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Secondo il critico d'arte Giovanni Morelli, attivo negli ultimi decenni del XIX secolo, particolari considerati di solito senza importanza, o addirittura triviali, "bassi", forniscono una chiave privilegiata per accedere ai prodotti
piu' elevati dello spirito umano. "I miei avversari -scriveva ironicamente Morelli- si compiacciono di qualificarmi per uno il quale non sa vedere il senso
spirituale di un'opera d'arte e per questo da' una particolare importanza a mezzi esteriori, quali le forme della mano, dell'orecchio, e persino, horribile
dictu, di un cosi' antipatico oggetto qual e' quello delle unghie". Ma questi dati marginali sono, per Morelli, rivelatori, perche' costituiscono i momenti in cui il controllo dell'artista, legato alla tradizione culturale, si allenta per cedere il posto a tratti puramente individuali, "che gli sfuggono senza che egli
se ne accorga". Da Carlo Ginzburg: Miti Emblemi Spie
Le frasi sotto riportate sono state tutte, meno una, tratte dal saggio su Morelli del quale qui e' stata citata una parte significativa. Individuate, perche' incongruente, la frase indebitamente inserita: