Tiziano Vecellio: vita, stile e le opere

Vita e opere di Tiziano Vecellio, uno dei protagonisti del Rinascimento europeo del '500, considerato uno dei più grandi artisti di tutta la storia dell’arte. Caratteristiche dello stile e analisi di alcune delle opere più importanti.
Tiziano Vecellio: vita, stile e le opere
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1Chi era Tiziano?

Tiziano Vecellio
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Tiziano Vecellio (1488/1490-1576), noto anche come Tiziano, è uno dei protagonisti della pittura rinascimentale europea del Cinquecento, nonché ritenuto dalla critica uno dei più grandi artisti di tutta la storia dell’arte.   

Principale esponente della pittura tonale e della scuola veneta, Tiziano realizzò numerosi capolavori per i più importanti committenti del tempo. La sua rivoluzione pittorica influenzò largamente sia i suoi colleghi coevi che gli artisti a lui posteriori.   

2Biografia

2.1Giovinezza e formazione

Della biografia di Tiziano si sa praticamente tutto, salvo la data di nascita precisa che si attesta tra il 1488 e il 1490 a Pieve di Cadore. Egli nacque e crebbe in una famiglia di notabili, la quale probabilmente permise al giovane Tiziano di acquisire la mentalità di professionista.

All’età di nove anni circa Tiziano si trasferì a Venezia assieme al fratello Francesco Vecellio (1475-1560). Il giovane iniziò il suo apprendistato da artista dal mosaicista Sebastiano Zuccato (1450-1527) per poi andare prima da Giovanni Bellini (1427ca-1516) e poi da Gentile Bellini (1429ca-1507).

Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI (1506-1511)
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La prima opera da artista indipendente che fu commissionata a Tiziano, nonché compendio stilistico del pittore, fu la Pala di San Pietro (1503-1506). Da questo dipinto si comprende come abbia anche guardato all’opera di Giorgione (1478-1510), con cui collaborò nel 1508 al Fondaco dei Tedeschi.

All’inizio del XVI secolo, Tiziano, assieme e per mezzo di Giorgione, acquisì e sviluppò la pittura tipicamente veneta nota col nome di tonalismo. Il talento del giovane artista fu subito notato dai contemporanei, tanto che il pittore iniziò a farsi un nome e un pubblico.

2.2Successo

Assunta di Tiziano
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Per scampare dall’epidemia di peste che colpì Venezia nel 1510, Tiziano si trasferì a Padova, dove eseguì gli affreschi delle Storie di Sant’Antonio (1511) presso la Scuola del Santo. Terminata la pestilenza, Tiziano tornò a Venezia, pronto ad affermarsi come protagonista assoluto sulla scena pittorica veneta.   

Nel 1513 Tiziano disponeva di una bottega ben avviata che gli permise di andare incontro alle innumerevoli commissioni: egli lavorò principalmente per conto di privati, e sono di questo periodo la Sacra Conversazione Balbi (1513) e il celebre Amor sacro e Amor profano (1514-1515).   

Il momento di svolta per Tiziano fu il 1516: egli venne nominato pittore ufficiale della Repubblica di Venezia e, proprio per la cittadinanza, realizzò il capolavoro dell’Assunta (1516-1518) dei Frari, opera simbolo del trionfo politico a seguito del Trattato di Noyon.   

2.3Maturità

Polittico Averoldi (1520-1522)
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Dal 1518 in poi la fama di Tiziano si diffuse in tutta Italia, divenendo uno degli artisti più richiesti dai mecenati pubblici e privati. In particolare, fu assai conteso dalle principali corti italiane, come quella di Ferrara degli Este e quella di Mantova dei Gonzaga.

Tra le tante conoscenze, quella del letterato Pietro Aretino (1492-1556), che arrivò a Venezia sfuggendo dal Sacco di Roma del 1527, fu cruciale per la carriera di Tiziano. Aretino, avendo un'ampia rete di relazioni internazionali con gli ambasciatori delle corti presso la Serenissima, aiutò Tiziano nel tessere rapporti con contatti di alto livello.

Tiziano riscosse la piena affermazione internazionale incontrando Carlo V (1500-1558) nel 1530, in occasione dell’incoronazione imperiale a Bologna: ritratto più volte, il veneziano divenne il pittore preferito del sovrano, instaurando così un rapporto preferenziale con la corte spagnola, spedendole regolarmente nuovi dipinti.

Tra le commissioni pubbliche e private provenienti da tutta Europa, sollecitato stilisticamente anche dall’approfondimento dell’antico e dalle esperienze manieriste, i capolavori che Tiziano produsse tra gli anni ’40 e ’60 sono da menzionare la Venere di Urbino (1538), l’Incoronazione di spine (1542-1543) e la Crocifissione (1555).

2.4Ultimi anni

San Sebastiano, opera realizzata da Tiziano nel 1570 circa. Conservata all'Ermitage di San Pietroburgo
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Negli anni ’60, anche da settantenne Tiziano, oltre a curare alcuni affari commerciali, continuò a dedicarsi alla pittura: da una parte, affidò molti lavori alla sua bottega e, dall’altra, perseverò con la sperimentazione di nuovi stili e temi

Infatti, negli ultimi anni della sua vita, Tiziano riuscì a rinnovare un’altra volta la sua arte, concependo dei capolavori come Apollo e Marsia (1570/1576) e San Sebastiano (1576).

Mentre infuriava nuovamente l’epidemia di peste a Venezia, Tiziano, nella sua solitudine, si spense il 27 agosto 1576. Un decreto eccezionale risparmiò il corpo dalla fossa comune, ma non furono purtroppo permesse le celebrazioni funebri solenni che il maestro si sarebbe meritato.

3Stile

3.1Modelli e influenze

Le esperienze pittoriche che ebbero un ascendente importante in Tiziano furono quelle di:

  • Giovanni Bellini, dal quale imparò a costruire l’immagine attraverso le campiture cromatiche;
  • Giorgione, da cui apprese la maniera per rendere l’impasto cromatico ancor più sfumato e sontuoso.

Ad arricchire la pittura di Tiziano ci furono anche gli apporti di:

Sebbene Tiziano si fosse già confrontato con la pittura di Michelangelo Buonarroti (1475-1564) e di Raffaello Sanzio (1483-1520), fu l’incontro con Francesco Salviati (1510-1563) e con Giorgio Vasari (1511-1574) che ebbe modo di misurarsi con la novità del Manierismo.

3.2Caratteristiche formali

Isabella d'Este (1474-1539): dipinto di Tiziano, conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna
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Ripartendo dalla tradizione veneta e combinandola con le sollecitazioni esterne, Tiziano sviluppò ancor di più il tonalismo veneziano: egli rese ancor di più raffinata la stesura del colore, infondendo alle opere maggiore teatralità e drammaticità.

Il pittore stendeva gradualmente velature sovrapposte tono su tono, in maniera tale da restituire delicati effetti plastici e di fusione tra le figure e l’ambiente. Senza avvalersi del disegno e del chiaroscuro, il colore andava così a comporre i volumi, le forme e lo spazio prospettico.

Tiziano continuò a sperimentare tecniche diverse sino alla fine. Infatti, dal periodo della sua maturità, il maestro tinteggiava e mescolava i colori direttamente sulla tela e le sue pennellate diventano sempre più veloci e pastose. Alla fine arrivò anche a dipingere con le proprie dita.

3.3Temi

Ecce Homo: dipinto di Tiziano Vecellio, conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna in Austria
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Tiziano produsse molti lavori con scene religiose e mitologiche: sebbene in entrambi i temi egli fu in grado di proporre delle composizioni innovative, il maestro predilesse i contenuti profani e allegorici

Riuscendo a restituire la psicologia dei soggetti, Tiziano fu anche un formidabile ritrattista, richiestissimo in tutta Europa, dai sovrani ai papi, così come i governanti e i nobili

4Opere

4.1Amor sacro e Amor profano

Amor Sacro e Amor Profano di Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1490 ca. - Venezia, 1576). Olio su tela, cm. 118 x 279, 1514 circa. Roma, Galleria Borghese
Fonte: ansa

Amor sacro e Amor profano è un olio su tela (118 x 278 cm), realizzato tra il 1515 e il 1516, attualmente conservato alla Galleria Borghese di Roma. Dalla lettura complessa, questa è una delle opere più note di Tiziano, nonché una delle più studiate nella storia dell’arte, a cagione della scarsità di documentazione a riguardo.

L’opera ritrae un paesaggio bulico tipicamente veneziano dove due giovani donne, una seminuda e una vestita, e un putto alato al centro indugiano in una fontana classicheggiante. Qui si incontra il Tiziano degli esordi: toni luminosi e caldi e tinte cangianti e decise. 

Il dipinto si presta a molteplici chiavi di lettura: dall’interpretazione letteraria e a quella filosofica e a quella allegorica. I critici tendono a privilegiare il significato nuziale, ossia quello dell’esaltazione delle qualità della sposa ideale: rappresentata sia sontuosamente vestita nella vita pubblica che nuda e passionale nella sfera privata.

4.2Venere di Urbino

Venere di Urbino di Tiziano, 1538. Olio su tela, 119 × 165 cm. Galleria degli Uffizi, Firenze
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Ritenuta come uno dei capolavori più importanti della storia dell’arte, la Venere di Urbino è un olio su tela (119 x 165 cm) eseguito da Tiziano nel 1538. Ad oggi  il quadro è conservato presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Molti artisti successivi si ispirarono a questa tela.  

Il dipinto ritrae la dea Venere come una fanciulla nuda distesa su un letto, volgendosi verso lo spettatore con uno sguardo ammiccante e allusivo. Ella ha nella sua mano destra un mazzolino di rose, mentre con quella sinistra si nasconde il pube. Il tutto è all’interno di un casa patrizia veneziana, dove sullo sfondo si affaccendano due ancelle.  

Il committente dell’opera Guidobaldo II della Rovere (1514-1574) voleva utilizzare questo dipinto come esempio di vita coniugale per la sua giovane moglie Giulia da Varano (1523-1547) per cementare la loro unione avvenuta nel 1534. Infatti, nel dipinto sono inseriti diversi attributi matrimoniali.