Tina Modotti: biografia e pensiero politico della fotografa

Vita e opere di Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria del Novecento. La storia, la politica, l'amicizia con Frida Kahlo, lo stile prospettico
Tina Modotti: biografia e pensiero politico della fotografa
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1I primi anni di Tina Modotti

La mostra di Tina Modotti a Città del Messico, dicembre 1929
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Inizialmente priva di preparazione tecnica e culturale ma dotata di grande vivacità intellettuale, Tina Modotti diventa una delle maggiori fotografe del secolo scorso, famosa per i suoi primi piani e le foto prospettiche al limite dell’astrattismo

La piccola Assuntina, chiamata Tina per brevità, nasce a Udine in una famiglia modesta e numerosa. Il padre Giuseppe è un carpentiere che spesso accetta brevi trasferimenti nella vicina Austria per mantenere i figli, e la madre, Assunta Mondini, fa la cucitrice in casa per badare a lei e ai suoi fratelli. 

Nel 1897 il padre trova lavoro per un periodo più lungo a Klagenfurt e tutta la famiglia lo segue trasferendosi in Austria. Rientrati in Italia nel 1907 con le solite difficoltà economiche, Giuseppe decide questa volta di emigrare negli Stati Uniti, per la precisione a San Francisco dove è presente una folta comunità di connazionali provenienti dal nord Italia. 

Tina è vivacissima, intelligente e frequenta con profitto le elementari fino alla terza classe, ma poi è costretta ad abbandonare per aiutare in casa e nel 1909 inizia a lavorare come apprendista presso le Seterie Domenico Raiser; per arrotondare ulteriormente, si mette ad aiutare lo zio paterno Pietro nel suo studio fotografico, dove apprende i primi rudimenti del della fotografia.  

2Tina Modotti a San Francisco

Tina Modotti a Los Angeles, 1919
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Nel 1911 la sorella maggiore Mercedes raggiunge il padre a San Francisco e un paio di anni dopo anche Tina emigra per lavorare in America. Inizialmente trova posto come operaia tessile e prende coscienza delle lotte operaie, venendo a contatto con le prime proteste sindacali dell’epoca che insorgono proprio a partire da questo settore. 

Poi viene assunta nel grande magazzino I. Magnin come la sorella, diventando anche modella per le collezioni di moda dello stesso magazzino. 

San Francisco è una città multiculturale e stimolante; i lavori come sarta le permettono di interessarsi alla recitazione e all’arte: 

  • conosce i futuristi italiani alla Panama-Pacific International Exposition del 1915,
  • dal 1917 si esibisce nel teatro degli emigrati di San Francisco.

In questi ambienti conosce Roubaix de l'Abrie Richey, detto Robo, un pittore a cui si lega sentimentalmente e dal quale inizia ad assimilare nuove idee politiche e artistiche. Il resto della famiglia Modotti raggiunge San Francisco nel 1920 ma Tina ha già una sua vita con il marito Robo, con il quale si trasferisce a Los Angeles, dove cerca ingaggi come attrice. 

La loro casa è frequentata da intellettuali da tutto il mondo e Tina, pur non avendo un percorso scolastico regolare, parla e scrive (anche se non perfettamente) in diverse lingue

3Tina Modotti attrice a Hollywood

Tina Modotti (1896-1942) in posa con Edward Weston (1886-1958) nell'anniversario del loro arrivo in Messico, agosto 1924
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Nel 1921 gli Stati Uniti impongono quote restrittive per l'ingresso agli immigrati e il mondo del cinema risponde a suo modo, mirando al mercato europeo con film accattivanti ma accentuando le distinzioni sociali nelle sceneggiature e ambientazioni, e scegliendo attori ben caratterizzati.   

Tina è indiscutibilmente bella e capace; lavora accanto a nomi importanti, come Rodolfo Valentino, non ha filtri di nessun tipo e si presta a ruoli dove recita seminuda, inoltre interpreta spesso donne messicane o dall’aspetto etnico, ma capisce presto come il messaggio filtrato attraverso le pellicole americane sia razzista e denigratorio.   

Nello studio di Robo capita spesso anche Edward Weston, un fotografo affermato e carismatico, il cui carattere e la cui tecnica artistica affascinano Tina al punto da intrecciare con il fotografo una relazione non troppo nascosta, scatenando una crisi sotterranea con Robo che però non è tipo da protestare in maniera plateale, è un amico di Weston e ama Tina.  

Nel 1922 Robo si allontana partendo per il Messico, sia per la situazione di coppia ormai insostenibile, sia per testimoniare la rinascita culturale del paese, polo di ritrovo delle avanguardie artistiche da tutto il mondo, ma muore di vaiolo prima che Tina possa raggiungerlo.  

4Tina Modotti e la nuova vita in Messico con Edward Weston

Tina torna brevemente a San Francisco per la morte del padre, ma l’anno dopo torna in Messico, raggiunta dopo pochi mesi da Weston, che ha lasciato definitivamente la moglie e si fa accompagnare dal figlio tredicenne Chandler.   

Stimolata dal lavoro del compagno, inizia a sperimentare la fotografia come autrice. Nel 1924 si dedica alla fotografia come attività esclusiva:   

  • espone le sue foto insieme a Weston in una mostra collettiva al Palacio de Mineria;
  • conosce i muralisti Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco con i quali ha forte vicinanza di ideali, ne diventa la fotografa ufficiale e si allinea alla vocazione sociale e politica della loro arte;
  • crea un reportage fotografico del folclore popolare nelle regioni di Puebla e Oaxaca, pubblicando le foto sulla rivista Forma;
  • sperimenta le fotografie astratte su ispirazione degli Estridentisti.
Tina Modotti in una posa esotica a Hollywood, 1920
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L’affollato e multiforme ambiente artistico messicano, così come l’aver trasformato la loro casa in un ritrovo per intellettuali di tutto il paese, danneggia lentamente la relazione con Weston; probabilmente Tina ha altre relazioni e tra loro si allarga anche un divario artistico sempre più profondo. 

A questo periodo risalgono due famose serie di Weston con lei come soggetto: quella di nudi e quella lei in scena mentre recita. 

Tina invece si concentra su soggetti sempre più sperimentali fino a sfiorare l’astrattismo; è ormai innamorata del Messico ed è diventata una fotografa professionista, indipendente dal punto di vista espressivo e tecnico. 

Dopo una serie di distacchi più o meno prolungati, Weston torna definitivamente negli USA e Tina lascia la loro casa per trasferirsi in un piccolo appartamento nel cuore della città

5La fotografia di Tina Modotti come testimonianza

Ragazzo indiano con sombrero. Fotografia di Tina Modotti, 1927
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Le sue fotografie sono scattate per essere portatrici di messaggi politici, rendendo evidente le condizioni di miseria di parte della popolazione messicana, denunciando le condizioni dure e ingiuste di molte fasce di lavoratori; sono immagini che evocano l'ideologia comunista, formalmente curate ma che invitano a una presa di coscienza di classe. 

Lo stile è un bianco e nero a volte poco definito per un’esposizione apparentemente poco curata; in realtà ora usa una macchina Graflex qualitativamente migliore della prima, ma più pesante, che non le permette scatti immediati che possano catturare la vivacità e la spontaneità di persone catturate nella loro quotidianità

Per Tina l’immediatezza è tutto: catturare la realtà così come si presenta, senza abbellimenti e manipolazione artistica. In nessun momento della sua carriera vuole che le sue foto vengano definite “artistiche”, il suo scopo principale rimane quello di documentare, ovvero l’essenza di quella fotografia successivamente definita di reportage

  • composizione pura,
  • rivelazione del quotidiano (soggetti comuni, isolati ed evidenziati),
  • soggetti umani, con frequenti primi piani.

Sempre contraria all'associazione del suo lavoro con un prodotto meramente artistico, vuole che ne sia compreso il lavoro intellettuale alla base

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6Vittorio Vidali e il partito comunista messicano

Il 1927 porta due eventi fondamentali nella vita di Tina: incontra Vittorio Vidali, espulso dagli USA con il nome di Enea Sormenti, e si iscrive al Partito comunista messicano. La fotografa partecipa attivamente alla manifestazioni e alle iniziative del partito, attirando su di sé l’attenzione della polizia segreta fascista, anche per il legame con Xavier Guerrero

Nel nuovo ambiente conosce una giovanissima Frida Kahlo e incontra Julio Antonio Mella, rivoluzionario cubano: l’attrazione è immediata, dopo appena tre mesi vanno a convivere. 

Come nell’Unione sovietica, anche in Messico il partito comunista vede due fazioni contrapposte, i filosovietici e i trotskisti. Mella viene ucciso il 10 gennaio del 1929, scatenando una crisi politica: l’omicidio di un attivista straniero viene visto dalla sinistra come una manovra per colpevolizzare tutti i rifugiati politici in Messico e dal governo cubano un atto grave contro un suo cittadino. Le indagini si fermano dopo poche settimane senza nessun colpevole. 

7L'amicizia con Frida Kahlo

Frida Kahlo
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Dopo un breve allontanamento volontario, Tina rientra nella capitale e cerca di tornare alla normalità: organizza una festa estiva alla quale invita la sua amica Frida, che in questa circostanza incontra nuovamente Diego Rivera

Nonostante il suo impegno politico abbia di fatto consolidato la sua fama come artista, Rivera si allontana discosta dalle frange più integraliste del partito e manifesta ormai apertamente simpatia per le idee di Trotzkij; nell’ottobre del 1929 viene espulso dal partito per “ambizioni piccolo borghesi” e Frida per solidarietà lascia a sua volta; Tina non fa nulla per difenderli e le due donne non si vedranno più. 

Tina cerca di concentrarsi solo sul lavoro e il 3 dicembre 1929 inaugura la sua prima mostra personale a l’Universidad nacional autónoma de México. 

8Via dal Messico

Tina Modotti, ritratto alla finestra. Foto di Edward Weston
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Il 5 febbraio del 1930 l’attentato mancato al neo presidente Pascual Ortiz Rubio scatena una repressione contro gli agitatori politici e tutti i rifugiati di matrice comunista residenti in Messico; Tina viene accusata di complicità nell'attentato, arrestata ed espulsa, può a malapena prendere quello che entra in una valigia e nient’altro

Viene imbarcata come detenuta sul cargo olandese Edam, e poiché si rifiuta di ripudiare l’ideologia comunista le negano lo sbarco negli USA, facendola scendere solo a Rotterdam; l’OVRA fascista chiede l’estradizione immediata ma la sinistra olandese riesce a procurarle un permesso per andare in Germania

Cerca di trovare lavoro come fotografa sfruttando le vecchie conoscenze, ma la sua sensibilità è molto lontana dalla corrente artistica berlinese, oltre alla difficoltà di adattarsi a un nuovo strumento come la Leica 35, più piccola e maneggevole ma limitante per la scelta dei soggetti. Le crescenti tensioni politiche e il mancato incontro con le tendenze locali, la spingono a lasciare Berlino nell’ottobre del 1930 per andare a Mosca

9In missione per il partito comunista

Il partito si occupa del suo alloggio e delle sue necessità ma non può tollerare il rapporto con Vidali, anche lui giunto a Mosca. La relazione è giudicata troppo ambigua secondo la rigorosa morale del partito, allora Tina sceglie un basso profilo occupandosi di traduzioni e di raccogliere articoli stranieri sulla causa comunista

Ben presto inizia l’epurazione a opera di Stalin dei comunisti italiani non allineati; convocata dal partito, Tina accetta di sostenere la causa in maniera più rischiosa e di andare in missione per il partito in Cina, assieme a Vidali, ma a pochi giorni dalla partenza questo viene fermato dal controspionaggio francese. 

I due italiani sono compromessi, così scelgono di andare in Belgio per cinque mesi a divulgare le conquiste del movimento operaio, con lo scopo di tornare successivamente in Unione Sovietica. 

Quando scoppia la guerra civile spagnola, Vidali ottiene un incarico come commissario politico direttamente da Mosca; si reca in Spagna e Tina lo segue, organizzando e coordinando il lavoro del Soccorso rosso. Fino all’estate del 1938 lavora nella redazione Ayuda, giornale del Soccorso rosso spagnolo, e continua a vigilare sulla integrità politica dei militanti comunisti in Spagna, ma al definitivo trionfo di Franco, dalla sede del partito viene dato l’ordine di scioglimento. 

Tina va in Francia con un passaporto a nome di Carmen ruiz Sánchez. A Parigi lei e Vidali devono coordinare il controllo dei rifugiati; il desiderio di Tina di tornare in Italia rimane tale, perché sarebbe visto come un'aperta sfida alla volontà del Comintern. 

10Tina Modotti e il ritorno in Messico dopo nove anni

Tina Modotti nel ruolo di Maria de la Guardia nel film The tiger's coat, 1920
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Nel 1939 torna finalmente in Messico dove per i primi mesi si mantiene grazie a una piccola somma passata dal Soccorso rosso e successivamente con il suo lavoro come traduttrice, anche se continua a collaborare con i servizi segreti sovietici. 

Grazie all'intercessione di Diego Rivera, Trotzkij ottiene l'asilo politico dal presidente della repubblica messicana e si trasferisce con la moglie e pochi seguaci nella capitale vivendo sotto scorta. Vidali torna a sua volta, sembra con un incarico da parte dello stesso Stalin: probabilmente Vidali ed altri sono incaricati di rintracciarlo ed eliminarlo. Trotzkij viene ospitato a casa di Diego e Frida, mentre continuano gli articoli di matrice comunista che lo additano come traditore della causa; nella notte del 23 maggio del 1940 subisce un’aggressione armata a casa dei suoi ospiti. Nessun ferito ma viene arrestato David Siqueiros e viene trovato morto un uomo del seguito di Trotzkij, ucciso per eliminare un testimone scomodo. 

Tina sospetta che Vidali sia coinvolto e in questa occasione si allontana, accetta un lavoro per un libro di Constancia de la Mora e parte per la regione di Oaxaca. Il 20 agosto Trotzkij viene colpito a morte da un agente della Gpu infiltrato nella stretta cerchia di amici. 

11Sola lontano da tutti

Profondamente delusa, e forse anche spaventata dalla piega degli eventi, Tina non rinnova la tessera del partito e sparisce gradualmente dalla vita di tutti quelli che la conoscono mentre Vidali, alias Enea Sermonti alias Carlos Contreras, è arrestato dal servizio di sicurezza messicano; ottiene la libertà dallo stesso ministro degli Interni, che però lo certifica come Vittorio Vidali italiano, ponendo di fatto la parola fine alla sua carriera come spia. 

Dopo un periodo di quasi totale isolamento, il 5 gennaio 1942 Tina partecipa a una cena dove si ritrovano rifugiati politici e profughi della guerra spagnola ma sul tardi si sente male e chiede di chiamare un taxi; la macchina viene ritrovata la mattina dopo, abbandonata su una strada del centro con il corpo di Tina all’interno. Il tassista, rintracciato dalla polizia, dichiara di essersi fatto prendere dal panico dopo che la donna, che gli ha chiesto di essere portata in ospedale, muore dopo pochi minuti di corsa. I giornali gridano all’ennesimo omicidio per contro degli agenti russi in terra messicana ma la polizia non trova indizi che indichino un omicidio, di conseguenza non viene eseguita nessuna autopsia. La sua lapide riporta una poesia che le dedica Pablo Neruda.  

12Date importanti della vita di Tina Modotti

  • Nasce nel 1896 a Udine.
  • Emigra nel 1913 per raggiungere il padre a San Francisco.
  • Nel 1917 inizia a recitare a teatro.
  • Nel 1920 va a vivere a Los Angeles con il marito Robo, pittore, e lavora come attrice cinematografica a Hollywood.
  • Nel 1922 si trasferisce a Città del Messico per raggiungere Robo, che muore di vaiolo; va a convivere con il fotografo Edward Weston.
  • Dal 1924 lavora autonomamente come fotografa professionista.
  • Nel 1927 conosce l'agente comunista Vittorio Vidali e l'artista Frida Kahlo, più giovane di dieci anni, ma che diventa una grande amica.
  • Il 1929 vede crescere le tensioni all'interno del partito:il suo nuovo compagno, Julio Mella, viene ucciso in un attentato e Rivera, ora marito di Frida, viene espulso dal partito, le due amiche non si vedono più. Ma è anche l’anno della sua prima mostra personale.
  • Un nuovo attentato nel 1930 determina l'espulsione di tutti gli attivisti politici stranieri, Tina è mandata in Olanda, da qui giunge a Berlino e infine a Mosca, dove lavora per il partito.
  • Nel 1936 si reca in Spagna come coordinatrice del Soccorso rosso.
  • Torna in Messico nel 1939 ma il clima politico rimane teso; nel 1940 Trotzkij viene ucciso a casa di Diego e Frida, e lei si allontana definitivamente dalla politica.
  • Muore nella notte fra il 5 e il 6 gennaio del 1942 a bordo di un taxi, forse per un attacco cardiaco, forse per avvelenamento, l'autopsia non viene ritenuta necessaria.