Non conformità o variabilità di genere: i nuovi termini dell'identità di genere

L'identità di genere non è legata né al sesso né all'orientamento sessuale: ecco un glossario dei termini da conoscere per una lingua più inclusiva

Non conformità o variabilità di genere: i nuovi termini dell'identità di genere
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Gender noncoformity o gender variance

Identità di genere, sesso e orientamento sessuale: facciamo chiarezza
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L'identità di genere, il sesso e l'orientamento sessuale sono tre cose diverse fra loro. Quando parliamo di non conformità o variabilità di genere parliamo di una condizione di discontinuità tra sesso e identità di genere. Negli ultimi anni si è quindi sentita la necessità di trovare un lessico contemporaneo per rappresentare la complessità del concetto di gender nonconformity o gender variance

Parole come cisgender, agender, non-binary stanno diventando sempre più comuni e conoscerne il significato può aiutarci a rispettare l'altro. In Italia la discussione sull'identità di genere è molto più recente rispetto ai paesi anglosassoni ed è per questo motivo che molti dei termini che andremo qui a spiegare sono inglesi. 

Sesso, identità di genere e orientamento sessuale

Partiamo dalle basi. Come dicevamo sesso, identità di genere e orientamento sessuale sono tre cose diverse.

Con la parola sesso oggi ci si riferisce all'anatomia di una persona, mentre a metà del secolo scorso si indicavano anche altre qualità collegate al sesso di nascita. A voler partire dalla definizione del vocabolario, il sesso è la categoria anatomo-biologica di appartenenza. Con l'espressione identità di genere si indica la percezione che ognuno ha di sé e con l'espressione ruolo di genere si indica invece l'esternalizzazione della propria identità di genere. L'orientamento sessuale indica invece le persone da cui un individuo si sente attratto.

Il sesso di una persona, quindi, non ci dice nulla rispetto alla sua identità di genere e al suo orientamento sessuale. 

I termini usati fino al secolo scorso e la binarietà culturale che prevede le uniche due opzioni maschile e femminile non restituiscono invece la complessità attuale. Che cosa vogliono dire termini cisgender, agender e gli altri? Proviamo a fare chiarezza. 

I nuovi termini dell'identità di genere

L'identità di genere non c'entra né con l'anatomia né con il genere di persone verso cui ci sentiamo attratti ma solo con la percezione che abbiamo di noi stessi. Negli ultimi anni ci imbattiamo sempre più spesso in termini che stanno diventando molto comuni, come cisgender o non binary. Ma cosa rappresentano? 

  • Cisgender: indica un individuo che si riconosce con il sesso biologico individuato alla nascita.
  • Transgender: coloro che si riconoscono nel genere opposto rispetto al sesso biologico.
  • Transessuale: le persone che si sottopongono alla transizione da un sesso all'altro e ci si rivolge loro utilizzando il pronome corrispondente alla loro identità di genere e non al sesso biologico. 
  • Non-binary: persone che non si riconoscono in un sistema in cui esistono due soli generi.
  • Genderfluid: chi si identifica a volte nel genere femminile, a volte in quello maschile, altre nel genere neutro. 
  • Gender questioning: chi si interroga ancora sulla propria identità di genere. 
  • Agender: le persone che si rifiutano di identificarsi in un genere. 

A questi è opportuno aggiungere la sigla LGBTQ+, che riunisce sotto di sé lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e in generale le persone che non si identificano nel sistema binario.

Alla sigla si aggiunge una i per includere le persone intersessuali (persone con alcuni caratteri sia maschili che femminili). 

Le sfide linguistiche

La complessità relativa all'identità di genere apre le porte a una sfida linguistica. Nei paesi anglofoni è più semplice risolvere la questione: per le persone che non si identificano in un genere binario, che sono genderfluid e genderqueer si può usare il pronome they (essi), invece che il maschile he o il femminile she, e usare i verbi al singolare; gli aggettivi, inoltre, non vengono declinati a seconda del genere. 

In italiano la questione è molto più complessa e non si è ancora arrivati a una regola univoca. C'è chi usa la @, chi l'asterisco e chi lo schwa ə, che a livello fonetico è una vocale intermedia tra quelle esistenti e il cui uso potrebbe aiutare a rendere l'italiano una lingua più inclusiva. 

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