Traccia svolta saggio breve artistico letterario prima prova Maturità 2017

Traccia svolta saggio breve artistico letterario prima prova Maturità 2017

Traccia svolta saggio breve artistico letterario prima prova Maturità 2017
redazione

Saggio breve artistico letterario prima prova 2017: traccia svolta sulla natura e l’uomo

Traccia svolta saggio breve artistico letterario, prima prova Maturità 2017
Fonte: redazione

In previsione della prima prova 2018, gli studenti dovranno esercitarsi molto sulle tracce degli anni degli anni precedenti. Lo scorso anno, la traccia di saggio breve di ambito artistico letterario scelta dal Miur per la prima prova di Maturità 2017 è stata "La natura tra minaccia e idillio nell'arte e nella letteratura", con opere d'arte di William Turner e di Giuseppe Pellizza da Volpedo e brani e componimenti di Foscolo, Leopardi, Pascoli e Montale. Un argomento veramente affascinante quello scelto dal Ministero, da sviscerare approfondamente, che tocca diversi aspetti della storia artistica e letteraria e su cui c'è davvero molto di cui scrivere. I tutor di Studenti.it hanno svolto la traccia di saggio breve sul rapporto uomo-natura per darvi un'idea di come poteva essere affrontata (sfoglia le tracce ufficiali pubblicate dal Miur). La trovate qui di seguito!

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Per saperne di più, leggi le tracce ufficiali del Miur della prima prova 2017!

Tracce svolte

Saggio breve svolto ambito artistico letterario, prima prova Maturità 2017

Fin dall’antichità, la natura e tutte le sue sfaccettature sono state oggetto d’interesse e argomento d’indagine per molti artisti, intellettuali e poeti. Nelle opere da essi realizzate, siano esse d’ambito letterario che più prettamente artistico, si riscontrano solitamente tre diverse inclinazioni nel leggere la natura: in chiave idilliaca, ove essa è vista come un luogo perfetto nel quale ritrovare la pace e la serenità; in un’accezione più minacciosa, ove la natura è rappresentata come ostile rispetto all’uomo; infine, vi sono poi delle opere in cui l’autore manifesta dei sentimenti altalenanti e ambivalenti capaci di leggere la natura come un luogo affascinante ma allo stesso tempo capace, per la sua accezione misteriosa come anche sconosciuta ed imprevedibile, di fare del male. E’ difficile dunque comprendere quale sia il reale rapporto tra uomo e natura ma ad ogni modo, grazie ad un costante richiamo ad essa in tutte le arti, è possibile definirne un quadro d’insieme.
Riguardo l’inclinazione idilliaca nell’interpretare la natura, si può prendere in esame l’artista divisionista italiano Giuseppe Pellizza da Volpedo ed in particolare l’opera Idillio primaverile (1896-1901), oggi in collezione privata. L’artista, scegliendo in maniera singolare il formato rotondo –un chiaro riferimento questo all’armonia della passata arte Rinascimentale-, rappresenta dei bambini che, in cerchio, giocano e fanno un girotondo. L’atmosfera è spensierata e serena ed in essa l’artista trova il perfetto sfondo per la rappresentazione di un’infanzia felice e gioiosa.

  La composizione è dominata da un albero posto al centro, attorno al quale ruota tutta la scena. La natura qui, con la rappresentazione sullo sfondo degli alberi in fiore che dettano gli inizi di una nuova primavera relazionata in toto ad un chiaro segno di positiva rinascita, è vista in chiave idilliaca e come elemento imprescindibile rispetto ad uno status sereno e spensierato. In quest’opera vi è, inoltre, un richiamo alla poetica del fanciullino di cui Giovanni Pascoli si rese interprete alla fine del XIX secolo, dunque in un periodo coincidente con la realizzazione dell’opera di Pellizza da Volpedo. E del resto, anche lo stesso Pascoli non mancò di dare una sua interpretazione della natura, nel suo caso in una chiave nettamente più tragica rispetto ad Idillio primaverile. Lo fece, ad esempio, nella lirica Il lampo dove, facendo riferimento ad un paesaggio sconvolto da un temporale con la terra ansante, livida, in sussulto e con un cielo ingombro, tragico, disfatto, puntò probabilmente ad un parallelismo fra la condizione di una natura devastata e la morte del padre. Nella lirica, quel che ci si presenta è una natura in sussulto per la quale l’uomo non può che provare un senso di inquietudine; si tratta, del resto, dello stesso sentimento avvertito da Pascoli per la morte del padre; quest’ultima irrompe in maniera invasiva nella tranquilla dimensione familiare del poeta –rappresentata nella lirica dalla casa-, in particolare come un tacito tumulto nella notte nera. A definirsi dunque, in questo caso, è una natura nemica, addirittura simbolo di morte e tragedia.
A dettare invece dei sentimenti altalenanti, è la natura dipinta da William Turner in Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi (1812): l’artista, fra i maggiori interpreti della pittura romantica ottocentesca, dà luogo ad un paesaggio dominato dalla potenza della natura. Qui, per mezzo di uno straordinario utilizzo del colore e di un sapiente senso luministico, l’artista crea una minacciosa tempesta: essa però, pur nel suo essere spaventosa e sconvolgente, fa nascere nell’osservatore anche un sentimento di richiamo, di interesse e di avvicinamento rispetto alla natura stessa. La sua forza invincibile è infatti minacciosa ma allo stesso tempo affascinante per l’uomo.
Alla luce di queste osservazioni, è possibile affermare che il rapporto che si rintraccia tra uomo e natura è sempre stato complesso e variegato: da una parte, un paesaggio idilliaco privo di minacce e pieno di serenità; dall’altra, un profondo sconvolgimento davanti ad una natura ostile oltre la quale l’uomo non può che rimanere disarmato. Sta di fatto, comunque, che alla base sembra esserci sempre la voglia di risanare un rapporto, di ricucire un legame atavico –rappresentato da uomo e natura- che troppo stesso è stato messo a dura prova. Per concludere dunque, è possibile asserire che, sia che si tratti di natura come minaccia che di natura come idillio, in arte come in letteratura si riscontra sempre l’interesse nel ristabilire un’antica connessione antropico-ambientale.

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