Traccia svolta 2023 di Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale della seconda prova di maturità
Traccia svolta 2023 di Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale della seconda prova di maturità 2023. Svolgimento a cura del tutor di Studenti.it.
Indice
- Traccia svolta di Economia agraria e dello sviluppo territoriale
- Presentazione dell'azienda
-
Descrizione dell'azienda e dell'attività
-
Soluzione produttiva interna a ciclo continuo - riutilizzo delle risorse
- Fattori economico-aziendali: capitale d'investimento
-
Obiettivo dell'idea progettuale
-
Conclusioni
-
Schema illustrativo usato
Traccia svolta di Economia agraria e dello sviluppo territoriale
Premessa
Un tempo, i fattori fondamentali della produzione agricola erano la terra e le forze lavoro; successivamente, nei tempi più moderni si è aggiunto un terzo elemento, cioè il capitale, cioè quella parte di prodotto già ottenuto che sottratta al consumo, viene impiegata in una nuova produzione. Quindi, i fattori fondamentali della produzione agraria sono: terra, forze lavoro e capitale. Dalla diversa proporzione con cui i tre elementi vengono associati tali fattori, dipende la maggiore o la minore attività colturale e, di conseguenza, la caratteristica del sistema di coltivazione e di combinazione adottato.
- Il fattore terra il complesso delle materie e delle forze naturali disponibili. Il termine, però deve essere inteso n senso lato: la terra non è solo la configurazione geografica, geologica o fisico-chimica; essa indica anche le condizioni climatologiche che hanno un’influenza diretta sullo sviluppo economico e sulla capacità produttiva.
- Il fattore lavoro indica l’applicazione delle facoltà umane per il conseguimento della produzione;
- I capitali si distinguono in fondiario o di esercizio (= industriale);
- Il capitale di esercizio, a sua volta, si divide in capitale di scorta (= capitale fisso), cioè bestiame, macchinari, mangimi, letame e circolante.
Quest’ultimo è costituito dal denaro necessario per l’acquisto di concimi, sementa, anticrittogamici, il pagamento del salario alla mano d’opera, delle imposte, ecc. Le persone economiche che concorrono alla produzione con le loro prestazioni sono:
- il proprietario fondiario, a cui spetta il beneficio ricavato dal fondo
- il proprietario del capitale di esercizio che ha diritto agi interessi
- il lavoratore manuale o mano d’opera a cui spetta il salario • il direttore-amministrativo che ha diritto allo stipendio
- l’imprenditore a cui spetta il profitto o subisce la perdita.
Queste cinque categorie di persone quasi mai sono presenti contemporaneamente nella stessa azienda agraria. A volte le varie attribuzioni sono riunite in due sole persone. Prima di arrivare a determinare quali possono essere le soluzioni o possibili azioni migliorative per determinare un incremento dei ricavi o un utile aziendale, credo sia necessario soffermarsi su una considerazione: talvolta si è convinti che per giungere ad un risparmio sia necessario far fronte alle spese primarie o addirittura abbattere le unità lavorative umane, sostituendole con attrezzature capaci di svolgere lo stesso tipo di lavoro, garantendone la qualità dello stesso velocizzando anche i processi;
Tuttavia, troviamo una risposta concreta e contraria nell’azienda che abbiamo deciso di prendere in esame. L’area in cui è situata l’azienda è delimitata dalle colline di Peccioli, in provincia di Pisa. Il comune è infatti situato alla sommità della Val d’Era che si estende fino al comune di Volterra, il cui borgo è perfettamente riconoscibile all’orizzonte. Si tratta di una zona a prevalente vocazione agricola, ricca d’acqua, di campi e colline le cui dolci pendici favoriscono la coltivazione e di valore ambientale e faunistico.
Presentazione dell'azienda
L'Azienda agricola Stassano è condotta sotto forma di impresa individuale e si estende su una superficie complessiva di circa 490 ettari di cui il 75 % a giacitura di media collina mentre il restante 25 % presenta un andamento pianeggiante.
Dati aziendali
Titolare: imprenditore;
Conduzione aziendale: Conduzione familiare;
Occupazione: titolare, n. 10 dipendenti;
Allevamento: suini;
Coltivazione: cereali, leguminose da granella e foraggi;
Estensione: 490 ha in proprietà di cui, il 75% è collinare, mentre, il restante 25% fondovalle è pianeggiante;
Altro: Mulino con annesso mangimificio per l’alimentazione degli animali Attività di vendita all’ingrosso dei suini; Attività di collaborazione con l’Università di Pisa (Veterinaria); Azienda faunistico venatoria.
Descrizione dell'azienda e dell'attività
L’azienda si caratterizza per l’allevamento suinicolo (che rappresenta l'attività principale nell'economia aziendale) strutturato secondo un ciclo produttivo di tipo "chiuso", con la presenza di tutte le fasi dell'allevamento, dalla riproduzione all'ingrasso. Sono presenti circa 400 scrofe e 6 verri che assicurano una produzione media di circa 8'000 capi annui. L’azienda è iscritta nell’elenco generale degli allevamenti riconosciuti ed è autorizzata a produrre suini nell’ambito delle DOP Prosciutto di San Daniele e Prosciutto Toscano e ad altre lavorazioni di prodotti toscani tipici di salumeria, nonché alla filiera della carne fresca da banco dei suini nati ed allevati in Toscana.
Soluzione produttiva interna a ciclo continuo - riutilizzo delle risorse
I reflui dell'allevamento suinicolo vanno ora ad alimentare l'impianto di biogas per la produzione di energia elettrica. Quest'ultima è utilizzata per il riscaldamento delle sale parto e degli svezzamenti in sostituzione al precedente impianto a gasolio. Le principali colture agricole praticate sono quelle cerealicole (grano duro, orzo, trisecale, sorgo) foraggere (loietto ed erba medica) e leguminose (favino e granella).
Tutte le produzioni vegetali in atto sono finalizzate alla produzione dei mangimi per l'allevamento suinicolo, tramite il mangimificio aziendale, con sistema automatico computerizzato per la nutrizione dei suini o sotto forma di insilati per l'alimentazione dell'impianto di biogas. L’impianto di biogas si integra nelle attività aziendali in modo tale da essere il punto di incontro di diverse filiere produttive, chiudendone il ciclo. Dalle colture agricole aziendali si ottiene l’alimentazione per l’allevamento suinicolo e parte della razione per l’impianto di biogas.
L’accrescimento dei suini nell’allevamento permette di produrre carne da macello e porta all’accumulo, come effluente aziendale, del liquame che viene utilizzato in digestione anaerobica. Colture energetiche, liquame suino e sottoprodotti agroindustriale permettono quindi la produzione di biogas; il biogas viene valorizzato mediante la produzione di energia elettrica, ceduta in rete, e di energia termica per il riscaldamento dell’allevamento suinicolo. Il digestato in uscita dall’impianto viene, infine, destinato ad utilizzo agronomico come fertilizzante per le colture aziendali.
Fattori economico-aziendali: capitale d'investimento
INVESTIMENTI PSR 2007/2013
TOTALE INVESTIMENTO € 1.250.000,00
CONTRIBUTO € 200.000,00
Interventi effettuati
Nell’ottica della chiusura del ciclo produttivo questo investimento ha previsto la realizzazione di un impianto di cogenerazione alimentato a biogas prodotto dalla fermentazione di biomasse di provenienza prevalentemente aziendale (reflui derivati dall’allevamento dei suini presenti in azienda e da biomasse erbacee appositamente coltivate su terreni aziendali). Trattasi di impianto di cogenerazione alimentato a biogas e relativo sistema di fermentazione anaerobica di sostanze organiche che genera il biogas posto in prossimità del podere. Fanno parte del progetto anche le opere e le attrezzature accessorie quali: silos a trincea per lo stoccaggio delle sostanze solide, l’acquisto di una macchina insilatrice idonea a contenere in appositi sacconi in polietilene le biomasse necessarie per l’alimentazione dell’impianto di biogas, le attrezzature e i macchinari statici di connessione del cogeneratore alla rete elettrica, il separatore dei reflui solidi all’uscita del fermentatore.
La potenza elettrica generata dall’impianto attraverso un motore a combustione interna alimentato con il biogas è di 250 KW. Il calore dei fumi viene recuperato con apposito scambiatore gas-acqua e viene utilizzato per il riscaldamento ambientale (sala parto dell’allevamento suinicolo aziendale, sala svezzamento ed altri ambienti).
L'impianto utilizza prevalentemente effluenti zootecnici suinicoli, sottoprodotti agroindustriali locali (scarti di torrefazione dell’orzo, sansa di oliva, pollina, farinaccio di cereali, pula di mais, scarti dell’industria lattiero-casearia, scarti di patate) e colture dedicate. I liquami suini rappresentano una matrice molto importante in quanto, oltre a produrre biogas, permettono di mantenere il corretto equilibrio idraulico nell’impianto. L’impianto di biogas è stato dimensionato per produrre 1'060'000 mc di biogas all’anno con una percentuale in metano del 53-54%. Tale quantitativo è in grado di produrre fino a 2'075'000 kWh, la cui cessione alla rete ENEL permette di beneficiare dell’incentivo di 280 euro/MWh previsto dal D.lgs. 3 marzo 2011 (Quarto Conto Energia).
Tramite il sistema di recupero di calore dei fumi del cogeneratore, annualmente è possibile usufruire di circa 2'500'000 kWh di energia termica che vengono sfruttati sia per mantenere le temperature dei digestori, sia per il riscaldamento dell’allevamento suinicolo adiacente all’impianto.
Obiettivo dell'idea progettuale
L’impianto di biogas si integra nelle attività aziendali in modo tale da essere il punto di incontro di diverse filiere produttive, chiudendone il ciclo. Tutta l’azienda si caratterizza per la completa autosufficienza e per la diversificazione produttiva mirata ad unica finalità quella dell’allevamento suinicolo in tutte le sue fasi. L’investimento effettuato dimostra come la scelta aziendale si collochi all’interno di un ciclo virtuoso ambientale in cui si coniugano le potenzialità produttive con quelle economiche in modo sostenibile. La realizzazione dell’impianto di biogas si colloca, inoltre, all’interno del “Progetto Biomasse” attivato dall’Ente nazionale per la meccanizzazione agricola (ENAMA) su incarico del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAAF).
La partecipazione al Progetto Biomasse sarà volta a creare dei modelli innovativi di impianti sull’intero territorio nazionale che possano fungere da impianti dimostrativi per altri imprenditori intenzionati ad investire nel settore.
Il programma ha l’obiettivo di raccogliere un insieme di dati, informazioni ed elaborazioni, per poter fare scelte programmatiche nazionali e adottare i provvedimenti ritenuti più idonei per lo sviluppo del settore delle agro-energie in Italia.
La realizzazione dell’impianto dell’Azienda Agricola Stassano è avvenuta secondo un modello di sviluppo attento non solo alle logiche produttive, ma anche alle tematiche ambientali ed energetiche per un’agricoltura sostenibile.
Conclusioni
La conduzione dell’impianto dell’azienda sopra descritta viene affidata ad un operatore alle dipendenze della Società Agricola Stassano che quotidianamente si occupa dell’esecuzione e della gestione di tutte le attività previste. L’investimento ha quindi comportato un aumento occupazione di un’unità dedicata all’impianto e a tutte le sue funzioni.
Possiamo affermare che i punti di forza sono:
- Innovazione;
- Sostenibilità ambientale;
- Benessere animale;
- Risparmio energetico e autosufficienza energetica;
- Utilizzo di energie rinnovabili;
- Aumento occupazionale.