Traccia svolta di diritto ed economia politica del liceo scienze umane opzione economico sociale seconda prova maturità 2016

Leggi la traccia svolta di diritto ed economia politica per la seconda prova di maturità 2016 del liceo delle scienze umane ad opzione economico sociale

Traccia svolta di diritto ed economia politica del liceo scienze umane opzione economico sociale seconda prova maturità 2016

TRACCIA SVOLTA SECONDA PROVA DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA MATURITA’ 2016

I maturandi del liceo delle scienze umane ad opzione economico sociale alla seconda prova di maturità 2016 hanno dovuto svolgere una traccia di Diritto ed economia politica. Il Miur ha chiesto agli studenti di svolgere un tema sull’importanza della scuola e istruzione nella Costituzione italiana.
Di seguito potete leggere la traccia svolta di diritto ed economia politica della seconda prova 2016. Non perdete lo svolgimento preparato dal tutor di Studenti.it!

TRACCIA SVOLTA SECONDA PROVA 2016 DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA

Ecco la traccia svolta dal nostro tutor della seconda prova di diritto ed economia politica per l'opzione economico sociale del Liceo Scienze Umane:

Nel brano tratto dalla relazione del presidente della commissione Meuccio Ruini all'Assemblea Costituente si può notare come emergano in modo evidente i contenuti essenziali di quelli che saranno i principi fondamentali della Costituzione italiana riguardo la pubblica e l'istruzione in generale.

E' dal concetto di democrazia, inteso nel suo senso più integrale, che la Costituzione italiana trae la propria ispirazione ed è in esso che poggiano le fondamenta di tutta la sua costruzione. L'integralità della democrazia, come sostenuto dallo stesso Ruini ("..attuare una vera ed integrale democrazia"), sembra poggiare su due principi fondamentali: l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e il bene comune.
Se il primo, di carattere più generico, è notoriamente riconosciuto da tutti come un principio fondamentale, è sul secondo che si manifesta quella integralità sottolineata dal Ruini.
Difatti, dentro al concetto di bene comune vi è il riconoscimento di un interesse pubblico, sociale, di comunità, di cui tutti i cittadini fanno parte, che si affianca, senza necessariamente sovrapporsi, all'interesse e al bene del singolo facente parte la comunità nazionale.

E' attorno a questi due principi che traggono ispirazione due degli articoli costituenti i principi fondamentali della carta costituzionale, gli articoli 3 e 4.
Nell'articolo 3 si recita: "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". In questo articolo viene rimarcato con forza il principio dell'euguaglianza dei cittadini davanti alla legge, accennando anche al ruolo della Repubblica quale garante di ciò in termini pratici, che si fa carico di rimuovere eventuali ostacoli che impediscano l'effettivo realizzarsi di tale eguaglianza.
Tuttavia, è con l'articolo 4 che viene toccato con forza il tema del bene comune quale principio fondamentale della Repubblica: "... Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".

Una democrazia "vera ed integrale", così come intesa da Ruini e dai padri costituenti, non è dunque tale solo in quanto riconosce eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, quale diritto personale individuale, ma in quanto capace di intravedere nel riconoscimento di tale diritto un interesse che tocca nel concreto la società nel suo complesso.

Citando testualmente il discorsi di Ruini, si legge: "...impegno ad aprire ai capaci e meritevoli, anche se poveri, i gradi più alti dell'istruzione.", e ancora "...si tratta di una delle forme più significative per riconoscere, anche qui, un diritto alla persona, per utilizzare a vantaggio della società forze che resterebbero latenti e perdute, di attuare una vera ed integrale democrazia". E' dunque vantaggio della società stessa, se veramente democratica, fare il possibile per riconoscere quei diritti individuali che concorrono in modo fondamentale al bene comune e della società.
La forza della democrazia risiede dunque nella sua capacità di tutelare contemporaneamente diritti individuali e interessi sociali, come se fossero effettivamente due facce della stessa medaglia.

SECONDA PROVA 2016 DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA: TRACCIA SVOLTA

Ecco come, alla luce di ciò, diventa essenziale quell'azione pragmatica invocata dallo stesso Ruini, quando afferma "Alla realizzazione di questo impegno occorreranno grandi stanziamenti; ma non si deve esitare".
Analizzato da una prospettiva economica, tale impegno verte sulla consapevolezze che è dalle azioni di oggi, dagli investimenti nel capitale umano, che dipenderanno le sorti economiche e sociali del Paese di domani. Una società matura nel suo complesso, in grado di elevarsi culturalmente e dal punto di vista materiale, è un vantaggio per tutti i suoi membri. Nel disegno tracciato dal Ruini e dai padri costituenti questo dualismo tra principio e azione sembra integrarsi magistralmente. Ideale e interesse non sono in contrasto, come molto spesso si sottolinea nei dibattiti pubblici. Quello che comunemente viene visto come un costo, nella prospettiva dei padri costituenti diviene invece un interesse e un beneficio da tutelare e difendere con pragmatismo e lungimiranza.

In tutto ciò il ruolo dello Stato è sì concreto, ma al contempo non esclusivo. Lo Stato ha a cuore il principio e il fine più che il mezzo. Difatti, come sottolineato dal Ruini, la scuola non è un "monopolio statale". La Repubblica si rinosce il diritto esclusivo di dettare le norme generali sull'istruzione e di gestirne l'organizzazione, ma non preclude ai privati di costituire altre scuole. Potremmo affermare che lo Stato democratico non si arroga il diritto di farsi società come i regimi totalitari, operando in modo prepotente, ma si fa ponte tra i cittadini e la società, ammettendo sì libertà di insegnamento ma includendo coloro che senza lo Stato rischierebbero di esserne in qualche modo esclusi.

Tutti questi spunti, introdotti magistralmente da Ruini nella sua relazione, sono stati poi effettivamente accolti e tradotti in articoli della carta costituzionale.
Tale perfetta sintesi tra ruolo dello Stato quale garante della scuola e dell'istruzione e contemporaneo riconoscimento della libertà di insegnamento ha preso la forma dell'articolo 33 della Costituzione, che recita: "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato".

Il ruolo dello Stato quale ponte virtuale tra cittadini e società si evince in modo ancor più evidente nel successivo articolo, il 34, che recita: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".
All'appello di concretezza dell'impegno di cui parla Ruini questo articolo risponde non soltanto sottolineando i principi ispiratori, ma suggerendo anche linee di azione concreta tramite le quali rendere effettivi certi diritti.

Il pragmatismo proprio di una democrazia vera ed integrale che vede nel bene comune e della società non soltanto un principio astratto meritevole di menzione ma soprattutto un impegno concreto, trova la sua definitiva consacrazione nell'articolo 35 della Costituzione, che si spinge oltre i confini tracciati dagli articoli precedenti, sottolineando l'importanza che ha per la Repubblica l'elevazione della società nel suo complesso, quando afferma: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori".
L'importanza di questo passaggio si esplicita nel fatto che l'elevazione professionale dei lavoratori di cui parla l'articolo 35 va oltre i confini della scuola e dell'istruzione come si intendono comunemente. La Repubblica rivendica in questo modo la propria vocazione di promozione della cultura e di elevazione della società che va ben oltre la mera offerta di un servizio di scuola pubblica.

La Repubblica democratica, come citata dal celebre articolo 1, secondo Ruini e i padri costituenti, è quindi capace di unire principi e azione, ideale e pragmatismo, in quanto solo in un'ottica di integralità, capace di unire diritti individuali e bene comune, si può parlare di vera democrazia, che tutela i diritti individuali e, con ciò, il bene comune e l'interesse di tutta la società.

SECONDA PROVA 2016 DIRITTO ED ECONOMIA POLITICA: TRACCIA E DOMANDE SVOLTE

1. A parere del candidato il riferimento ai "capaci e meritevoli, anche se poveri" è stato attuato?

Da un punto di vista meramente costituzionale l'appello lanciato da Ruini è stato pienamente accolto e si è concretizzato nell'articolo 34 della Costituzione, che recita: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso".
In questo senso si potrebbe affermare che non solo è stato attuato, ma addirittura è stato vincolato all'interno di linee guida (borse di studio, assegni alle famiglie, altre provvidenze) che non lasciano spazio a possibili diverse interpretazioni.

Da un punto di vista della sua concreta attuazione molti dubbi sono sorti a riguardo. Si è spesso sottolineato nel dibattito pubblico come l'articolo 34 molto difficilmente sia stato pienamente attuato come l'articolo stesso raccomanda. Molto spesso, nel corso del tempo, i diritti che l'articolo rivendica sono stati messi in secondo piano dai vari Governi e sono rimasti inattuati di fronte alla giustificazione della mancanza di risorse. La crisi economica ha spinto le Autorità pubbliche a rivedere molte voci di spesa e si è molto lamentato di come a venire colpiti siano stati proprio queli strumenti quali borse di studio, assegni familiari e altro, necessari per una piena tutela di quei diritti rivendicati nell'articolo 34 della Costituzione.

2. Secondo il candidato, nel sistema di istruzione italiano la presenza, sia pure minoritaria, di scuole private accanto a quelle pubbliche, rappresenta un valore aggiunto? Per quale ragione?

La presenza di scuole private è anch'essa stata oggetto di acceso dibattito. Come spesso accade, ogni cosa porta con sé aspetti positivi e aspetti negativi. Se da un lato si potrebbe obiettare che la presenza di scuole private, solitamente inaccessibili alle classi sociali meno abbienti, tenderebbero in qualche modo a dividere lo stesso ambito della scuola, per sua natura inclusivo e aperto, in classi sociali separate, dall'altra parte ci sono elementi che potrebbero indurre a rivalutarne l'esistenza. Un primo aspetto di non secondaria importanza riguarda i costi. La presenza di scuole private rappresenta infatti per lo Stato un risparmio di risorse che, viceversa, dovrebbero essere utilizzate per offrire il servizio a chi attualmente si rivolge alle scuole private, andando ad aggravare così il peso del servizio pubblico stesso. Un ulteriore aspetto, importante in una democrazia, riguarda la tutela della pluralità. La presenza di soggetti diversi da quello pubblico permette ciò, divenendo anche di stimolo per il soggetto pubblico. Infine, è importante sottolineare l'aspetto ribadito da Ruini dello Stato che non si fa monopolista in materia di istruzione, rischiando di ricalcare in qualche modo quei regimi che utilizzano l'istruzione per finalità diverse dall'istruzione stessa. In questo senso, la presenza di un'opzione diversa rispetto a quella del servizio pubblico rappresenta una garanzia del servizio pubblico stesso, orientato così esclusivamente al bene della scuola e della società.

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