Seconda prova maturità 2015: traccia svolta di produzioni vegetali per il tecnico agrario
Svolgimento seconda prova di maturità 2015, traccia svolta per l’istituto tecnico agraria, agroalimentare ed industria, articolazione produzioni e trasformazioni
SECONDA PROVA MATURITA, TRACCIA SVOLTA PER L’AGRARIO – La traccia di produzioni vegetali della seconda prova di maturità 2015 per l’articolazione Produzioni e trasformazioni dell’Istituto tecnico di agraria, agroalimentare e industria ha chiesto agli studenti di svolgere un tema che trattasse le problematiche inerenti l’impianto di un arboreto in un’azienda agraria. Dopodiché gli studenti dovevano rispondere a due quesiti a scelta tra i quattro proposti.
In questo articolo potete leggere la traccia svolta dai tutor di Studenti.it
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TRACCIA SVOLTA SECONDA PROVA PRODUZIONI VEGETALI TECNICO AGRARIO – Volete leggere un'esempio di svolgimento della traccia di produzioni vegetali?
Ecco la prova svolta dai nostri tutor:
1. Premessa
La coltivazione dell’olivo per la produzione di olio rappresenta una risorsa fondamentale dell’agricoltura laziale sia dal punto di vista economico (produzioni di olio extra vergine di oliva di qualità) sia agro-ambientale (valorizzazione di zone marginali e collinari con terreni di difficile coltivazione, soggetti al rischio di erosione). Tra le aree delle province laziali, il comune di Canino (VT) posto nella collina interna della Maremma laziale, nell’immediato entroterra rispetto alla costa tirrenica, rappresenta un importante areale per la filiera dell’olivo, data l’elevata qualità delle produzioni. I motivi che hanno spinto la proprietaria dell’azienda “Fattoria del Sole” ad avviare la coltivazione dell’olivo, oltre alla vocazionalità della zona, sono stati la presenza dell’oleificio sociale cooperativo di Canino che produce olio extra vergine di oliva di eccellenza (bassissima acidità e ricco di polifenoli), utilizzando esclusivamente olive raccolte nel comprensorio di Canino, dalle aziende socie della cooperativa. La presenza della cooperativa e la possibilità dell’aziende di diventare socia, garantisce una sicura commercializzazione del prodotto (a privati, al mercato locale, e in alcuni punti vendita della grande distribuzione) e assicura un’assistenza tecnica costante anche nella fase di coltivazione e raccolta.
2. Descrizione delle caratteristiche pedo-climatiche dell’area di interesse per l’impianto
L’azienda agricola in cui si vuole impiantare l’oliveto, ricade in una tipica zona collinare del Comune di Canino (VT) ad un’altitudine di 250 m s.l.m. L’azienda “Fattoria del Sole” è facilmente raggiungibile tramite la strada statale e strade locali e si trova a 2 km di distanza dall’Oleificio Sociale Cooperativo di Canino. L’appezzamento di 5 ha in cui si vuole impiantare l’olivo presenta una giacitura collinare (pendenza intorno al 10%) con esposizione soleggiata a sud-ovest e giusta illuminazione. Dalle analisi fisico-chimiche del suolo, effettuate per valutare la fattibilità della coltivazione dell’olivo è emerso che il terreno, di natura vulcanica, presenta una tessitura di medio impasto (argilla 11%, limo 26 %, sabbia 63%) con una buona dotazione di sostanza organica (2,35%) e di elementi nutritivi (azoto totale 0,14% e fosforo assimilabile 48 ppm), idonei ai fabbisogni dell’olivo. Il pH è acido (6,1), ma rimane nei limiti della tollerabilità. Il clima è temperato, tipico della collina interna della Tuscia occidentale, caratterizzato da estati calde ed inverni non particolarmente freddi, con precipitazioni medie annue di 800 mm (concentrate nel periodo autunnale e primaverile) e temperatura media di 14°C. Il mese più caldo è luglio con una temperatura media di 23°C. Secondo la classificazione climatica di Thornthwaite, basata sul Moisture Index, l’area è contraddistinta da un clima subarido con deficit idrico primaverile-estivo.
3. Scelte agronomiche e tecnica di impianto dell’oliveto
Poiché l’azienda “Fattoria del sole” vorrà diventare socia dell’oleificio sociale, dovrà rispettare il disciplinare di produzione integrata approvato e adottato dai soci della cooperativa stessa. Per questo motivo si è avvalsa della consulenza tecnica degli agronomi della cooperativa nella definizione della tecnica d’impianto e delle scelte agronomiche relative all’individuazione delle cultivar, del portainnesto, della forma di allevamento e sesto di impianto dell’oliveto.
Come noto, la maggior parte delle piante di olivo sono autoincompatibili e necessitano di un’adeguata consociazione varietale con presenza di piante impollinatrici.
Scelta della cultivar e portainnesto: Le cultivar scelte sono state il Caninese, Leccino e Pendolino in quanto riportate nella lista di varietà ammesse dal Regolamento interno della cooperativa e altamente adattabili ai terreni dell’azienda. Tale scelta varietale garantisce buone produzioni dal punto di vista quali-quantitativo. Le piantine delle tre cultivar da trapiantare in azienda saranno innestate su portainnesto franco (DA 12-I). Tali cultivar sono innestate su portainnesto franco. Il Caninese è la cultivar autoctona del comune, caratterizzata da una forte rusticità (alta resistenza a insetti e parassiti), adattabilità e ottima qualità dell’olio. Presenta una maturazione scalare, con raccolta tardiva. Ha un’elevata resa in olio (fino al 20%). La cultivar è auto-sterile e come impollinatori predilige le varietà Leccino e Pendolino. Il Leccino e Pendolino sono due cultivar a produzione precoce e contemporanea, anch’esse rustiche, ben adattabili e forniscono ottime produzioni.
Sesto d’impianto e Forma di allevamento: La scelta del sesto d’impianto è stata dettata dalle condizioni climatiche, dalle cultivar prescelte e dalla forma di allevamento che si intende adottare. La forma di allevamento prescelta è il vaso cespugliato. Il sesto d’impianto ricorrente nella zona è 6x6 con un investimento di 277 piante/ha.
Tecnica di impianto: L’impianto dell’oliveto è un’operazione complessa che, come illustrato in precedenza, coinvolge aspetti economici, di vocazionalità del territorio e precise scelte tecniche che se errate possono ripercuotersi negativamente sull’imprenditore agricolo per l’intera durata dell’arboreto. Terminate le scelte agronomiche e dopo l’attenta analisi pedo-climatica dell’area destinata all’impianto dell’oliveto, si può procedere con le operazioni di sistemazione del terreno e lavorazioni, funzionali all’impianto. Innanzitutto, la prima scelta riguarda la tipologia di sistemazione del terreno da adottare che nelle zone collinari ha lo scopo di contenere o evitare il fenomeno dell’erosione. Poiché la pendenza dell’appezzamento è del 10% si predilige la sistemazione trasversale con fossi che seguono le curve di livello. La seconda scelta che l’imprenditore ha dovuto affrontare è il tipo di lavorazione principale da adottare per la preparazione del terreno. Per limitare i costi economici e l’impatto ambientale, ha optato per una lavorazione combinata composta da una discissura a 80 cm di profondità che scarifica il terreno senza rivoltare gli strati di suolo e un’aratura a 25 cm di profondità. Contemporaneamente, a questa operazione viene eseguita la concimazione di fondo (letamazione e concimazione fosfo-potassica) alle dosi consentite dal disciplinare della produzione integrata. A seguire si procede con l’erpicatura e la rullatura per affinare il terreno e facilitare le operazioni di trapianto delle piantine certificate precedentemente ordinate al vivaista. Successivamente si procede con le sistemazioni idrauliche trasversali e al termine di tali operazioni si effettua il tracciamento dei sesti d’impianto e picchettamento. La messa a dimora delle piantine viene effettuata con trapiantatrici semi-automatiche o all’inizio della primavera prima della ripresa vegetativa.
1. La potatura di allevamento e di produzione: principi fisiologici e obiettivi.
La potatura è l’operazione colturale che più incide sull’equilibrio vegetativo e produttivo della pianta e può richiedere molto impiego di manodopera.
Potatura di allevamento dell’olivo: effettuata negli anni della fase giovanile del ciclo produttivo (dal 2 al 3-4 anno) per dare la forma voluta alla pianta e deve tenere conto dei seguenti criteri:
• Rispettare per quanto possibile la forma naturale della pianta e la sua basitonia;
• Nei primi anni ridurre gli interventi cesori per favorire l’equilibrio chioma-radice e accelerare l’entrata in produzione della pianta;
• Le branche principali devono essere ben inserite sul tronco e regolarmente distanziate tra loro per evitare ombreggiamento reciproco;
• Anche le brache fruttifere devono presentare un andamento e distribuzione regolare;
• Lo sviluppo finale della pianta (in altezza e larghezza deve essere contenuto per rendere agevoli le operazioni di raccolta sia manuali sia meccaniche.
Potatura di produzione: effettuata a conclusione della fase di formazione degli olivi e in coincidenza con la messa a frutto delle piante di olivo. L'intensità della potatura di produzione è legata soprattutto alla vigoria e al portamento della varietà e della singola pianta da potare. La potatura fatta su piante in attiva fruttificazione tendono a mantenere la quantità di foglie proporzionale alla potenzialità vegetativa e produttiva dell'olivo in modo da ottenere un volume ottimale di chioma, legato alla fertilità del terreno e alla disponibilità di acqua nel suolo. L'eliminazione di una giusta quantità di rami contribuisce all'ottenimento di livelli produttivi proporzionali alle capacità della pianta. La potatura ordinaria si realizza intervenendo sui rametti sia asportandoli alla base che semplicemente raccorciandoli. I tagli stimolano la vegetazione e mantengono sempre giovane la chioma.
2. Il contenimento delle erbe infestanti alla luce di una produzione ecocompatibile anche in riferimento a eventuali esperienze operative del candidato.
La gestione delle infestanti ha la funzione di ridurre l'impatto negativo della erbe sulla pianta, a prevenire la formazione di una flora infestante di difficile controllo e a facilitare la raccolta limitando i residui vegetali presenti sul suolo dell’oliveto. Tale gestione può essere di tipo meccanico (mediante le lavorazioni del terreno) o chimico (mediante l’impiego di erbicidi). Le infestanti possono creare problemi all'oliveto competendo con gli olivi per l'acqua, i nutrienti e la luce. I nuovi impianti con una forte presenza di infestanti ritardano l'entrata in produzione, mentre la competizione può essere tollerata a partire dal 3 - 4 anno quando l'oliveto si è ormai assestato. Comunque, molte infestanti perenni come la gramigna possono ridurre la produttività anche dell'oliveto adulto. La gestione differisce per ogni oliveto e dipende dalle infestanti presenti, dal metodo irriguo eventualmente impiegato e dal grado di controllo che si desidera ottenere. Per esempio, le annuali invernali (in prevalenza graminacee, leguminose e composite) non esercitano una spinta competizione perché in quella stagione c'è di solito abbastanza umidità per sostenere le infestanti e gli alberi; pertanto il controllo si esegue in primavera con lavorazioni, sfalci con trincia erba o trincia sarmenti e applicazione di erbicidi. Le infestanti estive (annuali, biennali e perenni) richiedono, invece, un attento controllo per ridurre la competizione con gli olivi. Le specie annuali si possono controllare con discature o con erbicidi di postemergenza, quelle perenni come la gramigna effettuando ripetute discature e mantenendo asciutto il suolo durante l'estate (se il sito non è irrigato). Per evitare danni da diserbanti, molti agricoltori preferiscono non applicare erbicidi nei due anni susseguenti alla piantagione ed eseguire interventi manuali di ripulitura intorno agli alberi per diverse volte durante la primavera e l'estate abbinati alla lavorazione meccanica dell'interfilare. Per controllare le plantule delle infestanti, si possono applicare erbicidi di preemergenza dopo aver effettuato l'impianto, distribuiti sia in quadrato che in circolo attorno ad ogni olivo.
Le infestanti tra i filari possono essere controllate con trinciature o discature quando le infestanti hanno un'altezza di 20 - 25 cm. Negli oliveti adulti il controllo delle infestanti può essere realizzato con diversi sistemi che vanno dal ricorso esclusivo ai diserbanti a modelli misti, dove gli erbicidi si alternano con un ridotto numero di lavorazioni meccaniche.