Traduzione Ad Brutum, Cicerone, Versione di Latino, Libro 02; 03-04

Di Redazione Studenti.

Traduzione in italiano del testo originale in Latino del Libro 02; paragrafi 03-04 dell'opera Epistulae ad Brutum di Cicerone

AD BRUTUM: TRADUZIONE DEL LIBRO 02; PARAGRAFI 03-04

03. Aspetto ansiosamente la lettera che mi scrivesti dopo le notizie sulla nostra situazione e sulla morte di Trebonio. Non dubito che mi espliciterai il tuo consiglio. Con un delitto scellerato perdemmo un cittadino eccellente e fummo spinti fuori dal possesso della provincia, recuperare la quale è semplice e non sarà meno ingiurioso e vergognoso riprendercela poi. [2] Adesso Antonio è con noi, ma, accidenti, sono commosso dalle preghiere delluomo e temo che la pazzia di qualcuno lo faccia fuori. Sono sicuramente preoccupato. Ma, se sapessi che cosa ti piace, sarei senza paura; sarei persuaso che questa è la cosa migliore. Perciò informami al più presto su che cosa ti garba di più. [3] Il nostro Cassio ha la Siria e le legioni Siriache, seguito certo da Murco e Marcio e dallo stesso esercito. Scrissi alla sorella Terzia e alla madre di non comunicare questa cosa che Cassio ha fatto in maniera perfetta e fortunatissima prima di conoscere il tuo parere e che cosa te ne pare. [4] Ho letto due tue orazioni, di cui luna facesti il primo gennaio, laltra, quella riguardo alle mie lettere, che fu da te scritta contro Caleno. Ora ti aspetti questo, che io le lodi. Non so se in quei libretti sia contenuta una lode maggiore del tuo carattere o del tuo stile; mi piace ormai che siano chiamate Filippiche, cosa che hai scritto scherzando in una qualche tua epistola. [5] Siamo privi di due cose, Cicerone, di soldi e di aiuto; e di queste una può essere risolta da te, così che sia mandata a noi da lì una qualche coorte di soldati o per iniziativa nascosta contro Pansa o per proposta in senato, laltra, che è più necessaria e non al mio esercito più che degli altri, soprattutto di questo mi dolgo, di aver perso lAsia; e sento che questa è così vessata da Dolabella che ormai lassassinio di Trebonio.

Non mi sembra la sua azione più scellerata. [6] Cicerone, tuo figlio, mi piace talmente tanto per attivismo, pazienza, fatica, grandezza danimo, per ogni suo affare che sembra non abbandoni mai il pensiero di chi sia figlio. E perciò, poiché non posso fare in modo che tu consideri di più ti è già carissimo, concedi questo al mio giudizio, di convincerti che non dovrà abusare della tua fama per seguire le impronte paterne. Durazzo, primo aprile.

04. Data ieri mattina, undici aprile, una lettera a Scapzio, ricevetti verso sera dello stesso giorno la tua lettera dell11 aprile scritta da Durazzo. E così, stamattina, dodici aprile, essendo stato informato da Scapzio che non sono ancora partiti quelli a cui lavevo consegnata e che stavano per andare, scrissi un po questa nel caos del saluto mattutino. [2] Mi rallegro per Cassio e mi congratulo per lo stato e per me, che avevo espresso il parere che Cassio gestisse la guerra contro Dolabella, anche se Pansa era contrario e si adirava. E certo dicevo audacemente che senza il nostro senato consulto egli comunque stava facendo la guerra. E dissi anche di te le cose che ritenni da dire. Questo discorso ti sarà recapitato perché vedo che ti piacciono le nostre Filippiche. [3] Quanto a ciò che mi chiedi di Antonio, ritengo che debba essere trattenuto finché non avremmo conosciuto la sorte di Bruto. Dalle lettere che mi hai mandato sembra che Dolabella vessi lAsia e si comporti malissimo in quella. Invece hai scritto ad altri che Dolabella è stato scacciato dai Rodii. E, se è giunto a Rodi, mi sembra che abbia lasciato lAsia. E se è così, penso che tu debba rimanere lì; se invece la prese una volta, credimi, non ci sarà alle idi di Aprile e credo che debba essere seguito in Asia.

Non mi sembra che tu possa fare di meglio in questo momento. [4] Su ciò che scrivi, cioè che ti mancano due cose importanti, aiuti e denaro, la decisione è difficile. Non convergono in me poteri che vedo possano servirti eccetto quelli che decretò il senato, di prendere denaro a prestito dalle città. Invece riguardo agli aiuti non vedo che cosa si possa fare. Infatti si è tanto lontani dal fatto che Pansa ti dia qualcosa dal suo esercito o per la nuova scelta che sopporta anche a stento che vengano da te tanti volontari, perché, come credo io, crede che nelle avversità che si verificano in Italia nessun esercito sia troppo grande, come invece sospettano molti, perché non vorrebbe vederti troppo forte; cosa che io non penso. [5] Quanto a ciò che scrivi, che hai scritto a tua sorella Terzia e a tua madre affinché non dicano le cose che sono state fatte da Cassio prima che mi sembri opportuno, vedo che hai avuto paura, cosa che fu davvero terribile, che gli animi delle fazioni di Cesare, come anche oggi si chiamano quei partiti, ne fossero violentemente sconvolti. Ma prima di aver ricevuto la tua lettera, questa cosa era stata conosciuta e divulgata; i tuoi soldati avevano scritto lettere a molti tuoi famigliari. Perciò la cosa non doveva essere sottaciuta, innanzitutto perché non si poteva fare, né, se si potesse non reputeremmo che non sia notizia da divulgare piuttosto che da nascondere. [6] Riguardo al mio Cicerone, se cè in lui tanto quanto scrivi, io ne godo quanto devo e , se attribuisce a lui cose maggiori perché gli vuoi bene, godo ugualmente molto per questa stessa cosa, perché è amato da te.