Traccia svolta Tipologia C1, tema di attualità su mafia e Dalla Chiesa | Prima prova maturità 2019
Traccia svolta tema attualità su mafia e sull'omicidio del generale Dalla Chiesa, tipologia C 1
Indice
TRACCIA SVOLTA PRIMA PROVA MATURITÀ 2019: TIPOLOGIA C
Una delle tracce scelte dal Miur per quanto riguarda il tema d'attualità tipologia C riguarda la mafia e precisamente il trentennale della strage di Via Chiarini in cui persero la vita il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie e l'ufficiale della scorta. Come si può svolgere una traccia del genere per la prima prova? Ecco un possibile svolgimento fatto da una nostra tutor.
TRACCIA SVOLTA SULLA MAFIA
Il Prefetto Viano ricorda il Generale Dalla Chiesa in un discorso commemorativo pronunciato in occasione del trentennale della strage di via Carini. Dalla Chiesa è stato Prefetto di Palermo per pochi mesi, pima di essere assassinato dalla mafia nel contesto della conquista del potere da parte dei corleonesi. Negli anni Ottanta, a Palermo e provincia, era in corso quella che oggi ricordiamo come una specie di guerra. La famiglia dei corleonesi assassinava decine di appartenenti ad altre famiglie mafiose, per conquistare il potere all’interno di Cosa Nostra.
Il Generale Dalla Chiesa precedentemente aveva lavorato con successo contro le Brigate Rosse e nel 1982 è stato nominato Prefetto di Palermo proprio per condurre la battaglia contro Cosa Nostra. Poi, però, non gli sono stati assegnati quei poteri che gli avrebbero permesso di svolgere questo incarico con uguale successo. Come altri, è stato “lasciato solo”, senza gli strumenti e la protezione di cui aveva bisogno.
Come ricorda lo stesso Viano, l’assassinio di Dalla Chiesa è parte di una serie. Negli stessi anni furono assassinati molti di coloro i quali svolgevano indagini o cercavano, in modi diversi, di arginare il potere e la violenza della mafia: giornalisti, magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine, ma non solo. Cosa Nostra ha sempre ammazzato i propri oppositori. Durante la prima metà del Novecento, per esempio, sono stati uccisi molti sindacalisti che cercavano di organizzare le lotte dei lavoratori. Negli anni Ottanta questa strategia violenta è diventata ancora più evidente, fino all’apice delle stragi del ’92 e del ’93.
Per svolgere il tema, intendo concentrarmi sull’uso che Viano fa di una particolare metafora: il martirio. «Carlo Alberto Dalla Chiesa – dice – si inserisce a pieno titolo tra i Martiri dello Stato». Si tratta di una metafora usata di frequente per riferirsi a chi è stato ucciso dalla mafia mentre la combatteva svolgendo il proprio lavoro di pubblico funzionario. A mio parere si tratta di una metafora fuorviante e cercherò di sostenere questa opinione portando alcuni argomenti.
TEMA SVOLTO SU DALLA CHIESA
La metafora del martirio è legata alla tradizione religiosa – i martiri nella tradizione cristiana sono santi, si sono fatti uccidere piuttosto che abiurare la propria fede – e, se applicata alla lotta alla criminalità organizzata, porta con sé dei sottintesi e degli equivoci che devono essere esplicitati. L’uso della metafora del martirio in un contesto come il discorso commemorativo di Viano lascia intendere che si possa considerare a) lo Stato come una Chiesa, b) la politica e la vita pubblica come una religione, c) la credenza nei valori politici come una fede e d) la lotta alla mafia solo come una battaglia morale.
Così facendo si dimenticano o si lasciano in secondo piano due aspetti che invece credo debbano essere considerati essenziali se si parla di criminalità organizzata.
Anzitutto, un aspetto tecnico, meno appassionante di quello etico-morale, ma essenziale. Viano vi accenna all’inizio del suo discorso: Dalla Chiesa – dice – era un «eccelso professionista», un «investigatore di prim’ordine». Insomma: sapeva fare molto bene il proprio lavoro. Dalla Chiesa ha saputo introdurre alcune novità grazie alle sua «idee brillanti e avveniristiche […] concretizzate poi in progetti e strutture investigative». La lotta alla mafia non è solo una questione morale – tantomeno religiosa – ma anche tecnica (e politica). Si tratta di possedere e saper usare nel modo giusto a seconda del contesto e degli obiettivi conoscenze, informazioni, strumenti, poteri, relazioni.
TRACCIA SVOLTA TIPOLOGIA C
Usare la metafora del martirio rischia di far passare tutto ciò in secondo piano, come mi sembra accadere nel discorso di Viano.
In secondo luogo, la metafora del martirio rischia di far dimenticare che la lotta alla mafia si può fare sempre e solo in modo attuale. Ricordare è assolutamente necessario, ma contemporaneamente occorre fare riferimento all’attualità. Occorre occuparsi di cosa fa e come funziona la criminalità organizzata oggi. Dato che il mondo è radicalmente diverso rispetto a quarant’anni fa e dato che uno degli elementi di maggior forza delle mafie è proprio la capacità di adattarsi velocemente ai cambiamenti (economici, politici, sociali e culturali), ricordare non basta. La forza e l’efficacia del lavoro di persone come il Generale Dalla Chiesa consisteva proprio nella capacità di muoversi velocemente quanto la criminalità organizzata, di capire quel che accadeva, di lavorare sia con pazienza, sia con creatività. Certo, il coraggio conta ed è importante ricordarlo, ma la metafora del martiro ci fa dimenticare che seguire la lezione di Dalla Chiesa vuol dire anche impegnarsi (ciascuno secondo le proprie competenze) a capire il presente e riuscire a far fronte ai cambiamenti attuali. Il ricordo deve servire a questo e, quindi, forse è opportuno trovare un’altra metafora.
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