Edward Bradford Titchener

Approfondisce gli studi di Wundt. Rapporto tra Psicologia e Fisica: punti in comune e differenze

Edward Bradford Titchener

Edward Bradford Titchener (1867-1927) tradusse in inglese l’opera di Wundt, ma la tradusse solo in parte, nascondendone l’eclettismo e le

numerose componenti non sperimentalistiche.
La riflessione sui testi wundtiani fu per lui il punto di partenza verso l’elaborazione di un sistema personale, rigoroso e coerente che va sotto il nome di “Strutturalismo” o “Esistenzialismo ticheriano” o “Introspezionismo” e che trova la propria espressione nel A Textbook of Psychology del 1910.
Giunto negli Stati Uniti nel 1892 , e divenuto direttore del laboratorio di psicologia sperimentale dell’Università di Cornell, Titchener lavorò in campo teorico e in campo sperimentale per oltre trentacinque anni, pubblicando dieci libri e oltre duecento articoli, questi ultimi soprattutto sull’American Journal of Psychology, che diresse dal 1895 al 1925.
Titchener lavorò nell’ Università di Cornell e dedicò le sue energie di organizzatore alla costituzione di un gruppo selezionato di allievi che volle significativamente contrassegnare con il nome di “sperimentalisti”.
Per quasi dieci anni si dedicò alla elaborazione di una adottatissima Experimental Psychology (1901-1905) in quattro volumi, conosciuta come “i manuali titcheneriani di laboratorio”, che contiene dettagliatissime istruzioni relative alla conduzione dell’esperimento psicologico nei suoi aspetti tecnici e strumentali.

Come la fisica, la psicologia ha per oggetto l’esperienza umana. La sola differenza tra fisica e psicologia consiste nel fatto che la prima studia l’esperienza in quanto indipendente dal soggetto esperiente, mentre la seconda studia l’esperienza in quanto dipendente dal soggetto esperiente: per esempio, lo spazio e il tempo sono oggetto tanto dell’indagine fisica quanto dell’indagine psicologica, ma mentre nel primo caso essi hanno un valore costante in relazione all’osservatore, nel secondo caso essi dipendono dalle condizioni soggettive dell’osservatore stesso.
Come la fisica, la psicologia procede mediante osservazione empirica.

Nel caso della fisica, l’osservazione empirica è una ispezione rivolta ai contenuti del mondo esterno; nel caso della psicologia,essa è una introspezione rivolta ai contenuti della coscienza individuale.
L’introspezione è l’unico metodo che caratterizza la psicologia rispetto alle altre scienze; i dati empirici oggettivi diventano psicologici soltanto se e nella misura in cui possono essere interpretati alla luce dell’introspezione.
Nel proprio procedere, lo psicologo introspezionista deve seguir due norme fondamentali: deve adottare il criterio elmentistico e deve continuamente salvaguardarsi dall’incorrere nel cosiddetto “errore dello stimolo”.
L’adozione del criterio elementistico implica che ogni dato cosciente sottoposto all’introspezione venga scomposto nei suoi elementi più semplici, cioè in elementi non suscettibili di ulteriore scomposizione psichica.
Per quanto concerne l’”errore dello stimolo”, consiste nell’attribuzione di significati o di valori ai dati dell’esperienza cosciente,che vanno invece riportati nella loro nuda e cruda esistenzialità.
In virtù di un addestramento preliminare, lungo e non facile, il soggetto impara a riferire esclusivamente la prorpria esperienza cosciente immediata, scindendola dall’involucro sociale-culturale-linguistico in cui essa si presenta ingabbiata dall’inizio; impara cioè a distinguere ciò che effettivamente esperisce da ciò che sa riguardo all’oggetto della propria esperienza.
Mente” e “Coscienza” sono le due categorie generali che si riferiscono all’esperienza umana immediata: la “Mente” è la somma di tutti i processi mentali che hanno luogo nella vita di un individuo; la “Coscienza è la somma di tutti i processi mentali che hanno luogo in un determinato momento presente nella vita dell’individuo.
Lo scopo dell’indagine psicologica consiste nel descrivere i contenuti elementari della coscienza e nel sottolineare le leggi che presiedono al loro combinarsi e al loro susseguirsi.

La psicologia titcheneriana è pertanto descrittiva.
L’uso del termine “Strutturalismo” non ha nulla a che vedere con lo stesso termine nel suo uso contemporaneo. Nel linguaggio titcheneriano la struttura mentale è il complesso risultato della somma di molteplici elementi coscienti semplici; scopo dell’indagine psicologica è la scomposizione e ricomposizione analitica dei pezzi.
L’esperienza cosciente si presenta sotto forma di percezioni, di idee,di emozioni o sentimenti.
Ma l’interesse analitico dello psicologo è rivolto agli elementi costitutivi delle percezioni che sono le sensazioni; agli elementi costitutivi delle idee che sono le immagini; e agli elementi costitutivi delle emozioni che sono gli stati affettivi.
La sensazione è indubbiamente l’elemento più importante e ricorente.
Essa corrisponde allo stato di coscienza concomitante alla stimolazione di un organo sensoriale periferico. Oltre a quelle relative ai cinque sensi, Titchener sottolinea l’esistenza delle sensazioni cinestesiche che provengono dai nostri muscoli, tendini, giunture.

L’immagine compare nei processi mentali relativi a esperienze non attuali, come i ricordi e le anticipazioni del futuro.
L’elemento “Stati affettivi” è costitutivo delle emozioni e dei sentimenti quali l’amore, l’odio,la gioia, la tristezza.
Gli elementi della coscienza hanno degli attributi.Quelli fondamentali della sensazione e dell’immagine sono quattro: la qualità, l’intensità, la durata e la chiarezza.
Quanto agli stati affettivi, essi possiedono solo gli attributi della qualità, della intensità e della durata, cioè manca loro l’attributo della chiarezza.
Con la morte di Titchener lo strutturalismo concluse la sua brillante era.

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