Domanda 1 di 64
Quand’è che si diventa grandi o se preferite, vecchi? Quando vieni a sapere che due
venticinquenni si sono sfracellati saltando con l’elastico giù da un ponte e tu, anziché
compiangerli, pensi: pazzi, ma che gusto c’è? Dicono si tratti di un rito millenario che nei
popoli primitivi segnava il passaggio dall'adolescenza al mondo adulto. E il destino ha voluto
che il ponte della tragedia fosse lo stesso che si vedeva nell'«Ultimo bacio», il film che i
problemi di quel passaggio, sempre più rallentato nel tempo, ha raccontato molto bene.
Eppure questa spiegazione non basta. Tutte le generazioni che non hanno conosciuto la guerra
sono cresciute in relativo ritardo, magari a colpi di droghe leggere e sofferenze sentimentali, ma senza bisogno di gettarsi da una gru o di sciare sul bordo di un crepaccio per sentirsi vive. Tu chiamale se vuoi emozioni, però Battisti diceva solo di guidare a fari spenti nella notte, e a noi già sembrava esagerasse, tanto che ci limitavamo a cantarlo. Oggi l'eccesso di sensazioni forti
offerte dai media, senza più neanche l'argine di qualche divieto familiare (la cui violazione
rappresentava di per sé un brivido) provoca in parecchi giovani una specie di atarassia.
Bombardati fin dall'infanzia da troppe emozioni esasperate, non riescono a provarne più. E dopo
anni di nudità gratuite, telemorti ammazzati e informazione ansiogena, vanno a elemosinare
adrenalina nella droga di un gesto estremo, che a noi sembra assurdo, ma a loro l'unico che
abbia ancora un senso.
(Massimo Gramellini, I nuovi drogati, La Stampa, 3/5/2002)
Gramellini cerca una spiegazione dell’attrazione che esercita sui giovani il gioco del
“jumping” in cui due fidanzati hanno da poco perso la vita. Individuate, tra le motivazioni
elencate, quella che NON COMPARE nella sua analisi: