Traccia prima prova maturità 2013, saggio breve svolto su internet

Esattamente 20 anni fa nasceva il Web. Ecco come svolgere il saggio breve se il Miur decide di trasformare la ricorrenza in una traccia per la prima prova

Traccia prima prova maturità 2013, saggio breve svolto su internet

LA TRACCIA SU INTERNET. Su quali basi il Miur sceglie le tracce della maturità? Di preciso nessuno conosce la risposta a questa domanda. L’unica cosa che si può fare, infatti, è tentare di indovinare su quale argomento ricadrà la scelta basandosi sulle prove degli anni precedenti che hanno dimostrato come il Ministero abbia una certa tendenza a farsi influenzare da attualità e ricorrenze. Dando un’occhiata ai compleanni del 2013 ne emerge subito uno piuttosto importante: il 30 aprile il web ha compiuto ben 20 anni. Era infatti l’ormai lontano 1993 quando il CERN decise di rilasciare il codice del WWW regalando al mondo i sistema di condivisione di documenti che Tim Berners-Lee aveva sviluppato.

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LA TRACCIA SVOLTA. Cosa potresti scrivere nel tuo saggio breve nel caso il Miur scegliesse una traccia su internet in onore di questo ventennale? Ecco un’ipotesi che abbiamo cercato per voi tra i nostri appunti.

Semplice rete di collegamento mondiale per lo scambio di informazioni commerciali, culturali e interpersonali o strumento destinato ad essere molto molto di più? Internet nasce nel 1969, anno caratterizzato anche dallo sbarco dell'uomo sulla luna. Internet fu concepito come mezzo di comunicazione e di scambio di informazioni: basta pensare che la prima rete riusciva a collegare solamente 65 pc, una sciocchezza in confronto alla rete attuale che unisce il globo. Col passare degli anni e con lo sviluppo di nuove tecnologie infatti la rete è stata sfruttata sempre più, da più persone e per soddisfare i bisogni nei settori più disparati: commercio elettronico, lavoro (sia per quel che riguarda la domanda che per quel che riguarda l’offerta), cultura e conoscenza a trecentosessanta gradi. Come siamo arrivati a tutto questo? Il percorso evolutivo in questo camp parte da lontano e ci ha portato a fare passi da gigante in pochissimo tempo.

Per capirlo basta pensare che è passati solo un secolo da quando il segnale morse passò da una sponda all'altra dell'Atlantico via aria grazie all'invenzione della stazione radio di Guglielmo Marconi il cui nome divenne sinonimo di progresso e modernità. Da Marconi a Tim Berners-Lee e al suo WWW il passo è stato davvero breve. Il cambiamento è avvenuto così in fretta che è difficile accorgersi delle implicazioni che ha portato con sé al punto che ancora oggi il dibattito è decisamente aperto. Il rapporto tra Internet e la sfera politica, per esempio, è uno dei punti su cui ancora oggi gli studiosi lavorano quasi costantemente ed è perfetto per incarnare il dualismo del WWW che non tutti vedono come un’innovazione considerabile positiva al 100%. Da una parte ci sono gli entusiasti. Il loro argomento principale è legato alla tesi secondo cui un mezzo di comunicazione come Internet offre a milioni di persone la possibilità di scambiarsi informazioni, opinioni e pareri in modo orizzontale. Strumenti che possono trasformarsi - come si è visto - in vere e proprie forme di comunità.

Al facile ottimismo che in varia forma si manifesta nelle affermazioni dei teorici della democrazia elettronica, si oppongono tuttavia una serie di argomentazioni non prive di rilievo, nonché alcune tendenze, assai più concrete, che si stanno evidenziando nel mercato delle telecomunicazioni e dell'informatica. La prima critica riguarda la notevole disuguaglianza nell'accesso alle tecnologie telematiche sia tra le varie articolazioni sociali delle società avanzate, sia soprattutto tra queste e i paesi del terzo o quarto mondo. Un altro aspetto problematico che viene evidenziato dai critici della democrazia telematica riguarda il rischio a cui sono esposte la libertà individuale e la sfera privata dell'individuo. Infatti, con la crescente informatizzazione delle transazioni economiche e burocratiche, nella nostra vita quotidiana lasciamo, spesso senza rendercene conto, una serie continua di tracce digitali: dagli acquisti con carta di credito alla posta elettronica, fino alle navigazioni su World Wide Web, moltissime attività personali vengono registrate e archiviate.

Per farci riflettere su tale questione J.F.LYOTARD fa un banale esempio: "Ammettiamo per ipotesi che un'impresa come l'IBM sia autorizzata ad occupare un corridoio orbitale attorno al pianeta e che ci piazzi dei satelliti di comunicazione e/o per la raccolta di dati. Chi vi avrà accesso? Chi deciderà quali siano i canali e i dati riservati? Lo Stato? Oppure esso sarà un utente come tutti gli altri?" Nascono in questo modo dei problemi giuridici ed etici attraverso i quali ci si pone questa domanda: "Chi saprà? Sarà rispettata la privacy?". Appare quindi chiaro come le nuove tecnologie e soprattutto Internet abbiano portato l'uomo a scoprire nuovi orizzonti non privi di problematiche in parte collegate anche alla loro facilità di fruizione, alla possibilità di avere sempre e comunque tutto a portata di mano. Tutto questo è un bene o un male per il genere umano? Difficile a dirsi. L’unica certezza è che occorre fare attenzione: la mente dell'uomo e mutevole e partendo da un'idea con un fine giusto si può arrivare ad un risultato diverso e potenzialmente dannoso. Chissà se venti anni quando il CERN decise di regalare al mondo il Web aveva già immaginato tutto questo…

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