonostante tu intercedessi, venivano condannati.
Infine anche quel Ligo, nuovo arrivato, tuo venale approvatore e sottoscrittore, essendo disapprovato dal testamento e dal giudizio di marco Papiro, suo fratello, disse di voler vendicare la morte di lui: rinnegò il nome di Sesto Properzio: ma non osò, per timore della calunnia, accusare, essendo lui complice della condanna altrui e dei delitti. [50] Discutiamo dunque di questa legge, che sembra essere stata proposta quasi secondo il diritto, della quale chiunque ne toccò una parte, con un dito, con la voce, con il profitto, con la votazione, da dovunque giungesse, respinto e colpevole, si allontanò. Che cosa dirai, se questa proscrizione è scritta con tali parole che da sestessa si demolisce? infatti essa recita: che Marco tullio abbia riportato una falsa deliberazione del senato. Se dunque egli riportò una falsa deliberazione del senato, allora è una proposta di legge: se invece non la riportò, non è nulla. Non ti sembra che sia stato argomentato abbastanza dal senato che io non solo non ho smentito lautorità di quellordine, ma anche io solo dalla fondazione di Roma abbia sempre con grande diligenza obbedito al senato ? In quanti modi io ribadisco che questa che tu chiami legge, non è una legge? Che cosa dirai? se ti ricordo che anche su diverse questioni hai riferito con una sola votazione e tuttavia crederai di poter ottenere, essendo i Decimi e i Clodi autori di tutte le ribalderie e di tutti gli stupri, quello che Marco Druso nella maggior parte delle sue leggi, Marco Scauro, uomo onesto, e il consolare Crasso non ottennero.