Traduzione De Bello Gallico, Aulo Irzio, Versione di Latino, Libro 08; 19-20
Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 08; paragrafi 19-20 dell'opera De Bello Gallico di Aulo Irzio
DE BELLO GALLICO: TRADUZIONE DEL LIBRO 08; PARAGRAFI 19-20
19. I nostri, divisi in squadroni, si impegnavano a turno e in ordine sparso, senza permettere che il nemico aggirasse dai fianchi la fanteria Ed ecco che, mentre Correo combatteva, altri rincalzi erompono dalle selve. Si scatenano accese mischie qua e là. Mentre la lotta si protraeva incerta, a poco a poco dalle selve avanza a ranghi serrati il grosso della fanteria nemica, che costringe alla ritirata i nostri cavalieri. In loro soccorso interviene rapidamente la nostra fanteria leggera, che precedeva le legioni, come avevo già detto: mescolati ai nostri squadroni di cavalleria affrontano con fermezza gli avversari. Per un certo tratto ci si batte con pari ardore; poi, conforme a una legge dei fatti d'arme, chi aveva resistito ai primi assalti dell'imboscata, ha la meglio, proprio perché non aveva patito lo svantaggio della sorpresa. Nel frattempo, le legioni si avvicinano e pervengono, di continuo, ai nostri e ai nemici notizie sull'arrivo del comandante con l'esercito in assetto di guerra. Di conseguenza, i nostri, rassicurati dal sostegno delle coorti, moltiplicano gli sforzi per non dover dividere l'onore del successo con le legioni, nel caso in cui la battaglia fosse andata troppo per le lunghe. I nemici si perdono d'animo e cercano da ogni parte vie di salvezza. Invano: vengono intrappolati dalle difficoltà dei luoghi, in cui avevano voluto rinserrare i Romani. Vinti e travolti, dopo aver perso il grosso delle truppe, scappano in preda al terrore, dirigendosi verso le selve o verso il fiume, ma tutti i fuggiaschi vengono massacrati dai nostri che li inseguivano con accanimento Al contempo nessuna traversia piegò Correo: né si risolse a lasciare la mischia e a cercar riparo nelle selve, né acconsentì alla resa, che pure i nostri gli offrivano Anzi, poiché combatté con estremo valore e ferì parecchi dei nostri, i vincitori, pieni d'ira, furono costretti a bersagliarlo di frecce. 20. Conclusasi così l'operazione, Cesare sopraggiunse mentre erano ancora freschi i segni della battaglia e pensò che i nemici, alla notizia di una tale disfatta, avrebbero spostato il campo, non distante - a quanto si diceva - oltre le otto miglia, più o meno, dal luogo della strage; perciò, nonostante il serio ostacolo rappresentato dal fiume, lo varca con l'esercito e avanza. I Bellovaci e gli altri popoli, intanto, accolgono i fuggiaschi, pochi e per di più feriti, che avevano evitato il peggio grazie alle boscaglie: apprendono che era stata una catastrofe, Correo era morto, la cavalleria e i fanti più valorosi annientati Convinti che i Romani sarebbero ben presto sopraggiunti, al suono delle trombe radunano rapidamente l'assemblea e chiedono a gran voce di inviare a Cesare emissari e ostaggi.