I medici scarseggiano, la sanità pubblica boccheggia. Ecco cosa ha detto il nuovo ministro della Sanità sul Test di Medicina
Nel corso di un intervento in radio il 2 dicembre, il Ministro della Sanità Orazio Schillaci si è pronunciato sul tema della scarsità di medici nella sanità pubblica e del test di Medicina. Ecco cosa ha detto.
EMERGENZA MEDICI IN ITALIA
Il Ministro della Salute Orazio Schillaci – medico, docente universitario e politico - è stato ospite della trasmissione Radio Anch’io di Radio 1 venerdì 2 dicembre dove, tra le altre cose, si è pronunciato sulla questione dei test di Medicina. Il tema dei test, degli accessi alla Facoltà di Medicina, è molto caldo a causa delle lunghissime liste di attesa che i cittadini devono affrontare per accedere ai servizi nella sanità pubblica. I medici, insomma, sono pochi rispetto ai bisogni della società e ci si chiede se il nuovo Governo interverrà su questo aumentando il numero di posti per le matricole.
“C’è un problema di carenza di medici, un problema che deriva da lontano, dal fatto che il numero di accessi negli ultimi 10 anni è stato insufficiente per quelle che sarebbero state le necessità di medici oggi. Stiamo drammaticamente pagando errori del passato“ ha dichiarato il Ministro Schillaci. "Fino all’era pre covid, cioè fino a 2-3 anni fa venivano ammessi per anno tra gli 8 ed i 10 mila candidati alla Facoltà di Medicina. Nella mia “vita precedente” ho fatto anche il Preside della Facoltà di Medicina e ricordo bene come, la conferenza dei Presidi, ogni anno, già 10 anni fa, chiedeva che il numero di studenti che potessero frequentare la facoltà di Medicina si potesse portare almeno a 12mila. C’è stato un gap per anni di almeno 4.000 accessi e questo oggi lo scontiamo".
IL PROBLEMA DEL NUMERO CHIUSO
Il numero di accessi è stato già allargato negli ultimi anni; sappiamo che per formare un medico ci vogliono 6 anni, poi serve la specializzazione. C’è anche un problema di disaffezione verso il SSN perché molti che ci sono lo abbandonano, altri vanno in pensione prima. Credo che ci sia da un lato l’esigenza di dare una gratificazione economica doveroso per tutti gli operatori, e poi c’è un tema di organizzazione.
Il numero di accessi è stato già allargato negli ultimi anni; sappiamo che per formare un medico ci vogliono 6 anni, poi serve la specializzazione. C’è anche un problema di disaffezione verso il SSN perché molti che ci sono lo abbandonano, altri vanno in pensione prima. Credo che ci sia da un lato l’esigenza di dare una gratificazione economica doveroso per tutti gli operatori, e poi c’è un tema di organizzazione.
IL NUMERO CHIUSO SARA' ABOLITO?
Alla domanda incalzante del giornalista il Ministro risponde che “neanche l’abolizione sarebbe una soluzione al problema della carenza dei medici. Per formare un medico, in totale, ci vogliono 8-10 anni quindi il problema della carenza di medici che c’è oggi va risolto in un altro modo. E’ comunque importante poter allargare il numero di studenti che possano frequentare Medicina ma deve essere programmato per rispondere alle effettive esigenze del SSN”.
Il neo Ministro della Sanità non sembra essere contrario al concetto di numero programmato ma, piuttosto, ritiene che sia necessaria una programmazione in linea con le reali esigenze del Paese.
I problemi da affrontare ora sono due: far fronte alla carenza di medici e fare in modo - aumentando gli accessi alla Facoltà - che l'emergenza possa rientrare nel giro di qualche anno.
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