Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 16-20

Traduzione in italiano del testo originale in latino, capitoli 16-20, dell'opera De Domo sua di Cicerone

Traduzione De Domo sua, Cicerone, Versione di Latino, capitoli 16-20
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DE DOMO SUA: TRADUZIONE DEI CAPITOLI 16-20

[16] Essendo atteso, venni; pur essendo stati espressi diversi pareri, mi fu chiesta la mia opinione; espressi quella che era più salutare per la repubblica e a me indispensabile. Mi si chiedeva una buona quantità di grano e labbassamento del prezzo: non avrei avuto potere nel gestire queste cose, nè cera relazione. Mi veniva richiesto con linsistente domanda degli onesti: non potevo sopportare i biasimi dei disonesti. Diedi lincarico ad un amico abbastanza ricco, non per imporre a lui, così benemerito di me, quel peso piuttosto infatti lavrei sopportato io stesso ma perchè io vedevo quello che tutti, quello che noi ci promettevamo che avrebbe fatto Gneo Pompeo, con la sua fedeltà, con la saggezza, con la virtù, con lautorità, e infine in modo molto facile. [17] Pertanto, sia che gli Dei immortali abbiano offerto al popolo romano questo frutto del mio ritorno, affinchè, come con la mia partenza si erano verificate mancanza di grano, fame saccheggi, stragi, rapine, impunità dei delitti, fuga, paura, discordia, così al ritono si vedano essere ritornate, con me, la fertilità dei campi, labbondanza di grano, la speranza di pace, la tranquillità dellanimo, il discernimento, la legge, la concordia del popolo, lautorità del senato, sia che io stesso abbia dovuto garantire qualcosa col mio ritorno, con la saggezza, lautorità, la diligenza, in vista del benessere del popolo romano: lo dimostro, lo prometto, lo garantisco, - non dico di più, dico solo ciò che è sufficiente a questo tempo, - cioè che la repubblica, a causa dellapprovvigionamento, non si troverà più in quel pericolo in cui veniva trascinata. [18] Perciò in questa funzione, che fu principalmente mia, sarà rifiutato il mio parere? Strappai dalla rovina di quel gravissimo pericolo quella estrema situazione, e non solo, ma anche voi dalla strage, dagli incendi, dai saccheggi, nessuno lo nega, poichè alla grave situazione di carestia, si era aggiunto questo speculatore delle miserie comuni, che sempre nei momenti bui della repubblica accese la fiaccola della scellerataggine. Nega che ci sia stato bisogno di asseganre qualcosa a qualcuno straordinariamente. Ormai risponderò infatti a te come agli altri, che a Gneo Pompeo furono affidate moltissime pericolosissime e importantissime guerre per terra e per mare, con ordine straordinario : della qual cosa se qualcuno si pente, si pente anche della vittoria del popolo romano. [19] Non voglio trattare con te in questo modo; questo ragionamento può essere fatto da me con coloro che discutono in questo modo, cioè che se un incarico dovesse essere affidato ad un uomo, essi lavrebbero conferito soprattutto a Gneo Pompeo; ma che essi non darebbero nessun incarico ad uno qualsiasi; essendo dato a Pompeo, essi intendono, per la sua dignità, onorare e sostenere ciò. Se io non lodo il loro parere è perchè sono trattenuto dai trionfi di Gneo Pompeo,egli, essendo stato chiamato da loro a difendere la patria, con incarico straordinario, accrebbe la fama del popolo romano e diede decoro al sommo potere: lodo la fermezza, che anche io dovetti usare, e per mia istigazione, egli, con poteri straordinari, fece la guerra con Mitridate e Tigrane.

[20] Tuttavia posso discutere qualcosa con loro: quanto è grande davvero la tua arroganza da osare di dire che non si deve affidare a nessuno un incarico con potere straordinario? tu, dopo aver annesso, con una legge empia e per causa sconosciuta, il regno di Tolomeo, re di Cipro, fratello del re di Alessandria, che regnava con lo stesso diritto, e avendo reso colpevole il popolo romano del delitto, dopo aver mandato nel suo regno bande di briganti a rapinare beni, patrimoni di questo re, col cui padre, avo e antenati eravamo stati amici ed alleati, le sue ricchezze dovettero essere trasferite e, se qualcuno avesse voluto difendere il proprio diritto con la guerra, affidasti il comando a Marco Catone.

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