Traccia Resistenza svolta Maturità 2015: il tema storico
Maturità 2015: traccia sulla Resistenza svolta per la prima prova. Leggi lo svolgimento della Tipologia C scelta dal Ministero
Indice
TRACCIA RESISTENZA SVOLTA MATURITA’ 2015: IL TEMA STORICO
Se alla prima prova della Maturità 2015 hai scelto di svolgere il tema sulla Resistenza (tipologia C – tema storico), allora qui sotto potrai trovare la traccia svolta. Ecco come hanno sviluppato il tema per la Maturità 2015 “Le nuove generazioni dovranno provare per l’Italia il sentimento che i nostri grandi del risorgimento avrebbero voluto rimanesse a noi ignoto nell’avvenire”.
PRIMA PROVA MATURITA’ 2015: TEMA STORICO SULLA RESISTENZA SVOLTO. Ecco lo svolgimento della traccia del tema storico della prima prova della Maturità 2015: La Resistenza patrimonio e valore di tutti gli Italiani.
Con il termine Resistenza si indicano le molteplici azioni di lotta, di sabotaggio e di opposizione che, durante la Seconda guerra mondiale tra il 1943 e 1945, furono condotte, per lo più dalla popolazione civile, nei paesi occupati dall’esercito nazista e da quello italiano fascista. In Italia, la Resistenza ebbe inizio dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando il Paese si trovò tagliato in due: a sud vi erano gli anglo-americani e il governo del maresciallo Badoglio, formatosi dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia il 9 luglio. A nord l’occupazione tedesca che riportò al potere Benito Mussolini con la Repubblica Sociale Italiana. L’annuncio dell’armistizio fu seguito dalla fuga del re e di Badoglio stesso da Roma e da una fulminea occupazione dell’Italia centrosettentrionale da parte dei tedeschi e subito dopo dalla costituzione, nel sud del Paese, sotto il controllo degli alleati, di un «regno del Sud» che in ottobre dichiarò guerra alla Germania e che in seguito diede vita a governi di coalizione tra i partiti antifascisti guidati prima da Badoglio (1943-44) e poi da Bonomi (1944-45).
Maturità 2015: le tracce svolte della prima prova
Fatta eccezione per alcuni episodi avvenuti nelle prime settimane dopo l’armistizio, come le quattro giornate di Napoli dal 28 settembre al 1° ottobre in cui la città visse momenti drammatici in attesa della liberazione da parte degli alleati mentre si susseguirono distruzioni e rastrellamenti di civili da parte dei tedeschi; il resto delle azioni della Resistenza ebbe luogo nel centro e nel nord dell’Italia. Il maggior contributo alla Resistenza fu dato dalle giovani generazioni della popolazione italiana, che scelsero di unirsi alle brigate partigiane e alle altre organizzazioni di lotta antifasciste e antinazista. Dal punto di vista militare le formazioni partigiane operarono non solo in montagna, ma anche nelle città, attraverso attentati e guerriglia nelle strade. Infatti il momento culminante della Resistenza fu l’insurrezione e la liberazione delle grandi città del Nord nell’aprile del 1945, in alcuni casi avvenute prima dell’arrivo degli eserciti alleati.
Gli avvenimenti si susseguirono in modo concitato e la mancanza di disposizioni chiare dai vertici militari dopo l’armistizio gettò l’esercito italiano nel caos, in questa situazione si registrarono casi di resistenza dei militari italiani ai tedeschi che procedettero alla cattura delle truppe italiane e al loro internamento.
Il 10 settembre 1943 Roma fu occupata dalle truppe del III Reich e sottoposta alle leggi di guerra tedesche, nel frattempo Mussolini destituito dal consiglio fascista e rinchiuso nella prigione del gran Sasso fu liberato dai nazisti e trasportato in Germania. Da Monaco di Baviera Mussolini, parlando alla radio, manifestò gratitudine a Hitler e ai gerarchi nazisti e dichiarò che la monarchia, per aver tradito il fascismo, perse ogni ragione di vita e su sostituita con la repubblica. Di fatti da lì a poco Mussolini rientrò in Italia e costituì il 27 settembre la Repubblica di Salò (chiamata in seguito Repubblica sociale italiana) che prende il nome dalla cittadina sul lago di Garda dove ebbero la sede alcuni ministeri.
Nel frattempo nacquero le prime formazioni partigiane come le Brigate Garibaldi (di indirizzo comunista), quelle Matteotti (di stampo socialista), quella di Giustizia e Libertà (di indirizzo azionista). A Roma la situazione diventò molto critica; nonostante la costituzione del CCNL (Comitato Centrale di Liberazione Nazionale) che chiese al governo Badoglio un esecutivo straordinario ad espressione delle forze antifasciste; i nazisti continuarono i rastrellamenti nel ghetto ebraico e deportarono ad Auschwitz mille persone. In questo turbinio di avvenimenti tra scioperi, guerriglie e rappresaglie, il 28 novembre 1943 a Padova Concetto Marchesi rettore dell’Università (membro del PCI) invitò gli studenti a combattere il nazifascismo con queste parole: “Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra patria. Vi ha gettati tra un cumulo di rovine. Voi dovete tra quelle rovine portare la luce di una fede, l’impeto all’azione e ricomporre la giovinezza e la patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dalla ignavia, dalla servilità cerimoniosa, voi, insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia d’Italia e costruire il popolo italiano”, da allora l’università di Padova diventò il maggior centro cospirativo del Veneto. Nel frattempo a gennaio 1944 gli alleati anglo-americani sbarcano ad Anzio.
Nel marzo 1944 a Roma un atto eroico fu compiuto dal GAP, Gruppi di Azione Patriottica, questi erano piccoli gruppi di partigiani formati dal comando generale delle Brigate Garibaldi alla fine del settembre 1943 su iniziativa del Partito Comunista Italiano, che in via Rasella uccisero 33 militari delle truppe naziste di occupazione, questo episodio scatenò la rappresaglia dei nazisti che fucilarono alle Fosse Ardeatine 335 civili. Ma le azioni del GAP non si limitarono a Roma, a Firenze in aprile dello stesso anno fu ucciso da parte di questi Gruppi di Azione il maggiore esponente della cultura fascista, Giovanni Gentile.
Un altro importante passo verso la liberazione avvenne con la nascita del Corpo italiano di Liberazione (Cil) destinato a combattere a fianco degli Angloamericani. Nel frattempo a Salerno si costituì il governo di unità nazionale, presieduto da Badoglio.
Ne fecero parte ministri comunisti, socialisti, azionisti, liberali, e della Democrazia Cristiana ed esponenti indipendenti e militari. In questo governo Palmiro Togliatti, rientrato in Italia dopo 18 mesi di esilio, fu ministro senza portafogli.
Roma fu liberata solo a giungo del 1944 quando la V armata americana entrò nella città senza che vi sia stata l’insurrezione popolare, grazie all’estenuante lavoro diplomatico della politica vaticana.
Infatti come i moderati nel Risorgimento, alcuni potenti forze, dal Vaticano agli imperialisti inglesi, si adoperano perché la resistenza italiania si trasformasse in rivoluzione passiva, cosicché la liberazione dal nazifascismo avvenisse senza l’apporto determinante delle masse popolari dirette dai comunisti e socialisti.
Tra gli episodi più tragici ci fu quello di Marzabotto (Bo) nel settembre del ’44, quando i tedeschi distrussero il paese e massacrano 1836 civili. Nel frattempo il fronte della guerra in Italia si fermò lungo la linea Gotica quando i tedeschi bloccarono l’avanzata angloamericana approntando un sistema di difesa dalla Versilia all’Adriatico. Ma le città del nord furono liberate solo in aprile del ’45: ad aprile Bologna, seguì Genova che insorse contro i nazisti, a fine mese i tedeschi e i fascisti lasciarono Milano. Mussolini nel frattempo scappò sul lago di Como dove un gruppo di partigiani della Brigata Garibaldi tra il 27 e il 28 aprile lo individuò e lo fucilò mentre cercava di fuggire; il cadavere fu poi trasportato a Milano ed esposto insieme a quelli di altri gerarchi a Piazzale Loreto. Agli inizi di maggio entrò in vigore la resa totale delle truppe tedesche in Italia, in seguito alla firma dell’armistizio presso il Quartier Generale Alleato di Caserta il 29 aprile 1945.
Durante i drammatici mesi in cui gli alleati sbarcati ad Anzio non si mossero verso la città, molti furono i gesti eroici compiuti dagli uomini della Resistenza; tra questi va ricordato il generale di Brigata Dardano Fenulli che dopo l’8 settembre 1943, al contrario di alcuni ufficiali italiani, fu attivo partecipante alla difesa di Roma contro il tedeschi, guidando, nei pressi di Ciampino, un piccolo gruppo di combattenti. Il generale Fenulli, sfuggito a tedeschi e ai fascisti che gli davano la caccia, si mise subito ad organizzare formazioni partigiane nella Capitale e nel Lazio, ma la sua attività non durò a lungo. Infatti nel gennaio del 1944 Dardano Fenulli fu catturato, torturato e rinchiuso in carcere da cui ne uscì soltanto per affrontare il martirio alle fosse Ardeatine.
Sviluppo e conclusione:
Il testamento spirituale lasciatoci dal generale Fenulli rispecchia il sentimento comune di tutte quelle persone che hanno preso parte alla Resistenza; come lo stesso Marchesi anche Fenulli ribadisce la necessità di fare ricorso a quello spirito combattivo degli uomini del Risorgimento che sentivano la pressante necessità dell’unione politica dell’Italia; a questo sentimento si aggiunge la volontà di liberare la propria patria dalla schiavitù nazifascista. Se durante il periodo Risorgimentale il sentimento degli intellettuali era rivolto verso l’unione dell’Italia non solo culturale ma anche politica, il sentimento della Resistenza era quello di ritrovare l’agognata dignità del Paese nei gesti estremi di difesa contro il nemico tedesco e fascista.
La Resistenza quindi ha scaturito nell’animo di questi giovani italiani un nuovo senso morale e civile che fonda le sue radici nel passato italiano, e soprattutto il “sentimento dell’amore doloroso, appassionato e geloso con cui si ama una patria caduta e schiava”, infatti non è insolito trovare come metafora della Patria quella di un’amante caduta in disgrazia vedi al poesia risorgimentale di Giacomo Leopardi, All’Italia.
Nella Resistenza si possono vedere tutti quei movimenti che hanno combattuto per donare nuova vita, onore e dignità all’Italia, attraverso prove di coraggio in situazioni di pericolo estremo che ha suscita in quegli uomini un profondo senso di umanità.
Le lotte della Resistenza antifascista e antinazista furono un’occasione quindi per rifondare le basi dello Stato Italiano e per l’emancipazione delle classi lavoratrici. La Resistenza, con tutte le sue sfaccettature, costituì una netta cesura con il passato fascista e un fondamentale momento della costruzione della nuova Repubblica democratica, che sarebbe nata nel 1946.
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