Traduzione De Bello Gallico, Aulo Irzio, Versione di Latino, Libro 08; 03-04
Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 08; paragrafi 03-04 dell'opera De Bello Gallico di Aulo Irzio
DE BELLO GALLICO: TRADUZIONE DEL LIBRO 08; PARAGRAFI 03-04
3. Al repentino arrivo di Cesare accadde l'inevitabile per gente colta alla sprovvista e sparpagliata: mentre i nemici, senza timore alcuno, attendevano ai lavori nei campi, vennero sopraffatti dalla cavalleria prima di potersi rifugiare nelle città. Infatti, per ordine di Cesare, era stato eliminato anche l'indizio più comune di un'incursione nemica, ovvero il fuoco appiccato agli edifici, sia perché in caso di ulteriore avanzata non venissero a mancare foraggio e grano, sia perché i nemici non fossero messi in allarme dagli incendi stessi. Dopo la cattura di molte migliaia di uomini, chi tra i Biturigi, in preda alla paura, era riuscito a sfuggire al primo attacco dei Romani, era riparato presso i popoli vicini, fidando o in vincoli personali d'ospitalità oppure nell'alleanza comune. Invano: a marce forzate Cesare accorre dappertutto e non lascia a nessun popolo il tempo di pensare alla salvezza altrui più che alla propria; con la rapidità della sua azione teneva a freno gli alleati fedeli, con il terrore costringeva alla pace i titubanti. Di fronte a tale situazione, i Biturigi, vedendo che la clemenza di Cesare lasciava spazio per un ritorno all'alleanza con lui e che i popoli limitrofi non avevano subito pena alcuna, ma dietro la consegna di ostaggi erano stati accolti sotto la sua protezione, ne seguirono l'esempio. 4. Ai soldati, che avevano senza sosta condotto le operazioni con straordinario impegno anche nelle giornate invernali, lungo strade davvero disagevoli e con un freddo insopportabile, come premio a titolo di bottino Cesare promette, per le tante fatiche e sopportazioni, duecento sesterzi a testa, e ai centurioni mille; invia le legioni ai quartieri d'inverno e ritorna a Bibracte dopo quaranta giorni. Mentre vi amministrava la giustizia, i Biturigi gli inviano emissari per chiedergli aiuto contro i Carnuti, lamentando attacchi da parte loro. Appena ne è informato, dopo aver sostato nei campi invernali non più di diciotto giorni, richiama la diciottesima e la sesta legione dagli accampamenti sulla Saona, dove erano state dislocate per occuparsi del vettovagliamento, come si è detto nel libro precedente: così, con due legioni parte all'inseguimento dei Carnuti.