Traduzione De Bello Gallico, Aulo Irzio, Versione di Latino, Libro 08; 17-18

Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 08; paragrafi 17-18 dell'opera De Bello Gallico di Aulo Irzio

Traduzione De Bello Gallico, Aulo Irzio, Versione di Latino, Libro 08; 17-18
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DE BELLO GALLICO: TRADUZIONE DEL LIBRO 08; PARAGRAFI 17-18

17. Mentre gli agguati si facevano sempre più frequenti, da un prigioniero Cesare venne a sapere che Correo, il capo dei Bellovaci, aveva scelto seimila fanti tra i più forti e mille cavalieri tra il numero totale, per tendere una trappola nella zona in cui presumeva che si sarebbero spinti i Romani, vista l'abbondanza di grano e foraggio. Avvertito del piano, Cesare guida fuori dal campo più legioni del solito e manda in avanti la cavalleria, che, come di consueto, scortava i soldati in cerca di foraggio. Inserisce tra i cavalieri gruppi di ausiliari armati alla leggera. Dal canto suo, si avvicina il più possibile con le legioni. 18. I nemici, in agguato, dopo aver scelto una pianura non più ampia di un miglio in tutte le direzioni, circondata su ogni lato da selve o da un fiume inguadabile, si erano disposti tutt'attorno, per accalappiare la preda. I nostri, al corrente delle intenzioni nemiche, erano pronti alla lotta sia con le armi, sia nell'animo, e visto l'arrivo imminente delle legioni, non avrebbero rinunciato a nessun tipo di scontro: sul luogo dell'imboscata giunsero squadrone per squadrone. Al loro arrivo, Correo pensò che gli si offrisse l'occasione di agire: cominciò a mostrarsi con pochi uomini e attaccò i primi squadroni. I nostri resistono saldamente all'assalto, non si ammassano in un sol luogo, cosa che, quando si verifica negli scontri di cavalleria per un senso di paura, determina un grave danno proprio per il numero dei soldati.

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