Traduzione Ai Familiari, Cicerone, Versione di Latino, Cicerone al console Metello Nepote
Traduzione in italiano del testo originale in latino del Libro 05; parte 04, Cicerone al console Metello Nepote, dell'opera Ai Familiari di Cicerone
AI FAMILIARI: TRADUZIONE DEL LIBRO 05; PARTE 04, CICERONE AL CONSOLE METELLO NEPOTE
Le lettere di mio fratello Quinto e di Tito Pomponio, amico mio intimo, mi avevano fatto ben sperare che tu non meno del tuo collega eravate inclini a offrirmi la vostra assistenza; ti avevo dunque scritto senza indugio, come l'insieme delle circostanze imponevano, sia per porgerti i miei ringraziamenti sia appunto per domandare un ulteriore aiuto per il futuro. In seguito, non tanto le lettere dei miei quanto la viva voce di chi aveva occasione di passare da queste parti, mi davano assicurazione che i tuoi sentimenti restavano immutati; la qual cosa ha fatto sì che io avessi ritegno a tempestarti di lettere. Ora mio fratello Quinto mi dà notizia di un tuo intervento in senato estremamente fiacco: spinto da questo, ho provato a scriverti e a te chiedo esplicitamente, per quanto può dipendere dal tuo buon volere, di salvare i tuoi insieme con me piuttosto che attaccare me cedendo alla spietata arroganza dei tuoi. Hai già riportato una vittoria su te stesso, offrendo allo stato la rinuncia alle tue inimicizie private; ti faresti adesso trascinare a sostenere, contro lo stato, le inimicizie altrui? Se invece, con un tuo tipico atto di generosità, dovessi oggi darmi una mano, ti assicuro la mia devozione per ogni futura evenienza; se al contrario né ai magistrati né al senato né al popolo sarà data la possibilità di agire in mio favore, in grazia di quel clima di violenza che ha rovinato la repubblica insieme con me, considera bene che ove tu volessi a un certo punto riafferrare l'occasione di salvarci tutti tu non sarai poi in grado di farlo perché non ci sarà nessuno da salvare.