Tesina sulle conseguenze della bomba atomica di Hiroshima

La bomba atomica di Hiroshima e le sue conseguenze: tesina di terza media con collegamenti interdisciplinari in storia, italiano, scienze e altro

Tesina sulle conseguenze della bomba atomica di Hiroshima
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Tesina sulla bomba atomica di Hiroshima

Hiroshima dopo i bombardamenti
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La bomba atomica di Hiroshima, e successivamente quella di Nagasaki, hanno cambiato per sempre il concetto di guerra. Il fatto di poter utilizzare armi tanto distruttive non era stato fino ad allora contemplato, e avrebbe avuto grandissime conseguenze negli equilibri geopolitici internazionali immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale e nella Guerra fredda.

Non solo: la grande tecnologia sviluppata per produrre la bomba stomica ha anche avuto dei risvolti etici non indifferenti fra gli scienziati, che si sono ritrovati ad essere degli strumenti di scopi bellici che con ogni probabilità non erano nelle loro intenzioni originarie.

In questa tesina vedremo come il tema della bomba di Hiroshima sia stato declinato nelle varie discipline nel corso del tempo. I temi:

  • Storia: L'intervento giapponese nella Seconda Guerra Mondiale
  • Letteratura: Il gran sole di Hiroshima di Karl Bruckner
  • Scienze: L'energia nucleare
  • Ed. tecnica: Le centrali nucleari
  • Ed. musicale: Arnold Schoenberg
  • Ed. artistica: Pablo Picasso e Guernica

L'intervento giapponese nella Seconda Guerra Mondiale

L’entrata in guerra del Giappone nella Seconda guerra Mondiale cambia completamente le sorti del conflitto, portando alla conseguente entrata degli USA in guerra. L'attacco nipponico alla flotta navale statunitense nel porto di Pearl Harbor è quello che scatena la violenta reazione degli Stati Uniti sulle città di Hiroshima e Nagasaki, di cui parleremo nel corso di questa tesina.

La Seconda Guerra Mondiale coinvolge sessantuno nazioni e provoca la morte di sessantacinque milioni di persone. Gli schieramenti sono così divisi:

  • Gran Bretagna, Francia e USA da una parte
  • Germania, Italia e Giappone dall’altra.

La guerra inizia nel 1939, con l’invasione della Polonia da parte della Germania, e la sua conclusione segna l’inizio di un nuovo ordine mondiale, basato sulle due superpotenze vincitrici: gli USA e l’Unione Sovietica.

I giapponesi attaccano gli Stati Uniti

Attacco a Pearl Harbor
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Nell’agosto del 1941 Winston Churchill, primo ministro inglese, e il presidente americano Roosevelt, sottoscrivono la carta atlantica, senza che questo, però, comporti l’entrata in guerra degli Stati uniti. 

Il Giappone, alleato della Germania, persegue di contro da tempo il progetto di espandere il proprio dominio in Asia e nel Pacifico, mettendosi inevitabilmente contro gli interessi statunitensi. Nel luglio del 1941 i giapponesi occupano l’Indocina francese; alla fine dell’anno, alla guida del governo, va il generale Tojo, che nasconde l’intenzione di procedere a un’ulteriore espansione nel Pacifico.

Il conflitto tra i due stati scoppia definitivamente il 7 dicembre del 1941, quando una squadra di bombardieri giapponesi, bombarda la flotta americana nel porto di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. I danni sono enormi: vengono distrutte 85 navi, 7 corazzate e 250 aeroplani e i morti sono quasi 5000. È la prima volta che il territorio statunitense viene violato da un esercito straniero.

L’11 dicembre anche la Germania e l’Italia dichiarano guerra agli Stati Uniti.

Nei mesi successivi all’attacco di Pearl Harbor, i giapponesi si espandono enormemente nel Pacifico.

Tuttavia, nei primi mesi del 1942 gli Stati Uniti partono con la loro controffensiva, che porta a riconquistare un’importante base militare in Oceania, dopo quasi due anni di combattimenti.

Il 7 maggio, dopo lo sbarco degli alleati in Normandia, la Germania si arrende senza condizioni; la guerra in Europa è finita, ma a continuare i combattimenti resta il Giappone, che non si arrende alle forze americane.

Lo sgancio della bomba atomica

Nel frattempo, il 12 aprile 1945, il presidente americano Roosevelt muore e gli succede il vicepresidente Harry Truman.

Sarà lui a decidere di sconfiggere definitivamente il Giappone, utilizzando una nuova arma potentissima: la bomba atomica. Così il 6 agosto 1945 l’arma più potente e micidiale che l’uomo abbia mai inventato, viene sganciata sulla città giapponese di Hiroshima, uccidendo all’istante circa 100 000 persone. Altre morirono negli anni seguenti in seguito alle radiazioni.

Thomas Wilson Farebee

A sganciare la bomba atomica è stato Thomas Wilson Farebee.

La bomba, si legge nel suo diario, provoca un’esplosione, il cui boato si avverte fino a quaranta, cinquanta chilometri di distanza; la raffica dell’esplosione si propaga a 1300 chilometri orari, con un calore che va dai trecento ai novecentomila gradi.

farebee nasce il 9 novembre 1918 a Mocksville, nella Carolina del Nord, secondo di dodici figli di una famiglia di contadini.

Quando viene mandato a bombardare il Giappone ha 26 anni, il grado di maggiore e 63 missioni sul territorio nemico all’attivo.Non solo: è anche uno dei cento spericolati che per la prima volta attaccano di giorno le truppe naziste in Francia.

Tibbets, il comandante della missione, è il solo dell’equipaggio a sapere che su Hiroshima verrà lanciata una bomba atomica.

Thomas Farebee muore nel 1999 a 81 anni in Florida. Lo chiamano il bombardiere buono.

Vittime della bomba atomica ad Hiroshima
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La bomba atomica che colpisce Hiroshima si chiama Little boy. Tre giorni dopo una seconda bomba atomica viene lanciata su Nagasaki e dopo altri sei giorni, il 15 agosto, il Giappone si arrende.


a bomba atomica non ha conseguenze unicamente nell'immediato: causa infatti gravissime malattie dovute alle radiazioni. Inoltre molti esseri viventi, persone o vegetali, nati dopo la bomba, verranno al mondo o con malformazioni genetiche oppure con gravi malattie che portano alla morte.

Gli scienziati americani, nella base segreta di Los Alamos, lavorano giorno e notte con enormi difficoltà per poter battere i nazisti sul tempo nella costruzione dell'ordigno.

Tuttavia, solo nel novembre 1944, grazie a documenti trovati a Strasburgo, gli alleati scopriranno che i tedeschi sono ben lontani dalla realizzazione della bomba atomica.

Come e perché viene sganciata la bomba

Le due motivazioni principali che portano Truman ad utilizzare la bomba atomica sono:

  • Fiaccare del tutto la resistenza giapponese senza investire tempo e uomini in combattimenti sfiancanti su suolo
  • Non dover dipendere dall'aiuto dei russi

Per prendere la decisione viene istituito un comitato, cui è affiancata una sottocommissione consultiva, composta dai responsabili scientifici del Progetto. Il 1 giugno il Comitato approva il piano di Truman, che chiede di sganciare la bomba atomica sul Giappone al più presto colpendo un obiettivo militare circondato da strutture civili di particolare interesse.

Quando la notizia trapela anche all’interno della sottocommissione, molti ricercatori si pentono di aver preso parte al Progetto Manhattan e persino Einstein, che aveva dapprima sollecitato il presidente ad una accelerazione dell’attività di ricerca, afferma che se avesse saputo che i tedeschi non sarebbero riusciti a costruire la bomba atomica, non avrebbe mai partecipato alla costruzione dell'arma.

Viene così redatto il Rapporto Frank, in cui si evidenziano le conseguenze politiche e sociali dell’energia atomica, che si conclude con un invito ad utilizzare la bomba solo a scopo dimostrativo, sganciandola in un luogo deserto, semplicemente per intimorire il Giappone. Il rapporto viene però respinto dal Comitato, per portare i giapponesi ad una resa incondizionata.

Il 6 agosto la prima bomba a uranio 235 viene sganciata su Hiroshima, città di circa 350.000 abitanti, uno dei maggiori centri giapponesi di produzione bellica. L'ordigno distrugge qualsiasi cosa nel raggio di due chilometri: circa il 98% dei palazzi della città viene del tutto raso al suolo o gravemente danneggiato, oltre 70.000 persone vengono uccise e molte altre muiono poi per effetto delle radiazioni.

Di fronte alle titubanze del governo del Giappone ad accettare la resa incondizionata, il 9 agosto si sgancia una seconda bomba al plutonio, questa volta su Nagasaki. La città viene distrutta per il 47% e i morti si contano nell'ordine dei 75.000.

Il Giappone accetta la resa, dando ufficialmente una data di fine alla Seconda guerra mondiale.

Se molti scienziati si dimostrano contrari all’uso della prima bomba, quella su Nagasaki genera in tutti loro sgomento e rabbia. Di fronte a un nemico ormai piegato, la bomba di Nagasaki si mostra in tutta la sua sadica crudeltà.

Il presidente Truman, convinto delle sue scelte, ribadisce che la seconda bomba è funzionale alla cassazione immediata del conflitto e alla salvezza di milioni di vite umane. Quando gli viene fatto notare che i giapponesi si sono già arresi, risponde che non ne è affatto convinto. Aggiunge poi che probabilmente quello sia il più grande avvenimento della storia.

Forme di energia

Nuove fonti di energia si rendono assolutamente necessarie nella nostra epoca, sia a causa dell'inquinamento sia per la scarsità di combustibili fossili.

L'energia nucleare negli anni '70 sembra funzionale alla risoluzione di entrambi i problemi: le centrali nucleari diventano quindi per un certo periodo una buona fonte di approvvigionamento energetico, considerate efficaci e sicure.

La particolarità delle centrali nucleari è che ad azionare le turbine è l’energia sprigionata da una reazione nucleare, che avviene nel reattore e che trasforma i materiali radioattivi.

Ciò accade attraverso due processi distinti:

  • fissione nucleare
  • fusione nucleare

La fissione nucleare consiste nel frammentare, con un bombardamento operato coi neutroni, i nuclei di elementi radioattivi, come uranio, torio e plutonio.

Il più utilizzato è l’uranio 235 il cui nucleo, quando viene colpito da un neutrone, si dimezza in due nuclei leggermente più piccoli e leggeri, producendo energia e liberando un altro neutrone. I due neutroni colpiscono altri due nuclei di uranio 235 e così via, provocando una reazione a catena che produce energia.

La fusione nucleare, invece, non è utilizzata perché è più complessa e serve una temperatura molto alta; inoltre, su questa metodologia sono ancora in corso le sperimentazioni. Nella fissione si utilizzano nuclei più leggeri di atomi non radioattivi, nuclei di deuterio, che si scontrano ad altissima velocità, fondendosi e formando un nucleo più pesante di elio, liberando moltissima energia.

La fusione rispetto alla fissione è più pulita e sicura, perché utilizza materie prime molto diffuse e, soprattutto, non radioattive; inoltre produce molta più energia.

Gli effetti della radioattività

Scorie radioattive
Fonte: istock

Gli effetti dati dalla radioattività sull’organismo dipendono dall’intensità delle radiazioni e dalla durata dell’esposizione. Basti sapere che molte delle persone esposte alle radiazioni prodotte dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki sono morte 10 giorni dopo lo scoppio delle bombe atomiche, per emorragie interne e infezioni dovute alla distruzione dei sistemi di difesa dell’organismo.

Piccole dosi di radiazioni frazionate nel tempo, anche se al momento non danneggiano l’organismo, possono dare i loro effetti anche a distanza di anni.

Oltre a tutti questi problemi, c’è anche quello dello smaltimento delle scorie radioattive, che allo stato attuale non è chiaro come eliminare: vengono perciò conservate in contenitori sigillati, seppelliti sotto terra, provocando, in caso di incidente, veri e propri disastri ambientali.

Come funziona la radioattività

La radioattività è un fenomeno che caratterizza gli elementi chimici che trasformandosi in altri elementi, emettono energia sotto forma di radiazioni.

Le radiazioni emesse dagli elementi radioattivi, vengono indicate con le lettere greche α, β, γ:

  • I raggi α sono costituiti da particelle formate da due protoni e due neutroni e risultano poco penetranti, al punto che vengono facilmente fermate da un foglio di carta.
  • I raggi β sono costituiti da elettroni e sono più penetranti dei raggi α e possono attraversare fogli di metallo sottili.
  • I raggi γ Sono simili ai raggi X e ai raggi emanati dal Sole, sono così penetranti da riuscire ad attraversare anche una lastra di piombo di notevole spessore.

Un elemento radioattivo molto utilizzato e conosciuto è l’uranio. Un atomo di uranio (Z = 92), quando emette raggi α, perde due protoni e due neutroni, trasformandosi in un altro elemento radioattivo, il torio (Z = 90); questo elemento, a sua volta, emette raggi α, perdendo due protoni e trasformandosi in radio (Z = 88). Il radio emette ancora raggi α, trasformandosi in radon (Z = 86) che emette ancora raggi α e diventa polonio (Z = 84). Quest’ultimo, si trasforma in piombo (Z = 82) che non è radioattivo.

Queste trasformazioni, prendono il nome di decadimento radioattivo e avvengono in tempi più o meno lunghi, a seconda dell’elemento. La velocità del decadimento si misura con il tempo di dimezzamento, cioè il tempo necessario affinché metà degli atomi di un elemento radioattivo, si trasformino in un altro elemento. L’uranio, ad esempio, ha un tempo di dimezzamento di circa 4,5 miliardi di anni, il torio di soli 24 giorni.

Dalla fine del secolo in poi le radiazioni sono aumentate notevolmente per la scoperta di elementi radioattivi artificiali e per il loro uso nelle centrali nucleari, nel laboratori scientifici, nell’industria, negli ospedali e nella costruzione degli armamenti nucleari.

Chernobyl: storia e conseguenze

La centrale di Chernobyl dopo l'incidente
Fonte: ansa

Il 26 aprile 1986 a Černobyl, in Ucraina, è avvenuto il più disastroso incidente della storia nucleare.

La centrale ucraina ha quattro reattori. Si rende necessario effettuare un test con il reattore dell’unità 4, il più recente; per eseguirlo occorre il consenso degli organi centrali competenti che però non rispondono alla richiesta, così il 26 aprile 1986, la direzione decide di prendersi la responsabilità di partire con la procedura.

Il più grave errore che viene fatto è quello di disattivare l’impianto di raffreddamento d’emergenza. Così quando il reattore viene portato a un livello instabile, come dice il programma, la temperatura inizia a salire mettendo i tecnici di fronte a una scelta:

  • riportare il reattore a uno stato stabile
  • ridurre il margine di sicurezza per poter proseguire con l’esperimento.

Purtroppo, spinti anche dalle sbagliate indicazioni dei controlli, i tecnici procedono con la seconda via, e quando l’intervento non ottiene l’effetto sperato e la temperatura aumenta, l'acqua evapora dall'mpianto di raffreddamento principale e quando la temperatura del reattore raggiunge gli 800 gradi centigradi, il vapore acqueo reagisce con lo zirconio delle barre di combustibile liberando una bolla idrogeno che venendo a contatto con l’ossigeno, provoca una serie di devastanti esplosioni.

In ultimo, la grafite nel nucleo, carica di sostanze radioattive, a 1100 gradi centigradi, inizia a bruciare e i suoi fumi si diffondono rapidamente nell’atmosfera, trasportati dai venti.

Solo grazie al sacrificio e al coraggio dei pompieri e degli operai della centrale, l’incendio viene spento prima che possa raggiungere gli altri reattori.

Questa tragedia ha provocato direttamente 31 morti, 299 persone gravemente contaminate, circa 1000 gravidanze interrotte, 135000 persone costrette a controlli per tutta la vita e 500000 persone evacuate dalla zona attorno a Černobyl. Le conseguenze ambientali provocate dalla nuvola radioattiva che ha poi investito le popolazioni europee, non saranno mai stimate; la bomba di Hiroshima rilascia nell’atmosfera 4,5 tonnellate di sostanze radioattive, mentre l’esplosione del reattore di Černobyl circa 50 tonnellate

Cos'è successo a Chernobyl? Ascolta il podcast

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La centrale nucleare

L’edificio dove viene prodotta energia nucleare è la centrale elettronucleare. Il suo funzionamento è simile a quello di una centrale termoelettrica convenzionale, ma in quetso caso l’acqua viene fatta bollire in un reattore dove avviene la fissione di uranio.

Questo è lo schema della centrale nucleare di Caorso (Piacenza) la cui attività è stata sospesa dopo il referendum del 1987.

L’edificio è un cilindro di cemento armato alto 70 metri; al centro è collocato il reattore in acciaio inossidabile, alto 22 metri, con una schermatura di cemento armato spessa 1,2 metri e con un coperchio che può essere rimosso da una gru. All’interno del reattore c’è il nocciolo, dove sono contenute le barre di uranio e quelle di controllo per la reazione a catena.

Centrale nucleare
Fonte: istock

Nella sala macchine si trova una turbina a vapore accoppiata a un alternatore con potenza massima di 840 MW ala tensione di 17000 V. Il condensatore viene raffreddato mediante un circuito indipendente di acqua che viene prelevata direttamente dal Po, dove viene poi rigettata.

Vi sono anche degli edifici ausiliari che occorrono anche a contenere le barre di combustibili esaurite, altamente radioattive.

Quanto al funzionamento, nel reattore viene pompata l’acqua che assorbe il calore emesso dalla fissione dell’uranio e si trasforma in vapore. Questo mette in moto la turbina che trasferisce la propria forza meccanica all’alternatore che genere corrente.

Le centrali nucleari sono state costruite per lo più negli anni 1970-1980. L'opposizione dei movimenti ambientalisti è stata da subito piuttosto sostenuta.

Il gran sole di Hiroshima, di Karl Bruckner

La sciagura di quanto avvenuto a Hiroshima nel 1945 con il lancio della bomba atomica sulla città, viene raccontata nel libro “Il grande sole di Hiroshima”, di Karl Bruckner.

Il libro racconta della vita di una famiglia giapponese e di alcuni soldati angloamericani, prima durante e dopo il lancio della bomba.

I protagonisti sono due bambini, fratello e sorella: Shigheo di 10 anni e Sadako di 4. La madre è stata assunta nell’industria militare della città, mentre il padre è un soldato.

Durante il racconto entrano nuovi personaggi: un  vecchio costruttore di barche, un’anziana signora, un gruppo di ragazzini e altri personaggi secondari.

Riassunto breve de Il gran sole di Hiroshima

Le giornate dei due fratelli, durante la guerra, trascorrono passeggiando per la città, osservando i soldati delle caserme e i ragazzi occupati a distruggere le baracche.

Contemporaneamente, nei giorni precedenti allo sgancio della bomba, i soldati della base statunitense di Tinian, assistono a strani avvenimenti: arrivo di persone sconosciute, obbligo di rimanere nelle proprie cabine e di non uscire senza permesso. Uno dei soldati, non riuscendo a trattenersi, guarda fuori dalla cabina, seguito a ruota dei suoi compagni, e insieme vedono un enorme sarcofago nero. I militari formulano varie ipotesi, ma non riescono a trovarne una attendibile.

Così mentre la popolazione giapponese soffre, gli angloamericani ultimano i preparativi per la missione segreta di cui nessuno sa nulla.

Per guidare l’aereo che sgancerà la bomba, vengono scelti tre ufficiali aviatori: il colonnello Tibbets, pilota, il maggiore Farebee, armiere, e il capitano Parson, secondo pilota.

Il nome del B-29, viene fatto scegliere al pilota, che lo chiama come sua madre: Enola Gay.

Il 6 agosto 1945, alle 8.15, il bombardiere Enola Gay, sgancia la bomba esattamente sopra il centro della città di Hiroshima:

“Un nuovo sole si accese nel cielo, una palla di fuoco irradiò la città; in un secondo 86000 persone morirono; in un secondo 72000 subirono gravi ferite; in un secondo 6820 case furono distrutte; in un secondo 3750 edifici crollarono e presero fuoco; in un secondo raggi mortali bombardarono la città. In questo secondo, l'uomo che dio aveva creato a propria immagine e somiglianza, aveva compiuto, con l'aiuto della scienza, il primo tentativo per annientarsi e c'era riuscito". 

Dopo lo sgancio della bomba, i tre militari a bordo del B-29, non volevano credere di aver contribuito ad una simile strage e continuavano a ripetere: “Noi non sapevamo nulla, non è colpa nostra, abbiamo solo eseguito gli ordini”.

Nel frattempo la gente di Hiroshima cominciava a rendersi conto di quanto accaduto.

Trascorsi un po’ di anni, la vita nella città riprende, ma dopo la distruzione della bomba, non c’è niente da comprare e nemmeno i soldi per farlo. Per questa ragione i bambini, mentre i genitori lavorano o ricostruiscono le case, vanno in cerca di qualsiasi oggetto utile per ricostruire le abitazioni o da scambiare al mercato nero.

Contemporaneamente a questa ripresa, le persone, però, continuano a morire o ad ammalarsi, a causa delle radiazioni. Passati altri anni, la famiglia dei due ragazzini ritrova serenità e il padre ha di nuovo un lavoro. Questa serenità viene però oscurata della morte della bambina, Sadako, che si ammala a causa delle radiazioni.

Arnold Schoenberg

Arnold Schoenberg nasce a Vienna nel 1874 e inizia gli studi di pianoforte musicali con la madre. La morte del padre lo costringe ad interrompere gli studi, che riprenderà solo più tardi come autodidatta.

Nel 1895, grazie all’aiuto di un amico, riesce a diventare musicista a tempo pieno. Il suo interesse per la sperimentazione e la ricerca di nuove forme musicali lo spingono, nel 1903, a fondare a Vienna una scuola denominata in seguito Scuola musicale di Vienna.

Le sue opere sono espressione della crisi dell’Europa di inizio secolo: Schoenberg frequenta i movimenti artistici d’avanguardia, legati all’espressionismo, dedicandosi anche alla pittura ed entrando a far parte del movimento Il cavaliere azzurro fondato dal pittore Vassillij Kandiskij.

Con l’avvento del nazismo, si trasferisce prima in Francia e poi negli Stati Uniti, dove morirà a Los Angeles nel 1951.

Egli dedica tutta la sua vita alla sperimentazione di nuove forma musicali, elaborando un nuovo metodo compositivo: la dodecafonia, che utilizza i 12 suoni della nostra scala cromatica svincolandoli da ogni relazione tonale.

Totalmente innovativa, esercita grandissima influenza sui compositori contemporanei. Nella sue opere il ritmo non è più regolare e il canto si trasforma in una specie di parlato.

Un sopravvissuto di Varsavia

Uno dei suoi capolavori è Un sopravvissuto di Varsavia. Ispirato alla tragedia dei lager nazisti, “A survivor from Warsaw”, viene  composto in soli tredici giorni e rievoca le persecuzioni contro gli ebrei da parte della Germania di Hitler.

Il testo, scritto dallo stesso Schoenberg, è una testimonianza letteraria molto intensa. La prima esecuzione si tiene nel novembre 1948 negli Stati Uniti, e il brano viene eseguito due volte: dopo la prima il pubblico resta in religioso silenzio, mentre alla fine della seconda mostra il proprio consenso con un’ovazione.

L’esecuzione viene affidata a al coro maschile e all’orchestra, cui si unisce una voce recitante che, invece di cantare il testo, lo declama con una lieve intonazione musicale.

L’orchestra è ricca di strumenti a percussione che contribuiscono a caricare di drammaticità il brano. Al termine il coro eleva un canto a Dio: è il canto dei condannati che, anche nella tragedia, non hanno perso la fede e intonano il loro credo: “Shemà Yisröel”, ascolta Israele.

Pablo Picasso

Il Guernica
Fonte: ansa

Pablo Picasso nasce a Malaga in Spagna nel 1881. Figlio di un professore di disegno, studia all’Accademia di Barcellona e di Madrid, frequenta gli ambienti artistici e culturali di Barcellona e Parigi, poi si trasferisce definitivamente in Francia. Qui diventa in poco tempo uno dei maggiori animatori della cultura parigina.

Picasso dà tutto sé stesso all’arte; cerca la verità, cioè un rapporto con le cose e con la realtà. Proprio per questo non ha uno stile fisso, ma completamente disponibile di fronte alle sollecitazioni della realtà che incontra, tornando anche a volte sulle sue scelte espressive precedenti.

Nelle opere iniziali Picasso, in precarie condizioni economiche, si rivolge al mondo dei poveri e degli emarginati, disegnando personaggi senza alcun rapporto con l’ambiente circostante.

Gradualmente avviene il passaggio al periodo successivo: mutano i colori, che si fanno più caldi, poi le figure diventano più mobili.

A soli 24 anni, con la sua Les Demoiselles d’Avignon, mette in crisi tutta al tradizione figurativa precedente e con il cubismo apre il nuovo corso all’arte moderna. Picasso è anche scenografo, scultore, illustratore, incisore, ceramista. Nel 1917 Picasso viene in Italia, conosce l’arte antica e il mondo della commedia dell’arte, introcudendo la classicità nelle sue opere.

Picasso ritiene che l’unica sua opera simbolica sia il Guernica, e con essa la testimonia il suo impegno politico, che si manifesta anche con la partecipazione a tre congressi mondiali per la pace.

Guernica

In un’atmosfera di paura e di indecisione, nel 1937, si apre a Parigi l'Esposizione Universale, alla quale la Spagna partecipa con il Guernica.

Quest’opera è stata dipinta alla notizia che i bombardamenti tedeschi avevano attaccato l’antica città di Guernica in un giorno di mercato, seminando il terrore nella popolazione civile.

Il Guernica è considerato un quadro storico non tanto perché rappresenta un avvenimento storico, ma per le modalità con cui è realizzato. Mancano colore e volume, eliminati perché la morte sia nel quadro, diventando così un grido contro tutte le guerre.

Nel 1947 Picasso inizia la sua attività di ceramista. Muore a Mougins nel 1973, all’età di 92 anni.

L'audiolezione sulla bomba atomica

Ascolta la lezione del nostro podcast dedicata alla bomba atomica.

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