Traduzione Ai Familiari, Cicerone, Versione di Latino, Cicerone a Marco Mario
Traduzione in italiano del testo originale in Latino del Libro 07; parte 01, Cicerone a Marco Mario, dell'opera Ai Familiari di Cicerone
AI FAMILIARI: TRADUZIONE DEL LIBRO 07; PARTE 01, CICERONE A MARCO MARIO
Se è stato qualche malessere fisico o un momento di salute non buona a impedirti di assistere agli spettacoli, lo ascrivo piuttosto alla fortuna che alla tua assennatezza; ma se invece non hai creduto degne di attenzione tutte queste meraviglie che piacciono tanto agli altri e nonostante ti sentissi benissimo non sei voluto venire di proposito, ebbene me ne rallegro per due motivi: primo, perché malesseri fisici non ne hai; secondo, perché la tua salute psichica è perfetta se hai trascurato quello che senza alcun fondamento piace tanto agli altri; sempreché quest’occasione di riposo ti abbia portato dei frutti: è certo che eri nelle migliori condizioni per poterne godere, giacché sei rimasto pressoché solo in questa tua delizia di paese. non ho dubbi che tu, da quella tua stanza da letto in cui ti sei allargato la vista dalla parte di Stabia con qualche opportuna aperturadurante quei giorni hai passato intere mattinate a oziare in contemplazione di quello scenario; mentre intanto quelli che ti ci avevano abbandonato stavano guardando mezzi addormentati le rappresentazioni di mimi sulla pubblica ribalta. E le altre ore del giorno te le passavi in santa pace, divertendoti a modo tuo e a tuo piacimento; mentre intanto noi eravamo costretti a sopportare il programma gentilmente allestito da Spurio Mecio. Se ti interessa, ti dirò che gli spettacoli erano molto fastosi, ma non di tuo gusto: è una conclusione a cui arrivo da me; innanzi tutto, in segno di rispetto per la grande occasione, erano tornati sulla scena certi personaggi che io credevo che dalla scena si fossero ritirati in segno di rispetto per il pubblico; il tuo attore prediletto, il nostro caro Esopo, si è comportato in modo da far invocare il suo pensionamento all'intera platea; al momento di giurare, gli è mancata la voce proprio nel punto del ‘se coscientemente cadessi in errore’. Che raccontarti del resto? Sai degli altri spettacoli; lo crederesti, non hanno avuto neppure quel tanto di attrattiva che conservano anche le messe in scena più insignificanti; la vista di tanta pompa esteriore ammazzava il divertimento; di tutta questa pompa non dubito che tu abbia tranquillissimamente fatto a meno: in che senso possono piacere a degli spettatori seicento muli nella ‘Clitennestra’ o tremila recipienti per il vino nel ‘Cavallo di Troia’ o tante uniformi diverse di fanteria e di cavalleria in qualche combattimento da carosello? Tutto questo ha incantato la gente, ma te non ti avrebbe divertito per niente. Se durante questo periodo ti sei dedicato ad ascoltare il tuo Protogene (purché beninteso ti abbia offerto qualcosa di meglio della lettura dei miei discorsi) il tuo divertimento è stato di non poco superiore a quello di chiunque di noi; non credo infatti che tu senta la mancanza di teatro greco o di farse alla campana; tanto più che di farse alla campana puoi goderne finanche nel consiglio municipale della tua città e il teatro greco non ti piace, al punto che neppure per andare alla tua villa hai voglia di percorrere la ‘via dei Greci’.
E posso credere che senta la mancanza delle gare di atletica chi disprezza quelle dei gladiatori? Nell'organizzare i quali giochi Pompeo stesso ammette di aver sprecato sonni e denaro. Da registrare ancora due cacce al giorno per cinque giorni; magnifiche, chi dice di no; ma per un uomo di cultura raffinata che gusto può esserci se un debole essere umano viene azzannato da una belva ferocissima o se una belva stupenda viene trafitta da uno spiedo? Ad ogni mo do, se queste sono cose da vedere, le hai viste più di una volta; e anch'io che vi ho assistito non ho visto niente di nuovo. L'ultimo giorno era dedicato agli elefanti: grande stupefazione delle masse popolari, divertimento nessuno; anzi, ne è scaturita una certa compassione e come la sensazione che tra quelle bestie e il genere umano ci sia una sorta di amicizia naturale. Non vorrei però che tu pensassi che in questi giorni di feste teatrali io non ho fatto altro che spassarmela in una continua vacanza: mi sono invece mezzo distrutto per il processo del tuo caro amico Caninio Gallo. Certo che se il pubblico fosse indulgente con me come lo è stato con Esopo, ti garantisco che chiuderei volentieri con la mia professione e passerei il resto della vita con te e con quelli del nostro stampo; perché mentre prima era solo una noia, quando pure ero spinto a fare dall'età e dall'ambizione e mi era possibile alla fin fine non difendere chi non volevo, adesso il vivere così è assolutamente privo di senso; né mi aspetto alcun frutto dalla mia fatica e sono costretto talvolta a difendere, su richiesta di chi ha acquistato grandi meriti presso di me, gente che presso di me di meriti non ne ha acquistato alcuno. perciò vado cercando tutte le opportunità di vivere una buona volta secondo le mie inclinazioni; perciò lodo e approvo di tutto cuore te, e questa tua scelta di vita al di fuori del mondo: e anche il fatto che trovi più raramente il modo di vedermi mi dispiace meno, giacché sono tali e tanti gli impegni che mi affliggono che se tu fossi a Roma né io avrei la possibilità di godere della tua simpatica presenza né tu della mia (se pure è simpatica); se mai riuscissi ad allentarne la presa (a liberarmene del tutto non ci penso nemmeno) potrei dare perfino a te, che per molti anni non ti sei occupato d'altro, delle lezioni su che cosa significhi il vivere a misura d'uomo. Tu però seguita a curare e a migliorare per amor mio questa tua salute tanto delicata, così potrai venirmi a trovare in villa e passeggiare su e giù insieme con me in lettiga. Ho speso più parole del solito per scriverti di queste cose non perché avessi tanto tempo libero, ma per il grande affetto che ti porto: in una certa lettera, se ti ricordi, tu mi avevi invitato più o meno esplicitamente a farti una specie di resoconto per attenuare il dispiacere di aver perso queste giornate di festa; se ci sono riuscito, ne sono contento; se non ci sono riuscito, me ne consolo lo stesso, perché vuol dire che un'altra volta verrai personalmente agli spettacoli, potremo incontrarci e non affiderai esclusivamente alle mie lettere la speranza di divertirti un po'.