Traduzione De Bello Gallico, Aulo Irzio, Versione di Latino, Libro 08; 35-36
Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 08; paragrafi 35-36 dell'opera De Bello Gallico di Aulo Irzio
DE BELLO GALLICO: TRADUZIONE DEL LIBRO 08; PARAGRAFI 35-36
35. Dopo essersi procurati grandi scorte di grano, Drappete e Lucterio si attestano a non più di dieci miglia dalla città, nell'intento di portare da qui, a poco a poco, il grano entro le mura. Si dividono le incombenze: Drappete con parte delle truppe rimane al campo per difenderlo, Lucterio guida verso la città le bestie da soma. Dispone dei presidi e, verso l'ora decima della notte, comincia a introdurre il grano in città per anguste strade tra i boschi. Ma i rumori della colonna in movimento erano stati uditi dalle sentinelle del nostro campo: quando gli uomini mandati in esplorazione riferiscono cosa stava accadendo, dalle ridotte più vicine Caninio esce rapidamente con le coorti già pronte e, sul fare dell'alba, attacca i nemici occupati nel trasporto del grano. I Galli, sconvolti dall'attacco improvviso, fuggono verso i loro posti di difesa; non appena i nostri videro i nemici armati, con furia ancora maggiore si lanciarono su di essi e non ne fecero prigioniero nessuno. Da qui Lucterio cerca scampo con pochi dei suoi, senza neppure rientrare al campo. 36. Condotta a termine con successo l'operazione, Caninio apprende dai prigionieri che parte delle truppe, con Drappete, era rimasta nell'accampamento a non più di dodici miglia. La cosa gli viene confermata da diverse fonti ed egli si rende conto che, dopo la rotta di uno dei due capi, poteva con facilità schiacciare gli altri nemici atterriti, ma riteneva ben difficile l'eventualità per lui più fortunata, ossia che qualche superstite fosse rientrato all'accampamento nemico, portando a Drappete la notizia della disfatta subita. Fare un tentativo, comunque, gli sembrava che non comportasse alcun rischio: manda in avanti, verso il campo nemico, la cavalleria al completo e i fanti germanici, uomini straordinariamente veloci; dal canto suo, sistema una legione nei tre diversi accampamenti, l'altra la porta con sé senza bagagli. Quando è ormai vicino al nemico, gli esploratori, mandati in avanscoperta, lo avvisano che i barbari, secondo la loro consuetudine, avevano lasciato le alture e posto il campo lungo le rive del fiume; inoltre, i Germani e i cavalieri erano piombati all'improvviso sui nemici che non se l'aspettavano e avevano attaccato battaglia. Appena lo sa, avanza con la legione in armi e schierata. Così, al segnale, da tutte le parti repentinamente i nostri occupano le alture. Subito i Germani e i cavalieri, avendo visto le insegne della legione, combattono con estremo ardore. Le coorti si lanciano immediatamente all'attacco da ogni lato: tutti i nemici vengono uccisi o catturati, i nostri si impadroniscono di un grande bottino. Nella battaglia cade prigioniero lo stesso Drappete.